saldaPress ha portato in Italia il primo volume del nuovo noir/hard-boiled/poliziesco di Chip Zdarsky e Jacob Phillips: “Newburn“. Il protagonista è un detective privato con un rigido codice morale al servizio delle famiglie mafiose di New York. Tutte. Contemporaneamente. È il loro braccio armato e il loro incubo e noi vi diciamo com’è l’inizio di questa nuova serie.
Easton Newburn, non c’è che dire, è uno di quelli che “sa il fatto suo”. Davvero, si nota subito che è uno che “sa quel che fa”. Lo si intuisce dalla sua presenza autorevole, in abito scuro. Le basette brizzolate, il viso dai lineamenti duri lo presentano come uno d’esperienza. E davvero, Easton Newburn, di esperienza, ne ha parecchia.
La nuova serie di Chip Zdarsky e Jacob Phillips per Image Comics, “Newburn“, segue le indagini – sul filo del rasoio – del detective privato Easton Newburn, al soldo delle famiglie criminali di New York. Di tutte le famiglie criminali di New York. Dal passato oscuro, ma chiaramente torbido e tormentato, Easton Newburn ha deciso di intraprendere la carriera da detective privato al soldo del crimine organizzato per esserne il braccio armato e l’ago della bilancia.
L’incipit di Newburn, che serve a portare in scena sia il protagonista, sia il contesto della storia, è da classico poliziesco: un omicidio. Ma la vittima non è una persona qualsiasi – altrimenti come si potrebbe catturare l’attenzione del lettore? -, bensì Carmine Albano, membro della medesima famiglia mafiosa, tra le più potenti a NY. Se, però, l’omicidio di un mafioso e una partita di droga rubata potrebbero non sembrare così originali, è il tagliente scambio di battute tra il protagonista e la detective Casey del N.Y.P.D. ad attirare l’attenzione nelle prime pagine di Newburn.
Easton, infatti, si presenta ai testimoni come un consulente esterno della polizia, che lo lascia spulciare le scene del crimine in cerca di indizi e – perché no – di piste che loro non potrebbero seguire. Newburn è un segugio che mette subito in mostra una presenza scenica importante con un aplomb impeccabile conditi da un eloquio diretto, duro, pungente ed una logica deduttiva quasi fastidiosa. Ma Easton Newburn non è sulla scena solo per aiutare la polizia, è lì per conto dei Carraro, altra potente famiglia della criminalità organizzata.
Ci siamo. La tavola è apparecchiata.
Nel primo volume di Newburn, edito da saldaPress in un cartonato – come di consuetudine per la casa editrice – di ottima fattura, con le scritte in rilievo ed un interessante apparato con gli studi dei personaggi, sono raccolti i primi otto capitolo della serie. Una serie squisitamente noir ed hard boiled che, volendola trasdurre nel media televisivo, si presta ad essere un ottimo procedural drama “sporco” alla NYPD, The Shield o Chicago PD. Anche la struttura degli episodi non fa che portarci in quella direzione: ogni capitolo presenta il caso della settimana con Newburn impegnato a risolverlo per conto di questa o quella famiglia, mentre sullo sfondo si sviluppa una trama più orizzontale volta a far conoscere i protagonisti al lettore, portando a galla il loro passato attraverso le interazioni reciproche. Le atmosfere sono tese, l’aria pesante perché una mossa sbagliata, non ponderata, potrebbe creare effetti inimmaginabili per lo status quo criminale.
Anche dal punto di vista grafico, Phillips sceglie di narrare la storia incastrandola in una gabbia variabile ma dalla struttura piuttosto classica e rigida, con inquadrature da serial televisivo. Solo occasionalmente, la struttura viene rotta per esaltare alcuni momenti cruciali della narrazione. I personaggi hanno un character design ben definito che ne rispecchia le personalità: Easton è elegante, in abito scuro, quasi ad indossare un’uniforme riconoscibile dai grandi e piccoli criminali. Una simbologia cromatica che lo fa essere un vero incubo per trafficanti, assassini, sicari. Un vero uomo (in) nero. Diametralmente opposto il look della co-protagonista Emily: giovane e sbarazzina, diventa la protégé di Easton quando il detective vede qualcosa in lei. Forse qualcuno che possa prendere il suo posto, qualcuno che possa essere un nuovo Newburn. O un Newburn migliore. Jeans, cappotto, camicie colorate e quel senso di giustizia che cerca ancora di instillarsi negli angoli remoti di una città ormai sporca.
Il racconto si regge inevitabilmente sulle spalle del protagonista: Easton Newburn è quel personaggio “dannato” che, con la giusta scrittura – che a Zdarsky riesce perfettamente -, non può davvero non piacerci. Con i suoi metodi diretti ma eleganti, con la sua logica, la sua esperienza ed un passato macchiato indelebilmente, Easton rispetta un proprio codice morale, forse opinabile eppure efficiente: ci ricorda – e non a caso l’autore è lo stesso – un po’ quei supereroi classificati come “vigilanti” (Batman, Daredevil) che spesso si spingono al limite della legge e del buon senso per farla rispettare. Sono consapevoli che per fermare il crimine ci sia bisogno di metodi estremi, di quella violenza – tra mille virgolette – “necessaria“. Allo stesso modo, Easton, è l’ago della bilancia di un ecosistema criminale sempre sul filo del rasoio, dove il regolamento di conti è inevitabile per tenere vivo l’equilibrio tra le famiglie del Castello Nero. La sua ambiguità, il suo agire in una zona borderline porta il lettore a fare i conti con la propria moralità: Westburn è radicale eppure non può non agire così; è al servizio delle famiglie mafiose eppure, ciò che fa, funziona.
Il primo volume di Newburn presenta un buonissimo inizio per una serie equilibrata ed accattivante, che si muove tra tutte le colorazioni associabili al genere catturando le attenzioni del lettore – non necessariamente già appassionato dei noir/poliziesci/har boiled. Il protagonista è magnetico, temuto da molti, assoldato da altri, efficiente, provocatorio: Easton Newburn è un duro che sa quello che fa. E ci piace. Ma un solo uomo, con questa aura intorno, può davvero essere al servizio di qualcuno…che non sia se stesso?
Best Quote:
«Arrivare alla verità è ciò che ho sempre voluto. E fare il poliziotto non è più un modo per riuscirci.»