L’autore de L’immortale Hulk presenta la miniserie Ant-Man, dove i viaggi nel tempo uniscono le versioni passate, presenti e future del personaggio
In Tales to Astonish #35 del 1962 Stan Lee, Larry Lieber e Jack Kirby hanno introdotto un personaggio destinato ad avere grande importanza nell’Universo Marvel. Un personaggio con una storia editoriale altalenante ma molto interessante che lo porterà, nei decenni a venire, ad avere ben tre incarnazioni – di cui una decisamente rilevante anche per la sua importanza nel Marvel Cinematic Universe. Stiamo parlando di Ant-Man. Il primo dei tre è Hank Pym. Uno dei personaggi Marvel più intelligenti di sempre, con un carattere ed una psicologia molto complessi. I suoi poteri, ovvero la capacità di poter cambiare taglia (da infinitamente piccolo a gigantesco) e la capacità di comunicare con gli insetti sono infatti solo alcuni aspetti – non necessariamente principali – del personaggio.
Su Marvel Preview #40 del 1979, David Micheline, Bob Layton e John Byrne hanno poi inaugurato l’era del secondo Ant-Man. Scott Lang, ladro improvvisato che ruba l’equipaggiamento di Pym per salvare sua figlia Cassie e poi, redento e con la benedizione del primo Ant-Man, supereroe per caso.
Ma non c’è due senza tre e così su Irredeemable Ant-Man #1 del 2006, lo scrittore Robert The Walking Dead Kirkman e l’artista Phil Hester regalano ai lettori la loro personale versione di Ant-Man. Eric O’Grady, uno dei personaggi più problematici a indossare l’elmo di Ant-Man. Dopo la morte di O’Grady, la sua copia LMD (Life Model Decoy) diventerà il malvagio Black Ant.
Adesso, lo scrittore Al Ewing e l’artista Tom Reilly stanno collaborando per realizzare una storia che attraverserà dalle origini la lunga e complicata vita del personaggio. La loro miniserie Ant-Man in quattro numeri dovrebbe arrivare in USA il prossimo luglio. In una recente intervista Ewing ha dichiarato:
«Sono stato un fan del personaggio da molto tempo prima di lavorare in Marvel. Quando dico fan del personaggio, intendo Hank Pym e, in particolare, l’Hank Pym degli anni ’60. Hank ha avuto una serie di storie meravigliose, leggere e stravaganti. Poi è arrivata Janet Van Dyne/Wasp ed è stato fantastico perché abbiamo avuto un po’ di Nick e Nora Charles (protagonisti di film e serie radiofoniche e TV dagli anni ’30 agli anni ’50, dove si mescolava vita familiare a misteri e omicidi, N.d.R.). Poi è arrivato Giant-Man, il Calabrone e il dramma. Quindi sì, sono un grande fan dell’originale Ant-Man e ho pensato che sarebbe stato divertente fare un riff su di lui. Tutto è partito dall’idea di rivisitare le vecchie storie di Ant-Man per raccontarne una nuova più epica, di vasta portata. E di conseguenza, ora sono anche un fan di tutti gli altri Ant-Man».
Per quel che riguarda la trama della miniserie, Ewing non si sbottona più di tanto:
«Ogni numero sarà ambientato in un’era di Ant-Man diversa. Un numero per Hank Pym negli anni ’60, uno per Eric O’Grady negli anni 2000, uno nei nostri giorni con Scott Lang, fino a giungere nel futuro dove troveremo l’Ant-Man del 2549, Zayn Asghar, che affronta il più grande nemico dei suoi omonimi del passato. Vedremo anche personaggi come Janet Van Dyne o la figlia di Scott, Cassie Lang».
Ewing non risparmia parole di elogio sul suo partner in quest’avventura editoriale:
«Tom è meraviglioso. Non potrei chiedere un collaboratore migliore. Adoro il suo stile, quelle linee meravigliose, pulite e chiare. Semplicemente impeccabile. E, per di più, sembra che gli piaccia davvero sperimentare gli stili del passato, ricreandoli dove necessario, adattando nuovi riff su di essi e persino costruendo una versione futuristica del suo personale».
Infine, l’autore conclude:
«Se sei un fan di Ant-Man e della sua lunga eredità, sono abbastanza sicuro che ognuno di questi numeri ti farà sorridere e ti divertirai a guardare come ciascuno degli Ant-Man viene coinvolto nel problemi degli altri».
Parola di Al Ewing!
Non si sa ancora quando la miniserie arriverà in Italia e in quale formato.