Interstella 5555 – Quando l’arte visiva di Matsumoto ha incontrato il sound dei Daft Punk

Nella settimana in cui abbiamo detto addio al Maestro Leiji Matsumoto ricordiamo una delle sue opere più sperimentali, in collaborazione con il duo simbolo della musica elettronica, i Daft Punk. Signore e signori, ecco a voi lo straordinario Interstella 5555

speciale interstella 5555

 

È passato ormai qualche giorno da quando la notizia della scomparsa di Leiji Matsumoto ha scosso il mondo della cultura pop e gli animi di numerosissimi appassionati. Sarebbe inutile elencare nuovamente le tante opere dell’autore che sono diventate capisaldi del fumetto e dell’animazione giapponese (da Capitan Harlock a Galaxy Express 999, fino alla Corazzata Spaziale Yamato) tuttavia oggi vogliamo parlare di una sua creazione che spesso passa più in sordina, nonostante la sua grande particolarità; ci riferiamo a Interstella 5555 (o, per l’esattezza, The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystempellicola animata musicale del 2003 diretta da Matsumoto stesso dove alle immagini si fondono i brani del duo musicale francese Daft Punk, tra i più rivoluzionari ed influenti dell’elettronica a partire dagli anni ’90.

PREMESSA

L’idea di portare sullo schermo i brani del secondo lavoro Discovery  uniti da un comune filo narrativo venne partorita dal gruppo già durante le prime registrazioni dell’album. Sebbene si fosse pensato innanzitutto ad una produzione live action, si optò alla fine per l’uso dell’animazione e, dopo diverse ricerche, il duo accompagnato dal collaboratore Cèdric Harvet riuscì ad avere un incontro a Tokyo proprio con Sensei Matsumoto (vero e proprio idolo di infanzia della band) il quale fu da subito entusiasta del progetto. La collaborazione, nata da un soggetto proposto dai due musicisti, portò inizialmente alla produzione di soli quattro videoclip, prodotti dalla Toei Animation ed utilizzati per il lancio di Discovery nel 2001, mentre due anni più tardi venne presentata al Festival di Cannes la pellicola completa da 68 minuti, nella quale il mangaka fu impegnato sia come regista che come direttore artistico, mentre co-regista e storyboarder fu Daisuke Nishio, già responsabile di diversi lungometraggi di Dragon ball.

interstella 5555

TRAMA (SPOILER)

La trama del film, completamente privo di dialoghi, ci catapulta inizialmente su un lontano pianeta abitato da uomini con la pelle blu, dove sulle note di One More Time vediamo esibirsi la band di protagonisti formata da Octave (tastiera), Arpegius (chitarra), Baryl (batteria) e Stella (basso), ma proprio nel bel mezzo del concerto irrompe dallo spazio una forza armata che rapisce i quattro portandoli via. Mentre il pilota spaziale Shep, fan del gruppo e segretamente infatuato di Stella, viene incaricato del salvataggio, sulla Terra scopriamo che il responsabile del rapimento è il magnate e manager musicale Earl De Darkwood, il quale modifica l’aspetto e i ricordi dei quattro rendendoli più umani installando su ciascuno un dispositivo di controllo dall’aspetto di occhiali. Il gruppo, ribattezzato Crescendolls, ottiene da subito un enorme successo, e Darkwood sfrutta senza alcuna remora i suoi “protetti” fino a che questi ultimi, durante un enorme esibizione dal vivo in uno stadio, vengono liberati da Shep il quale resta tuttavia gravemente ferito nell’impresa.

Dopo un commosso addio al proprio salvatore, che riesce nei suoi ultimi istanti a dichiarare i suoi sentimenti per stella, i protagonisti si dirigono verso il castello di Darkwood, e qui scoprono che l’uomo, reso immortale dall’alchimia, rapisce ormai da secoli artisti extraterrestri utilizzando i dischi d’oro vinti da questi ultimi per un sinistro e misterioso rituale. Sconfitto il crudele manager e recuperati aspetto e ricordi, i Crescendolls vengono riconosciuti come extraterrestri dal mondo, e dopo un ultimo saluto da parte dei fan vengono aiutati a tornare sul proprio pianeta, non prima di un ultimo scontro con un redivivo Darkwood dove sarà nuovamente Shep a fare la differenza.

ANALISI

Partiamo da ciò che più contraddistingue la pellicola, ovvero la totale assenza di parlato e la presenza costante della musica, che non funge da semplice colonna sonora, ma da vera e propria parte integrante dell’opera. Ogni sequenza è accompagnata da un brano che incarna perfettamente l’atmosfera di ciò che vediamo proiettato a schermo. Possiamo citare ad esempio la scena in cui un sognante Shep coltiva il suo amore impossibile per Stella, con il brano Digital Love a raffigurare perfettamente i sentimenti e le fantasie del nostro pilota, sentimenti che più tardi, con toni molto più tristi, possono finalmente trovare voce grazie a Something about us. O ancora con la parte ambientata durante il concerto, dove il ritmo sempre più incalzante di Superheroes ci conduce attraverso il roccambolesco e impavido salvataggio dei Crescendolls.

daft punk

Nella pellicola non mancano inoltre messaggi di un certo peso e tematiche già viste nelle opere di Matsumoto. Il personaggio di Darkwood rappresenta in pieno quella parte avida e priva di scrupoli che appartiene al mondo dello spettacolo, la quale dissangua e logora il talento degli artisti fino a farne a pezzi il corpo e lo spirito. Possiamo vederlo quando il perfido manager ne modifica i pensieri e l’aspetto allo scopo di renderli più vendibili, oppure quando costringe i Crescendolls ad interminabili sessioni di interviste e autografi.

Come ci viene mostrato nella tetra sequenza al castello, con il sottofondo malinconico di Veridis Quo, i numerosi musicisti che nei secoli sono stati sue vittime hanno finito, come purtroppo accade anche nella realtà, per abbandonarsi alla depressione e ai vizi fino al totale annientamento rappresentato dal sacrifico rituale.

Non meno importante è la tematica del sacrificio e dell’eroismo, qui incarnato dal coraggioso Shep che non esita a dare la sua vita per salvare gli altri ed in particolare la donna che ama e con la quale sa che probabilmente no potrà mai esserci nulla, valore che soltanto dopo la sua scomparsa sarà riconosciuto da quest’ultima.

Infine Matsumoto sembra voler veicolare, con il finale, un messaggio di speranza riguardo la tolleranza verso i diversi, con la musica a fare da mezzo  per l’integrazione tra le persone come si può vedere dalla folla che accoglie con entusiasmo ed affetto i Crescendolls anche dopo aver scoperto la loro natura “aliena”.

In ultimo non possiamo che apprezzare la componente artistica, dove il regista conferma ancora la sua grande abilità nel creare mondi fantascientifici, spaziando tra astronavi a forma di chitarra, portali intergalattici, sicari cibernetici e malefiche sette esoteriche.

In conclusione, Interstella 5555  è un opera che andrebbe recuperata anche da chi non apprezza particolarmente la musica dei Daft Punk, proprio per via della geniale commistione tra suoni e immagini che merita di essere visionata almeno una volta nella vita.

Per celebrare ancora una volta il Sensei, non ci resta che proporvi la struggente sinfonia di Voyager, che nel film segue l’ultimo saluto a Shep.

 


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