Dallo scorso 28 aprile è disponibile su Disney+ una nuova trasposizione live action di un grande classico Disney: stavolta è il turno di Peter Pan, che in quest’ultima incarnazione divide la scena con la sua amata Wendy. Ecco le nostre impressioni, ovviamente senza spoiler, su questa nuova produzione originale
Da tempo ormai la Walt Disney Company ci ha abituato a riproporre con attori in carne ed ossa i propri “Classici”, termine che ci permette di contraddistinguere i film di animazione di casa Disney fin dall’uscita del primo titolo di questa serie, ossia Biancaneve e i Sette Nani del 1937.
Spesso queste operazioni hanno saputo offrire nuovi spunti e piacevoli esperimenti, altre volte (e forse in misura maggiore) la scommessa non ha reso le dovute aspettative ed ha anzi fatto sollevare più polemiche che elogi.
Ultimo tassello di questo filone è Peter Pan & Wendy , che ha avuto l’onere e l’onore di ri-adattare il lungometraggio animato Le Avventure di Peter Pan (o anche semplicemente, come da titolo originale, Peter Pan), quattordicesimo Classico Disney, che fece il suo debutto nel 1953.
Tratto dal celeberrimo testo teatrale realizzato da J. M. Barrie Peter Pan. Il bambino che non voleva crescere, il successo di questo film ha poi portato alla creazione di un sequel, a quasi 50 anni di distanza dal titolo originale, intitolato Peter Pan – Ritorno all’Isola che non c’è, oltre a consacrare il personaggio della fatina Trilli/Campanellino/Tinkerbell, divenuto uno dei maggiori simboli della Disney, tanto da comparire spesso nelle intro di tutti i film dello studio di animazione.
Fatte le doverose premesse, la redazione mi ha voluto generosamente offrire la possibilità di recensire questo film. Atto d’amore verso un collega redattore oppure il più classico passaggio della patata bollente? Bè, lo potrete scoprire solo arrivando a fine recensione.
Cercherò il più possibile di evitare fastidiosi e nocivi spoiler, ma spesso potranno rendersi necessari per analizzare il film, quindi continuate a leggere a vostro rischio e pericolo.
Per un appropriata analisi del film è necessario tenere sempre conto, a mio avviso, di un parametro generale che non può mancare quando avvengono queste tipologie di operazione, ossia la fedeltà del remake live action alla propria controparte animata. In Peter Pan & Wendy definirei questo parametro come oscillante e quindi dobbiamo necessariamente andare ad analizzare i diversi aspetti che portano a queste considerazione.
L’incipit della trama risulta, grosso modo, quello ormai conosciuta da tutti noi. Dopo un iniziale ambientazione nella Londra di inizio ‘900 facciamo la conoscenza della famiglia Darling, ed in particolare dei tre fratelli Wendy (aka Wendy Moira Angela, il cui nome per intero verrà ripetuto un numero assolutamente insensato di volte), John e Micheal. Sì, se ve lo state chiedendo non sono stati utilizzati gli ormai nostalgici Gianni e Michele.
Giunge quindi alla finestra della camera dei ragazzi l’emblema della giovinezza, Peter Pan, insieme alla fatina Trilli, richiamato dal desiderio di non voler crescere mai della temeraria Wendy, riluttante nel dover trascorrere l’ultima notte in casa con i suoi fratelli prima di essere prontamente spedita in collegio. Dopo l’iconica lotta tra Peter e la sua ombra, si vola (letteralmente) verso l’Isola che non c’è, dove in meno che non si dica, oltre ad una bella panoramica dell’Isola stessa, facciamo la conoscenza dei suoi variegati abitanti, su tutti la ciurma di pirati e del loro leader Capitan Uncino.
E fino a qui il film ha uno scorrimento apprezzabile, dove possiamo fruire di un’azione frenetica ma comunque godibile, partendo dal sopra citato duello, fino al viaggio verso l’Isola che non c’è, interpretato come una sorta di “passaggio tra due dimensioni”, che lo rende meno favolistico ma sicuramente più in linea con una trasposizione live action. Non posso che sottolineare anche il breve e simpatico cameo di Nana, la terranova (qui per ovvie ragioni non bambinaia) di casa Darling.
Allo stesso modo è sicuramente interessante la modalità con cui ci viene presentata l’Isola che non c’è, qui rappresentata volutamente in una versione ben più spoglia di quella vista ne Le Avventure di Peter Pan. Scelta a mio avviso opinabile, ma che viene in parte sopperita dalle belle riprese aeree che immortalano con maestria tutta l’isola.
