Durante il secondo giorno di ARF! Il Festival del Fumetto a Roma, abbiamo incontrato il grande Wether Dell’Edera, lo straordinario disegnatore di quel gioiello che è Something is Killikg the Children, scritto da James Tynion IV. Con lui abbiamo parlato di questa serie, dell’incredibile mostra in scena a Roma e di tanto altro
Durante l’edizione 2023 di ARF! Il Festival del Fumetto a Roma, abbiamo avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con Werther Dell’Edera, straordinario Artista che con la sua Arte ha conquistato la difficile industria del fumetto USA. Co-Autore, insieme a James Tynion IV di quel gioiello che è Something is Killing the Children (pubblicato nel nostro Paese da Edizioni BD e arrivato al quinto volume), in predicato di diventare una serie TV per Netflix, ha trovato un po’ di tempo per raccontarsi ai nostri lettori. Sentirlo parlare di questo progetto con una passione e un trasporto senza pari, ci ha fatto capire che BOOM! Studios non poteva affidare questa serie a nessun altro, perché difficilmente avrebbero trovato un disegnatore che sarebbe diventato il primo fan di questa incredibile storia. E pensare che a lui gli horror neanche piacciono…
Ciao Werther, bentornato su MegaNerd! L’ultima volta che ci eravamo visti avevamo entrambi la mascherina, dunque fondamentalmente non ci eravamo mai davvero visti in faccia…
Aahahah è vero! Grazie per l’invito, è un piacere essere con voi.
Ci troviamo all’ARF! Il Festival del Fumetto che da 9 edizioni per tre giorni rende Roma la Capitale (anche del fumetto). Qui è presente una tua bellissima mostra, che spero possano aver visto davvero in tanti. Nell’ARFist Alley (la zona in cui si esibiscono gli artisti presenti ad ARF!, NdR) hai inoltre un posto d’onore, in cui stai presentando il quinto volume di Something is Killing the Children, questa straordinaria serie scritta da James Tynion IV che continua a raccogliere consensi in tutto il mondo. Quando avete iniziato quest’avventura pensavate sarebbe potuta durare così a lungo?
Beh un po’ sì, abbiamo delle aspettative belle lunghe! Quello che è andato davvero oltre la nostra aspettativa è stato il successo della serie, quello non ce l’aspettavamo assolutamente. È stata – ed è tuttora – una roba fantastica. La serie prosegue, James è sempre saldamente al timone e io saldamente ai disegni, non si scappa. In questi giorni sto chiudendo il numero 32, stiamo lavorando a pieno ritmo e dopo oltre 30 numeri – dunque una bella quantità di pagine disegnate, oltre 600 – ogni volta è come se fosse la prima volta. Ogni volta che mi arriva una nuova sceneggiatura inizio a leggerla e già a pagina 2 sono di nuovo in quel mondo, felicissimo. Mi viene proprio da dire “No, ma guarda che figata! Questa cosa la disegno così, quest’altra in quest’altro modo…“, provo la stessa gioia e lo stesso divertimento dei primi numeri.
Quindi hai instaurato un bel feeling con lo sceneggiatore?
Sì, sì, assolutamente. Sono troppo contento. Ovviamente James (Tynion IV, NdR) l’ho conosciuto prima da lettore che da co-autore, ho letto tantissimi suoi fumetti, da Detective Comics al lavoro che ha fatto con Scott Snyder su Justice League, per non parlare della Justice League Dark. Ogni volta che leggevo un capitolo di queste storie mi ritrovavo a pensare “Wow, che figata, quanto sarebbe figo lavorare con lui, questa roba è divertentissima da disegnare” , ed è stato incredibile quando mi è arrivata la mail dell’editor di Something is Killing the Children che mi chiedeva se fossi interessato a un progetto con James. Ovviamente ho risposto subito di sì!
Cos’hai pensato invece quando hai saputo per la prima volta che la serie si sarebbe chiamata Something is Killing the Children?
In realtà niente di particolare, perché quando mi hanno presentato la serie questo doveva solo essere il titolo di lavorazione, non si pensava potesse essere il titolo definitivo.
Werther, tu stai facendo davvero un lavoro magnifico con questa storia: le tue tavole intrise di horror sono riuscite a trascinarci in una dimensione oscura sia dal punto di vista psicologico che ambientale (chi legge SiKtC sa bene che succedono cose particolarmente cruente), eppure mi pare di capire che tu in realtà non sei un grande fan del genere. Sbaglio o l’horror non è esattamente la tua comfort-zone?
