Anime nel mondo – Gli adattamenti in lingua straniera

Non sempre gli anime se la sono cavata bene in Italia per ciò che riguarda l’adattamento linguistico, ma com’è la situazione negli altri Paesi? Stavolta MegaNerd vi accompagnerà alla scoperta del (talvolta curioso) lavoro di traduzione optato nel resto del mondo. Pronti? Via!

speciale anime nel mondo

La volta scorsa abbiamo dato un’occhiata al trattamento riservato all’animazione giapponese in Italia, per quello che concerne traduzione e adattamento. Vero che ce ne siamo lamentati spesso, ma questo cambiamento è talvolta avvenuto sia per avvicinare questi prodotti ad un pubblico prescolare, sia per una questione culturale, per cui nomi e situazioni venivano occidentalizzati per avvicinare con maggior efficacia le masse. Si tratta di operazioni però non dissimili da quanto avvenuto nel resto del mondo.

Vi siete mai chiesti come siano stati adattati questi determinati format negli altri paesi? Indipendentemente della vostra risposta, andremo comunque ad esaminare alcuni dei casi più eclatanti, evidenziando le differenze rispetto alla versione nipponica e per farlo partiremo proprio dalla Francia, il paese che ha probabilmente dato libro sfogo alla circolazione degli anime in Europa, rendendoli di tendenza proprio grazie a Goldrake… o meglio, Goldorak.

Tutta la storia l’abbiamo raccontata nell’articolo precedente, su come i diritti dell’edizione italiana di Grendizer (questo il nome originale) fossero stati acquisiti da un accordo stipulato direttamente col popolo transalpino, il quale cambiò tutti i nomi dei protagonisti sostituendoli con quelli delle costellazioni: Daisuke Umon – Actarus, Koji kabuto – Alcor, Goro Makiba – Mizar e così via.

Curiosamente, rispetto all’edizione italiana, i francesi hanno utilizzato la base musicale originale per quello che riguarda la sigla di apertura dell’anime, adattando il testo cantato nella loro lingua (un po’ come avvenuto con Jeeg Robot d’Acciaio ad opera del nostro Fogus).

Gli adattamenti francofoni non si limitarono ovviamente al solo Grendizer, ma coinvolsero nel tempo anche molti altri cartoni animati giapponesi. Un curioso caso riguarda pure il tenebroso pirata dello spazio, Capitan Harlock (dal manga del compianto maestro Leiji Matsumoto), conosciuto in Francia come Albator – Le corsaire de l’espace.

In questo caso il motivo sembrerebbe molto semplice: foneticamente il nome Harlock è troppo vicino a quello di un altro noto capitano, ovvero Haddock, uno dei comprimari del (bel) fumetto belga Tintin di Hergé (all’anagrafe Georges Prosper Remi). Oltre questo cambio, però, l’anime non subì censure o adattamenti volti a stravolgere la natura della storia o del personaggio, benché sia innegabile che Harlock sia un nome decisamente più evocativo di Albator.

Medesimo è il motivo che ha spinto Arsenio Lupin III, il celebre ladro in giacca verde/rosa/rossa/blu creato da Monkey Punch  (pseudonimo del compianto Kazuhiko Katō),  a trasformarsi in suolo transalpino nel famigerato Edgar De La Cambriole. Questo per evitare beghe legali con i discendenti di Maurice Leblanc, il popolare autore del personaggio letterario di Arsenio Lupin che, nella finzione animata e fumettistica di Katō , è il nonno di Lupin III.

I diritti d’autore sono scaduti nel gennaio 2012, aprendo infine la strada all’utilizzo del nome originale dell’anime all’estero.


