Tom King è indubbiamente uno degli autori di fumetti più importanti degli ultimi anni. La sua impronta sui personaggi che ha scritto è sempre ben riconoscibile. Nel romanzo “Un cielo deserto“, ritroviamo le peculiarità del suo stile e l’amore sconfinato per i supereroi per una storia affascinante e romantica
Per chi è avvezzo al mondo dei comics, in particolare quelli di supereroi delle due Major americane, il nome di Tom King è sicuramente uno dei più frequenti sulle copertine. Lo sceneggiatore statunitense ha partorito vere e proprie gemme nel panorama supereroistico a fumetti: titoli come Visione, Sheriff of Babylon, Supergirl: Woman of Tomorrow ma anche – e, forse, soprattutto – la tanto chiacchierata run sulla testata di Batman, e le successive miniserie a contorno, lo hanno consacrato nell’Olimpo degli autori.
Le trame imbastite da King si caratterizzano di una complessa e spesso contorta stratificazione di piani narrativi, siano essi temporali, spaziali ma anche più intimi e introspettivi. L’intreccio di questi crea una storia che richiede al lettore particolare attenzione per non lasciarsi sfuggire indizi di qualsiasi genere disseminati qui e lì. Molto spesso, attraverso i dialoghi l’autore dà forma ai propri personaggi – o la visione che ha di essi – caratterizzandone in maniera diretta la psicologia, gli intenti, le fragilità e i punti di forza. Nel complesso, le trame sono articolate su più punti di vista per storie incredibilmente ricche incastonate in toni piuttosto lirici e drammatici.
Il supereroe di Tom King riprende, contestualizzandolo per i tempi moderni, il topos sempiterno dell’eroe, protagonista fin dai tempi della mitologia greca. Ciò che non manca mai, a prescindere dal personaggio protagonista, dall’ambientazione e dal sottogenere, è un evidente, sconfinato amore per il super-eroe.
Ecco che, allora, leggere il nome di Tom King sulla copertina di un romanzo non può non portare all’acquisto immediato: un po’ per la curiosità di leggere il King in prosa, un po’ perché, anche nella peggiore delle ipotesi, alla fine si avrà quasi sicuramente un buonissima storia.
E arriviamo all’oggetto di questa “recensione“: nel 2012 la casa editrice Simon & Shuster pubblica “Un cielo deserto“, primo romanzo dell’autore che arriva in Italia nella collana Cosmo Novels di Editoriale Cosmo.
Siamo ad Arcadia City, una città – il cui nome è di evidente derivazione greca – che ha perso quasi tutti i propri supereroi. Anzi, ha perso il più grande di loro, Ultimate, scomparso in un grande Blu da un giorno all’altro. Il fenomenale supereroe sembra essersi portato dietro i poteri di tutti gli altri, buttando nello sconforto non solo la città ma tutta la comunità dei supereroi.
Tutti tranne uno: PenUltimate, sidekick ed aiutante di Ultimate. Compagno di mille battaglie, Pen, dopo la scomparsa del mentore, è ormai un ammasso di fili, cavi, ingranaggi che muovono l’eroe verso la prossima battaglia. Quando Ultimate ha compiuto l’ultimo sacrificio per salvare il mondo, Pen ha preferito se stesso per andare avanti, per andare oltre L’Uomo con la Faccia di Metallo.
Eppure, nonostante tutto, una nuova minaccia si abbatte su Arcadia City e gli eroi, gli ex-supereroi, sono costretti a tornare sul campo per salvare quante più vite possibili, dovendo dimostrare, ancora una volta, di essere degni di quel nome. Quasi tutti sono ormai entrati nel limbo della normalità, pronti non più a fare a pugni con qualche criminale ma con le bollette e le spese: i problemi comuni che affliggono le persone comuni.
Per alcuni, la nuova minaccia è, quindi, una manna: se sono in arrivo nuovi guai, allora sta per tornare anche Ultimate e, con esso, i poteri sacrificati l’ultima volta dai supereroi e la possibilità di tornare al vecchio splendore. E allora non sarà davvero finita: un’altra battaglia si staglia all’orizzonte, un’altra vittoria si profila in lontananza.
