Aaron Paul, noto principalmente per aver interpretato il ruolo di Jessie Pinkman nella serie TV cult Breaking Bad, si scaglia contro Netflix: «Non ricevo niente da Netflix per Breaking Bad e, se devo essere completamente onesto, per me è assurdo»
Hollywood è ormai in subbuglio da mesi a causa dello sciopero degli sceneggiatori e degli attori, che continuano imperterriti la battaglia in difesa dei loro diritti.
Tra i punti caldi sottolineati dagli artisti ci sono la regolamentazione nell’uso dell’AI, di cui chiedono maggiori garanzie affinché non sostituisca i creativi e non tolga quindi ingenti posti di lavoro, e le difficoltà riscontrate dall’impatto delle piattaforme di streaming, manchevoli di assicurare equi pagamenti alle star.
Ogni volta che vanno in onda repliche televisive di un film o una serie televisiva, oppure quando viene acquistato un dvd o una VHS, gli attori ricevono un compenso economico, ma i servizi in streaming, nonostante la loro crescita esponenziale, prevedono dei compensi molto bassi. I sindacati quindi hanno richiesto una più giusta retribuzione monetaria, reclamando un aumento dei diritti residuali (e cioè di innalzare i pagamenti guadagnati quando un’opera viene ritrasmessa) tenendo conto anche dei dati di ascolto, che però ad ora nessuno di questi colossi (tra cui Amazon, Netflix e Disney) ha voluto mai condividere.
E in questo clima di costante tensioni, anche la co-star di Breaking Bad si è fatta sentire, attaccando direttamente Netflix.
Aaron Paul contro Netflix
Il giovane attore infatti ha dichiarato all’Entertainment Tonight Canada che il famoso colosso americano non lo avrebbe mai pagato per Breaking Bad.