City Hunter
, dal celebre manga di Tsukasa Hōjō, ha invece avuto un trattamento decisamente più invasivo. Benché in Italia, nelle prime due stagioni, si fosse scelto di utilizzare un drastico cambio dei nomi, con Ryo Saeba trasformato semplicemente in Hunter (divenendo quindi omonimo del titolo della serie) e Kaori Makimura in Kreta Mancinelli, la serie non ricevette troppe censure per quello che riguardò la natura languida del protagonista, complice soprattutto la messa in onda su canali privati a carattere nazionale.
In Francia, al contrario, hanno completamente stravolto non solo i nomi dei protagonisti, ma nascosto maldestramente diverse tematiche con un adattamento il più delle volte fuorviante. In terra Franca Ryo Saeba/City Hunter è conosciuto con il nome di Nicky Larson, Kaori diventa Laura Marconi, mentre Hideyuki Makimura si trasforma in Tony Marconi. Saeko Nogami, invece, lascia il posto a Hélène Lamberti. L’adattamento edulcorò aspramente la passione di Ryo per le donne che, invece di venir condotte a tradimento nei Love Hotel, venivano invitate ai ristoranti vegetariani! Molto singolare questa scelta, parliamo forse di un tempo in cui essere vegetariani era evidentemente tabù e guardato con sospetto, benché in maniera ironica.

Questo non ha certamente intaccato il successo del lavoro di Hōjō, talmente apprezzato in terra di Francia da essersi guadagnato nel 2019 un live action per la regia di Philippe Lacheau che si è ritagliato anche il ruolo di protagonista. Il film si chiama Nicky Larson et le parfum de Cupidon  (ne parlammo anche qui).

City Hunter France

La censura francese interessò in maniera minore anche altri anime, come Dragon Ball e I cavalieri dello zodiaco, in cui molte sequenze violente e dialoghi scurrili furono eliminati del tutto.

Dopo il successo di Grendizer, la collaborazione Italia – Francia in campo anime andò evolvendosi col tempo, tanto che la Fininvest deteneva alcune reti televisive su suolo franco. Uno di questi era La Cinq, dove con un adattamento similare venivano trasmessi cartoni già editati in Italia. Nel 1988 Holly e Benji approdò allora in Francia con il titolo Olive et Tom. Anche questo adattamento, mutuato da quello italiano, metteva al centro della storia l’amicizia e rivalità dei due protagonisti del titolo occidentale, con Tsubasa Otora ribattezzato appunto Oliveir Atton, mentre Thomas Price era il portiere Wakabayashi. Curiosamente la base della sigla francese era esattamente la stessa della sigla italiana di Lupin III, cantata da Enzo Draghi.

Il medesimo trattamento toccò anche a Sailor Moon, che similmente alla versione italiana cambiò tutti i nomi originali, operando diverse censure video. Ovviamente col tempo questa forma di censura si è attenuata anche in Francia, tanto che ormai quasi non esiste più, dovuta anche alla nascita di diverse aziende specializzate nel commercio di anime e manga, tra cui Kazé.

Proprio Kazé ricevette aspre critiche quando decise di immettersi nel mercato italiano, cercando di affrontarlo evidentemente senza le dovute precauzioni. La società infatti deteneva i diritti anche per il mercato internazionale di alcuni anime e quando si adoperò per distribuirli nel nostro paese, piuttosto che affidare il lavoro ad uno studio di doppiaggio italiano, preferì rivolgersi direttamente in patria ad uno studio chiamato Wantake, che ha raccolto attori non-professionisti e di nazionalità italo-francese, con il risultato di effettuare un lavoro di localizzazione che definire scadente sarebbe un eufemismo. Non solo, alcuni personaggi femminili erano palesemente doppiati da attori maschi che parlavano in falsetto! Di seguito un estratto del doppiaggio originale di Viaggio verso Agartha.

Brividi ne avete avuti? Il film è stato poi totalmente ridoppiato nel 2019 da Dynit (con esiti decisamente più convincenti).

A onor della cronaca, Kazé ha chiuso i battenti nel 2022 venendo assorbita da Crunchyroll.

Lasciamo le lande transalpine per dirigerci oltre oceano, negli Stati Uniti D’America, paese dove l’adattamento è avvenuto persino in maniera più invadente, tanto che molti cartoni sono stati modificati attraverso l’uso della computer grafica.

