Alcune delle mirabolanti citazioni ad altri media dal mondo del fumetto!

Nulla si crea e nulla si distrugge, lo sanno bene gli autori dei fumetti, che spesso attingono da materiale visivo già esistente.  Con MegaNerd ci tufferemo nel mondo citazionistico dei fumetti, al fine di individuare la maggior parte degli elementi noti che hanno definito alcune delle opere più famose!

speciale citazioni

Quanto è sottile la linea che divide il plagio dalla citazione? Questa domanda ricorre spesso nel mondo del fumetto e in effetti ancora non ha una risposta precisa. Per un disegnatore il riferimento fotografico è essenziale, non si può disegnare un phon per capelli cercando di farlo passare per una pistola, occorre prima documentarsi visivamente sul tipo di arma che è stato richiesto disegnare.
Ovviamente questo tipo di operazioni non si limita certo ai soli disegni, ma è nutrimento effettivo anche di diverse storie più o meno note al grande pubblico. D’altronde nulla si crea e nulla si distrugge e spesso ciò si trasforma quasi in una sorta di gioco tra l’autore e il lettore (un po’ come la firma nascosta di Claudio Castellini). Molti appassionati avranno riconosciuto questa o quella rielaborazione, e noi andremo adesso ad analizzarne alcune in diversi fumetti di varia nazionalità.

Cominciamo con Berserk (serializzata a partire da 1989), opera magna del compianto Kentaro Miura, la cui verve è stata spesso alimentata da film e opere d’arte europee, talvolta per ammissione dello stesso autore. Il guerriero Guts sembra avere echi lontani nel personaggio di Etienne Navarre, protagonista del film Lady Hawke (1985) di Richard Donner, interpretato da Rutger Hauer. Come lui è completamente vestito di nero (mantello foderato di rosso), è in cerca di vendetta (ben armato di uno spadone e di una balestra a ripetizione), ed è seguito da un petulante compagno di viaggio (che egli stesso ha salvato da un’aggressione), Puck (o Pak), l’elfo un po’ vanesio e ladruncolo, che ricorda alla lontana il Philippe di Matthew Broderick.

Entrambi portano il fardello di una maledizione che prende il via al calar delle tenebre (uno viene tramutato in un lupo, l’altro perseguitato dagli spiriti) e lottano per poter riabbracciare la propria amata. Ricordate inoltre, che nel film, i protagonisti attendono con impazienza un’eclissi solare, dove sarebbe avvenuto qualcosa di “magico”? E in Berserk, quale fenomeno astronomico congiunge il mondo degli spiriti con quello dei vivi? Già, sempre un’eclissi!
Altresì l’elmo che Guts indossa da ragazzo, nella squadra dei falchi, potrebbe essere una rielaborazione di quello di Navarre, benché quel tipo di design venisse in effetti utilizzato nel periodo medievale.

Come l’autore ammise poco più tardi in un’intervista, anche L’amore e il sangue (Flesh + Blood – 1985) di Paul Verhoeven fu cruciale per lo sviluppo della narrazione, soprattutto per l’atmosfera cruda e realistica.

In una sequenza della pellicola, inoltre, è visibile un tetro albero degli impiccati praticamente identico a quello dove viene trovato Guts ancora neonato, con tanto di cadaveri scarnificati e in decomposizione messi lì a penzolare.

 

Alcune sequenze della già citata pellicola echeggiano ancora nel manga, come lo stupro brutale della bella di turno, o le torture inflitte al protagonista. Lo stesso Martin (interpretato sempre da Rutger Hauer), capitano di una banda di mercenari, ricorda con il suo carisma e spietatezza un po’ la nemesi del guerriero nero, Griffith.
Proprio l’iconico elmo di Griffith, a forma di falco, sembra ripreso invece dal film Il fantasma del palcoscenico (1974), di Brian De Palma, dove lo sfigurato protagonista indossava una maschera da civetta la cui parte frontale si sollevava proprio come nel cimiero dell’arguto guerriero.

I 5 della mano di Dio, invece, sono ovviamente ispirati ai celebri cenobiti di Hellraiser, le demoniache creature partorite dalla mente di Clive Barker. In particolare il cenobita Butterball sembrerebbe aver ispirato le fattezze del mefistofelico Ubik (il cui nome rievoca l’omonimo racconto di Philip K. Dick), con tanto di iconici occhialetti.

Anche la maniera per evocare queste entità è molto simile a quella di Hellraiser: il behelith (o bejelit per gli affezionati del manga italiano), ha la stessa funzione del cubo del film ossia, tramite una determinata combinazione, aprire una porta su un’altra dimensione, dalla quale fuoriescono demoni che in un caso possono donare al richiedente il potere tanto anelato, ma nell’altro una sofferenza indicibile!

Anche Berserk ha, a sua volta, ispirato una pletora di autori ubicati persino in altri media, annoverando tra i suoi sostenitori Hidetaka Miyazaki, creatore della saga videoludica Dark Souls e del più recente Elden Ring, dove spesso ha citato il celebre manga.

Passiamo adesso ad un altro famigerato fumetto del sol levante, pur rimanendo in ambito fantasy, vale a dire Bastard!! (1988 – 2010) di Kazushi Hagiwara il quale attinge a piene mani dalla scena rock anni ’70 – ’80 per la caratterizzazione del suo universo. Le fattezze del protagonista Dark Schneider (il cui nome rimanda a quello del cantante Udo Dirkschneider, ex leader degli Accept) sembrano ispirate al famoso duca bianco David Bowie, così come appariva nel film Labirynth – Dove tutto è possibile (1986) di Jim Henson (sgargianti vestiti compresi).