Il cast di Un cielo deserto è variegato, con due protagonisti su tutti: Soldier of Freedom, co-fondatore della Legion of Liberty, ormai stanco ed afflitto dalle mille battaglie, e PenUltimate. Intorno a loro un cast di comprimari che avranno tempo e spazio all’interno del romanzo: Doc Speed, Mashallah, Devil Girl, Strenght, Sicko, Freedom Fighter e Prophetier. Pronti a rimettersi in gioco, pronti a combattere ancora e ancora.
Ma perché, nonostante il sacrificio di Ultimate, il male è tornato? Chi è il responsabile della nuova minaccia? Riusciranno davvero gli eroi a salvare di nuovo Arcadia City?
Un cielo deserto porta avanti una trama principale, arricchendosi capitolo dopo capitolo delle storie dei protagonisti che contribuiscono alla nuova battaglia: tra chi è stanco dei combattimenti e chi è pronto a tornare, il romanzo presenta inequivocabilmente quelle caratteristiche tipicamente kingiane anticipate in apertura. Le storie individuali si intrecciano tra presente e passato, le interazioni sono necessarie per comprendere i diversi punti di vista sull’essere eroi e sui compiti cui adempiere nella nuova battaglia. Ne risultano ritratti stanchi di splendori che furono, di imprese ingiallite dal tempo, di una speranza che vacilla ma di un senso del dovere encomiabile. Gli eroi di King sono ancora una volta fallibili eppure inevitabilmente accattivanti, avvolti nei loro mantelli e dall’aura mitica che li circonda. Drammatici nella loro nuova situazione, malinconici ed esausti per ciò che sono stati e – non tutti – vorrebbero ritornare ad essere.
Protagonisti sfaccettati di storie fuori da ogni tempo che ritornano ai nostri occhi, alla nostra mente come il Blu del cielo di ogni nuovo giorno.
Tom King organizza il romanzo in nove parti, ognuna di esse suddivisa in capitoli: questi capitoli presentano un titolo riconducibile nella forma a quello di un fumetto “Nome dell’eroe/titolare della testata – # – numero”. Dapprima, soprattutto per chi non conoscesse la provenienza fumettistica dell’autore, suggerita dal mistero della scomparsa di Ultimate, tale suddivisione potrebbe apparire come un dossier sull’evento, con ogni capitolo che funge da testimonianza dell’eroe presente nel titolo. Ma, attraverso l’inserzione di alcune tavole realizzate da Tom Fowler e delle pagine presentate a mo’ di sceneggiatura, sembrerà chiara la prima “interpretazione” strutturale.
Anzi, questa sarà ancora più evidente nella seconda metà del romanzo: se le prime parti risulteranno di difficile digestione per il world-building operato dall’autore, la poca familiarità con questi supereroi inediti e i loro rapporti reciproci, nella seconda – sempre attraverso il racconto dei diretti interessati e delle loro eroiche azioni in un mondo che sta per crollare -, risulteranno chiari gli intenti e la natura stessa del romanzo.
Un cielo deserto è impregnato di filosofia metanarrativa: fin dai primi miti, i nomi degli eroi riecheggiano potenti al pari delle loro stesse imprese – e forse ancora di più. Un eterno ritorno di coloro che non muoiono mai nei racconti, nelle storie, nelle menti degli autori e negli occhi dei lettori. Protagonisti infiniti di imprese e gesta che catturano l’attenzione e travalicano la fantasia fino a sembrare così reali. È la nostra percezione di essi a renderli immortali, a far sì che tornino sempre – come si augurano gli stessi protagonisti -, a tenerli sempre presenti nella nostra mente. Così come la nostra mente, attraverso gli occhi ci fa percepire il cielo Blu.
Un cielo che non sarà mai davvero deserto, solcato e spaccato dalla scia di un eroe in volo.