Ne ha maggiormente risentito l’anime One Piece dal celebre manga di Eiichirō Oda, nonostante il grande successo che recentemente ha portato alla creazione dell’omonima serie live action (qui la nostra recensione).
Trasmesso da 4 Kids, lo show ha subito ogni sorta di modifica: innanzitutto la sigaretta di Sanji, grazie alla CG, è stata trasformata in un lecca lecca, questo perché i bimbi, guardando l’anime, avrebbero potuto diventare tutti dei tabagisti impenitenti (sono sarcastico).

Il sangue è stato completamente eliminato (a volte, poi, persino decolorato), insieme ad altri piccoli accorgimenti voli a rendere meno violento il cartone (sono state persino modificate alcune armi). Ad alcuni personaggi, poi, è stata cambiata la carnagione, probabilmente per evitare critiche a personaggi che potrebbero apparire troppo stereotipati. Di seguito un video piuttosto esplicativo.

 

Il nome Zoro, inoltre, è stato traslitterato in Zolo (benché sia corretto il primo), per evitare che i detentori dei diritti del giustiziere mascherato noto come Zorro potessero in qualche modo avanzare pretese e fare causa alla rete.

Della stessa caratura è l’adattamento di Detective Conan, dove l’anime, trasmesso in America da Cartoon network, ha subito corpose modifiche che ne hanno completamente minato l’identità, in questo caso già dal titolo: Case Closed, ovvero Caso Chiuso.

Shinichi Kudo è diventato Jimmy Kudo, Ran Mori si trasforma in Rachel Moore, così come suo padre, Goro Mori, diviene Richard Moore. Il simpatico ispettore Juzo Megure lascia il posto a Joseph Meguire, mentre Sonoko Suzuki è adattato in Serena Sebastian. L’unico ad aver apparentemente mantenuto il nome originale è il Dr. Agasa.

Case Closed è inoltre il nome scelto per l’adattamento ufficiale del manga in America.

case closed detective conan

I prodotti di maggior successo negli Stati Uniti, provenienti dal paese del sol levante, sono quasi tutti passati per questa metamorfosi culturale, in effetti quasi al pari di quanto accaduto qui in Italia (Kiss me Licia, Holly & Benji, ecc…).

Se Goldrake è una superstar in Europa, Italia nello specifico, In America a farla da padrone è Voltron (tanto da essere citato anche nel film dedicato a Deadpool con protagonista Ryan Reynolds).

Peccato che Voltron non esista in terra nipponica: questa serie, infatti, è il risultato di un’operazione di editing svolto dal produttore World Events Production che, per adattare il prodotto originale giapponese al mercato interno, pensò bene di rimontare insieme ben due serie anime, nello specifico Golion e Kikō kantai Dairugger XV  (entrambi di Toei), intervenendo in fase di traduzione su diversi elementi della trama, cambiando nomi e situazioni, e sostituendo ovviamente anche le musiche. In particolare lo show è composto dai 52 episodi originari della serie Golion e da 52 episodi della serie Kikō kantai Dairugger XV, e da un altro segmento animato di altri 20 episodi, sempre di Golion, ma realizzati da Toei solo nel 1984 proprio su richiesta di World Events, per un totale di 124 episodi divisi in tre stagioni. Nei piani dell’editore americano la serie avrebbe dovuto comprendere anche un terzo anime, Kosoku denjin Arubegasu (Arbegas), ma il minore successo di pubblico ottenuto con la seconda stagione dello show convinse gli autori a desistere dal commissionare altri episodi di Golion alla Toei. Nel 2016, invece, è stata prodotta in loco la serie in CG Voltron: Legendary Defender, reboot totale che ha ricevuto il plauso della critica soprattutto per l’inserimento di numerose tematiche piuttosto adulte.

Cosa curiosa è che sia Golion che Voltron sono state trasmesse entrambe in Italia, a distanza di tempo, con doppiaggio e adattamenti differenti.

Voltron

Dove gli Stati Uniti hanno trovato terreno altrettanto fertile è in alcuni lavori della Tatsunoko, tra cui Gatchaman (Kagaku ninjatai Gatchaman) rinominato all’occorrenza Battle of the Planets.