Persino i nomi di varie figure del manga citano sia i cantanti che le molteplici band metal di quegli anni.

Il capitano delle guardie Bon Jovina è chiaramente Jon Bon Jovi.

Il Dio della distruzione Anslasax richiama gli Anthrax. Il chierico Geo Nort Sort rimanda al cantante Jeff Scott Soto. Il Vampiro Di Amon, invece, non solo ha il nome che ricorda quello del leggendario cantante danese King Diamond, ma anche le sue fattezze, con le medesime pitture facciali.

Lo stesso regno di Metallicana (o Meta-Likana), dove si svolgono le avventure del potente stregone, è un palese richiamo alla band dei Metallica.

Lasciando il fantasy, avventuriamoci nel post-apocalittico, analizzando l’opera che è riuscita a costruire tutto il suo background visivo su una serie di film straordinari: mi sto ovviamente riferendo ad Hokuto No Ken (1983 – 1988), di Buronson e Tetsuo Hara, il quale deve tanto, tantissimo, a Mad Max (1979) e Mad Max 2 (1981) di Geroge Miller… se il post atomico è pieno di culturisti con la cresta, il merito è proprio suo. Lo stesso Ken indossa un vestito identico a quello di Max Rockatansky (interpretato da un allora giovanissimo Mel Gibson).

Molti banditi sono praticamente ripresi dal barbaro Wez, che ha effettivamente ispirato almeno due dei nemici di Ken: Zeta e Spade.
Jaggy, uno dei fratelli maggiori di Ken, con le sue menomazioni sembra richiamare invece Lord Humungus (villain di Mad Max 2), sebbene Hara abbia affermato in più occasioni come la maschera fosse un omaggio a Darth Vader di Star Wars.
Lo stesso Ken, all’inizio della serie, ha volto e movenze dell’attore Bruce Lee, per poi assumere in seguito le fattezze di Sylvester Stallone, così come appariva nel film Cobra (1986).
Mad Max ha per certi versi ispirato anche il mondo del Bonelliano Brendon di Claudio Chiaverotti: date un’occhiata al fucile a canne mozze del protagonista (che l’autore ha appellato affettuosamente vecchio catenaccio).
Continuando sul filone italico, è bene citare la simpatica abitudine dei nostri compaesani di utilizzare spesso i volti di attori come modello per i personaggi: Dylan Dog è Rupert Everett , John Doe è Tom Cruise, Harlan Draka è Ralph Fiennes, Legs Weaver è Sigourny Weaver. Si potrebbe continuare all’infinito!
In realtà molte produzioni italiane hanno finito spesso per ispirare alcuni fumetti esteri, manga inclusi.
Ad esempio Nicholas D. Wolfwood di Trigun richiama Django di Sergio Corbucci (la croce piena di armi che il reverendo trascina per il deserto mostra delle similitudini con la bara che nasconde una mitragliatrice).
Anche il maestro Go Nagai non ha mai nascosto il suo amore per il nostro paese, asserendo di essersi ispirato alla Divina Commedia di Dante Alighieri, sia per Mao Dante (che ne omaggia persino il nome) che per la sua opera magna Devilman, quantomeno alla suggestiva immagine di Lucifero tricefalo, imprigionato nei ghiacci. Il design di Lucifero, così come descritto nel libro di Dante, è servito infatti per partorire il demone Xenon, sottoposto di Satana nella saga dell’uomo diavolo.
Nagai sarà così ossessionato dalla Divina Commedia, da realizzarne una trasposizione a fumetti nel 1994, ispirandosi nel tratto alle litografie di Gustave Doré
Quasi giunti alla fine, passiamo adesso in America, con la volontà di lasciarvi una chicca.
Vi siete mai chiesti a cosa si fosse ispirato il mitico Steve Ditko per la realizzazione del costume di Spider-Man?
Beh, pare che Ditko sia stato influenzato da un vestito di Halloween prodotto nel 1954 dall’azienda Ben Cooper. Erano dei costumi molto in voga durante la notte delle streghe e, curiosamente, rispondevano proprio al nome di Spiderman (senza trattino). Potremmo allora avanzare l’ipotesi che questo vestito abbia effettivamente ispirato pure Stan Lee per l’alias del buon Peter Parker.
In seguito, precisamente nel 1963, Ben Cooper produrrà dei veri e propri costumi su licenza ispirati all’Uomo Ragno di Lee e Ditko. la domanda sorge spontanea: perché? Che Marvel abbia voluto accordarsi con Cooper per evitare una causa legale e permettere all’azienda di salire sulla stessa giostra di un personaggio che in quel periodo stava riscuotendo tanto successo? Possibile, anche se non lo sapremo mai.
Potremmo davvero continuare per ore, e in fondo speriamo che vi siate divertiti con questo nostro piccolo speciale.
Che dire, dopotutto ci piace pensare che gli autori si alimentino tra loro fin dall’alba dei tempi: d’altronde persino Caravaggio copiò la mano della Genesi di Michelangelo Buonarroti nel suo dipinto Vocazione di San Matteo. Le opere sopravvivono, così da stimolare e ispirare future generazioni di artisti.
E Voi? Avete altri suggerimenti o informazioni aggiuntive? Scrivetecelo in un commento, così da poterne parlare insieme.

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Gianluca Testaverde

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Faccio un po' di tutto nella vita: perditempo a tempo pieno, disegno, amo il doppiaggio e scrivo ciò che vorrei leggere. E per l'amor di Dio... non fate i fumettisti!

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