Da questo punto, sebbene con alcuni punti di contatto, la trama diverge in maniera sostanziale da quella originale, in primis nello svolgimento dei fatti, ma anche nella caratterizzazione dei personaggi (comunque già traballante da inizio film) e ai rapporti che intercorrono tra gli stessi. Evitando di dare troppe anticipazioni sul proseguo degli eventi, passo direttamente al secondo dei punti poco sopra elencati, ossia la caratterizzazione dei personaggi. Questo è, secondo la mia opinione, uno dei più evidenti punti di debolezza del film.
Partendo da Wendy, forse vera protagonista di quest’opera, questa ci appare alquanto isterica nei suoi comportamenti e nella sua non accettazione di dover crescere, quasi da rendercela antipatica già nelle prime battute del lungometraggio. La stessa poi, nel corso degli eventi, viene eretta a eroina del film, lasciandosi quindi indietro la sua melensa ed edulcorata versione animata.
Se Wendy acquisisce spessore rispetto al passato, la figura di Peter Pan viene quasi messa in seconda piano. Dimenticatevi l’istrionico e saltellante Peter del 1953. In questa versione, più che l’emblema della giovinezza pare essere quello della saccenza e della depressione, rendendo la figura di Peter Pan oltremodo tormentata.
E Trilli? In teoria ci saremmo dovuti aspettare un utilizzo ampio del personaggio come da tradizione. Invece la stessa è relegata al mero ruolo di comprimaria, peraltro con un carattere decisamente più docile rispetto alla sbarazzina controparte animata.
Per fortuna alcune scelte sono risultate maggiormente azzeccate e sono tutte relative a Capitan Uncino e alla sua ciurma. L’iconico pirata assume un tono dark , con delle punte tra il tragico e l’epico, senza mancare di una giusta dose di comicità, e l’interpretazione di Jude Law rende assolutamente merito ad uno dei villain per antonomasia del mondo Disney. Anche i suoi sgherri, compreso il caro vecchio Spugna, ricevono finalmente un minimo di caratterizzazione, che non li rende mere fotocopie degli stereotipi pirateschi.
Risulta invece una sperimentazione non pienamente riuscita quella relativa alla nuova Giglio Tigrato, ma, stante le polemiche succedutesi nel tempo in relazione alla rappresentazione degli indiani d’America nel film originale, probabilmente hanno cercato il più possibile di mantenere un profilo lineare, per evitare facili fraintendimenti.
Altro punto di debolezza del film risultano poi di rapporti tra personaggi, decisamente troppo rivoluzionati rispetto a Le Avventure di Peter Pan.
Il più eclatante risulta essere quello tra Capitan Uncino e Peter Pan, totalmente stravolto da un cambio narrativo tanto coraggioso quanto sconclusionato, che non porta chissà quale miglioramento alla struttura dell’opera, rendendola anzi più pesante del dovuto. Allo stesso modo la tradizionale rivalità “amorosa” tra Wendy e Trilli è del tutto assente, venendo invece instaurata una vera e propria complicità tra le due sin dal loro primo incontro. Meno tenue le differenze relative al rapporto tra Peter Pan e Wendy, sebbene gli stessi sembrano quasi essersi scambiati i ruoli rispetto al lungometraggio animato. E non posso che mostrare la mia amarezza nel vedere ridotto in pochi minuti lo scontro tra Capitan Uncino e la sua nemesi per eccellenza, ossia il coccodrillo.
Giunti alla fine di questa carrellata di considerazioni non resta che dare un giudizio su questo film, e se meriti di essere visto. Al netto di una rivisitazione maggiormente “adulta” che regala anche dei tratti piacevolmente oscuri, l’opera soffre di una sceneggiatura piatta e quasi confusionaria, la quale non riesce nell’intento di dare uniformità alla trama del film. Questo fatto, unito a delle scelte talvolta scellerate, rendono Peter Pan & Wendy un film senza infamia e senza lode, da vedere in una serata che non ci offre particolare alternative, ma che, comunque, risulta sicuramente apprezzabile per un pubblico più giovane.
Se volete quindi aderire oppure detrarre questa mia personalissima visione dell’opera, non vi resta che accedere a Disney + ed immergervi nel mondo di Peter Pan & Wendy.
Peter Pan & Wendy
Jude Law: Capitan Uncino
Alexander Molony: Peter Pan
Ever Anderson: Wendy Darling
Yara Shahidi: Trilli
Jim Gaffigan: Spugna
Alyssa Wapanatâhk: Giglio Tigrato
Joshua Pickering: John Darling
Jacobi Jupe: Micheal Darling
Alan Tudyk: George Darling
Molly Parker Mary Darling