Non sbagli, in effetti non lo è! Mi piace, mi diverte, ma non sono un conoscitore esperto dell’horror. Sto per confessare una cosa per cui tutti mi odieranno: credo di non aver mai visto un film di Dario Argento. È una grossa pecca, lo so, lo ammetto assolutamente. Però ho visto lo Zombie di Romero con il montaggio di Dario Argento, quindi in realtà qualcosa mi è arrivata… Questo per dire che ci sono tantissime cose tra i cult dell’horror (tra libri e cinema) che mi sono perso. In compenso sono un grande fan di Carpenter, quello sì. Lo adoro come regista e in realtà il fatto che abbia realizzato degli horror è un po’ incidentale in questo mio apprezzamento! Il discorso è che mi piace raccontare delle belle storie (e James Tynion IV scrive delle belle storie) e mi piace in questo ricreare quelle sensazioni forti che leggo o che vedo in film e storie, provare a riprodurle su carta è una cosa che mi intriga parecchio.
Quanta libertà ti lascia James Tynion IV nella realizzazione delle tavole? Le sue sceneggiature sono dettagliate fino all’ultimissimo particolare oppure hai una certa libertà creativa?
Le sceneggiature di James sono molto libere: precise, puntuali, però lasciano molta libertà all’artista. Non arriva mai a descriverti l’inquadratura che vuole o cose del genere. Per quello sono molto libero. Ovviamente se ha bisogno di qualcosa di specifico me lo chiede, magari nella sceneggiatura mi scrive “vorrei che si vedesse questa cosa qua”, poi come si vede è un problema mio, lo decido io.
In generale comunque la sua sceneggiatura è davvero molto precisa, anche nella parte dei dialoghi, che per me è fondamentale, perché mi aiutano tantissimo a visualizzare il personaggio e come muoverlo nello spazio. Dovendo farli “recitare”, avere un dialogo già pronto aiuta tantissimo, è fondamentale.
Facendo un piccolo parallelo con il mondo delle serie TV possiamo quindi dire che Tynion IV è lo showrunner della serie, mentre tu sei il regista.
Esattamente!
Ovviamente il riferimento alla serialità televisiva non è casuale: da poco è stato annunciato che Netflix produrrà un adattamento live action di Something is Killing the Children, puoi confermarlo?
Assolutamente sì. È notizia di un mesetto fa che gli autori di Dark hanno preso in carico lo sviluppo della serie TV di Something is Killing the Children per Netflix, dunque siamo tutti in grande attesa, non vediamo davvero l’ora di vedere come sarà questo adattamento.
Si confronteranno con voi per la stesura della sceneggiatura che andranno a realizzare? Sarete coinvolti nel processo creativo?
Sicuramente ci confronteremo. Mettiamola così: le parti devono essere tutte contente! C’era già stato un primo tentativo di portare Something is Killing the Children sullo schermo, qualche tempo fa, con lo sceneggiatore di Hill House, però per una serie di motivi la cosa non era andata a buon fine. In quel caso, comunque, avevo ricevuto la sceneggiatura del primo episodio e sia io che James avremmo potuto senz’altro dire la nostra.
Il fatto che siate coinvolti anche voi ci fa stare senz’altro più tranquilli. Quali pensi saranno i tempi di realizzazione?
Questo proprio non lo so, considera che devono ancora scrivere il primo episodio, poi si dovrà attendere l’approvazione e in seguito scrivere tutta la prima stagione. Poi ci sarà una seconda approvazione e a quel punto partirà la produzione vera e propria.
Quanto pensi ti emozionerai nel vedere Erica o determinate scene che finora hai solo immaginato nella tua mente… prendere letteralmente vita?
[ride] Non ci voglio pensare, è una cosa troppo grande per me! Sarà sicuramente un’emozione pazzesca…
Torniamo alla serie a fumetti: in apertura ci dicevi che avete dei piani a lunghissima scadenza per SiKtC (che – ricordiamo – insieme a Li Troviamo solo quando sono Morti è una delle testate di punta di Boom! Studios e sono entrambe pubblicate in Italia da Edizioni BD). Cosa possiamo aspettarci nel futuro a breve termine?