La storia comincia negli anni ’70, precisamente nell’aprile 1977. Il produttore statunitense Sandy Frank partecipò alla conferenza MIP-TV che si tenne Cannes. Fu qui che approcciò per la prima volta l’animazione giapponese, proprio attraverso Gatchaman. L’anime gli piacque così tanto, che Frank si impegnò a pubblicare la serie negli Stati Uniti dopo aver visto il successo di Star Wars nel maggio 1977.

In maniera non del tutto ovvia, apportò col suo staff diversi cambiamenti alla serie, divenendo a tutti gli effetti il creatore di uno show per certi versi tutto nuovo. Frank autorizzò l’inclusione di nuove sequenze e assunse diversi sceneggiatori per redigere nuovi dialoghi così da adattarli all’animazione, senza riferimento alle sceneggiature nipponiche.

Dei 105 episodi originali di Gatchaman, ben 85 furono usati nell’adattamento prodotto da Sandy Frank Entertainment nel 1978. Questa versione è quella che arrivò in Italia (ciò spiega anche il nome tradotto), solo molti anni dopo la serie venne ridoppiata da Dynit facendo riferimento al materiale originale.

La stessa sorte toccò a Super Auto Mach 5 che venne ribattezzato Speed Racer. I diritti in lingua inglese furono acquisiti da Trans-Lux, azienda di elettronica che presentò lo show in anteprima alla televisione americana nell’estate del 1967. Speed Racer divenne il nome americanizzato del protagonista Go Mifune, in omaggio alla star del cinema giapponese Toshiro Mifune. Le sue avventure lo vedevano ala guida della sua potente auto Mach 5, supportato dalla sua ragazza Trixie (in originale Michi Shimura) e dal suo fratellino Spritle (Kurio Mifune), alle prese col misterioso Racer X, il cui vero nome era Rex Racer (il fratello scomparso di Speed).

speed racer

Per il mercato statunitense furono imponenti allora gli sforzi di editing e doppiaggio intrapresi dal produttore Peter Fernandez, che si ritrovò a scrivere e dirigere i dialoghi in lingua inglese (da prassi, senza badare troppo ai copioni originali), fornendo anche le voci a molti personaggi della serie, compresi  Racer X e lo stesso Speed Racer.

Fernandez fu anche responsabile di un ri-arrangiamento della colonna sonora di Nobuyoshi Koshibe, scrivendone successivamente anche un testo in inglese.

Il successo è stato tale che non solo ha generato un (variopinto ma discutibile) film delle sorelle Wachowski, ma nel 2000 – 2001 anche una serie di strisce quotidiane scritte e disegnate da Mort Todd, pubblicate nientemeno che sul New York Post.

Ancora un altro esempio (e molto più recente) è il seguito di Tekkaman, chiamato Tekkaman Blade. L’anime è approdato in America come Teknoman, andando di fatto ad eliminare qualsiasi legame con la serie madre. Il medesimo adattamento è stato utilizzato anche nel nostro paese, trasmesso per la prima volta da Italia 1 nel settembre del 1997.

Tecnoman

Anche in questo caso sono state sostituite musiche, edulcorate alcune sequenze e aggiunta una voce narrante inesistente nell’originale.

Orbene, dopo questo viaggio negli adattamenti di altri paesi, tra Europa e America, avete forse cambiato opinione riguardo gli adattamenti italici? E cosa pensate della percezione che le major straniere hanno degli anime?

Speriamo che questo articolo non solo vi abbia intrattenuto, ma che vi abbia anche portato a riflettere su alcune dinamiche che vengono adottate in fase di elaborazione tra una cultura e l’altra.

Qualsiasi vostro contributo è ben accetto, se avete aggiunte o precisazioni, non esitate a scrivercelo in un commento!


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Gianluca Testaverde

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Faccio un po' di tutto nella vita: perditempo a tempo pieno, disegno, amo il doppiaggio e scrivo ciò che vorrei leggere. E per l'amor di Dio... non fate i fumettisti!

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