Ci sarà sicuramente il finale di questo arco narrativo, per il quale ci mancano ancora 5 numeri, dove ci saranno delle svolte importanti nella vita di Erica. Dopodiché l’idea è quella di alternare gli archi narrativi tra passato e presente di Erica e raccontare uno dei momenti più delicati, ovvero la morte di Jessica (la mentore della nostra protagonista). Andremo avanti parallelamente con le due storie e poi si arriverà a una conclusione, che abbiamo già in mente.
Questa è una notizia: Something is Killing the Children avrà una fine, non sarà una serie infinita come spesso accade con i comics americani.
Nella nostra idea abbiamo immaginato buona parte della conclusione della storia. Dobbiamo ancora decidere alcuni dettagli, ma grossomodo sappiamo come andrà a finire.
Recentemente è uscito anche il primo spin-off della serie, House of Slaughter – Il Marchio del Macellaio. Dobbiamo aspettarci altre espansioni di questo universo narrativo?
Sì, ci sono altri progetti in cantiere. Non posso parlarne, però a dicembre negli Stati Uniti è uscito uno speciale di 60 pagine che si chiama The Book of Slaughter, in cui troviamo una parte di world-building, dove James ha scritto un po’ di spiegazioni sul mondo degli Slaughter, le maschere. In più c’è anche una parte di fumetto, molto importante, che si concentra su un personaggio che farà delle scelte importanti per la storia e assumerà un ruolo cruciale per il futuro della serie.
Dalle tue parole traspare un’entusiasmo davvero contagioso, si vede che ti stai davvero divertendo con questo progetto. Quanto è importante per un disegnatore trovare sia lo sceneggiatore giusto che la serie giusta, che ti faccia appassionare prima come lettore e solo dopo come co-autore?
Quando accade una cosa del genere è fantastico. Ci riflettevo proprio qualche giorno fa, spesso mi hanno chiesto con chi volessi lavorare, se c’è uno sceneggiatore in particolare con cui mi piacerebbe iniziare un nuovo progetto… alla fine mi sono reso conto che non è un problema di sceneggiatore, non ce n’è uno in particolare con cui vorrei lavorare, però per me l’importante è che dietro ci sia una bella storia, scritta bene, divertente. Con James questo c’è sempre, quindi sono super-contento.
Nell’ultimo anno ti sei tolto lo sfizio di disegnare anche una storia con Batman… ovviamente ci riferiamo al crossover Dylan Dog/Batman, di prossima uscita per Sergio Bonelli Editore. Piano piano ti stai avvicinando al mondo del Cavaliere Oscuro…
È vero, non siamo ancora al 100%, perché io ho fatto le matite e Gigi Cavenago l’ha inchiostrato, dunque non è una cosa totalmente mia, però effettivamente ci stiamo avvicinando. La lavorazione è stata davvero bella e divertente, la collaborazione con Cavenago fantastica, è davvero un artista speciale, molto bravo.
Come vi siete divisi i compiti? Chi ha fatto cosa?
Io ho fatto tutte le matite, Gigi ha inchiostrato e rifinito. Più o meno è stata la stessa cosa che avevo fatto con Gabriele Dell’Otto per Amazing Spider-Man: Family Business. Anche in quel caso avevo fatto tutte le matite, poi il resto l’ha fatto Dell’Otto. Per Dylan Dog/Batman ho cercato di dare a Cavenago delle tavole che fossero più “aperte” possibili, in modo che potesse modificarle senza problemi. Considera che una delle differenze più evidenti tra noi due come disegnatori è che lui ha un occhio per il dettaglio incredibile, riempie la vignetta di dettagli, quindi ci saranno delle cose che ha messo lui, altre che ho messo io come storytelling… diciamo che l’ho aiutato a velocizzare alcune cose, sono molto contento.
Ok, sia Something is Killing the Children che Dylan Dog/Batman sono due progetti che come abbiamo capito ti hanno entusiasmato parecchio… ma c’è mai stato un fumetto che hai fatto solo perché dovevi farlo, solo per esigenze lavorative?
Guarda, controvoglia non mi è mai capitato. Magari però ci sono state alcune cose per cui mi ero reso disponibile che non mi hanno fatto divertire chissà quanto… ma può capitare, come in tutti i lavori.
Grazie davvero per essere stato con noi, Werther. A presto!
Un saluto a tutti!