[Anteprima] Free Fire, di Ben Wheatley

 

In attesa dell’uscita ufficiale, MegaNerd ha avuto l’opportunità di vedere in anteprima Free Fire, ultimo lavoro del britannico Ben Wheatley, regista poliedrico, montatore, sceneggiatore di cinema e tv (ha diretto anche alcuni episodi di Doctor Who).

La pellicola, prodotta tra gli altri da Martin Scorsese, dopo alcuni problemi di gestazione e cambi d’interpreti in fase di pre-produzione, è uscita nel 2016 ed è stata presentata ai festival di Toronto, Londra e Torino.  Sarà però Movies Inspired (casa di distribuzione indipendente, di cui vi invitiamo a visitare il catalogo online) a portare Free Fire nelle sale cinematografiche italiane, dal 7 dicembre pv.

IL FILM

Boston, 1978. Dei trafficanti d’armi guidati dal Sudafricano Ord (Armie Hammer) e un gruppo di criminali comuni capitanati dall’irlandese Chris (Chillian Murphy), devono incontrarsi nel cuore della notte per portare a termine un affare di armi e denaro, grazie all’intermediazione di Justine (Brie Larson). Ma, al momento dello scambio, qualcosa va storto e all’interno di una fabbrica di ombrelli abbandonata, scoppia una rocambolesca guerriglia dai risvolti inaspettati.

I dialoghi e la fotografia colpiscono nel segno, sin dai primi frame di questo divertente esperimento cinematografico. La scrittura è vivace, tagliente e ritmata e le scelte cromatiche fanno sentire lo spettatore in uno dei tanti sobborghi dell’America carteriana, dove la criminalità comune s’interseca all’escalation del consumo d’eroina, alla questione irlandese così come al desiderio di affermarsi ed emanciparsi attraverso potere e denaro. Lo stesso Wheatley, insieme ad Amy Jump, scelgono un taglio fortemente ironico e dissacratore tarando con cura i tempi narrativi dello svolgimento di questa sorta di “atto unico” cinematografico, ambientato, sin dalla seconda scena, esclusivamente all’interno della fabbrica abbandonata.

Profondamente – e involontariamente – calato nell’attualità, grazie ad una battuta rivolta a Justine/Brie Larson (già premio Oscar per Room) riguardo la “facilità richiesta alle ragazze di Hollywood”, Free Fire è un film che “consuma diesel”, capace di crescere e rafforzarsi nella struttura mano a mano che la storia procede e che, dal registro della commedia crime, si passa al paradosso degli equivoci e, ancora, alla lunga sciarada in cui traspare un’eco tarantiniana che, pur sentendosi, non fa perdere originalità al prodotto. Il finale – leggermente sotto le righe rispetto alle attese – risolve solo parzialmente alcune delle domande che, gli stessi protagonisti, nel serrato dialogare che percorre l’intero film, si pongono. Ma, del resto, tra i vari significati che soggettivamente potremmo attribuire a questa pellicola (lo sguardo è e resta una delicata questione individuale), c’è anche quello del nonsense, soprattutto quando a tener banco sono i codici del potere, del denaro e della “maschia” virilità. Così ciò che resta, dopo centinaia di spari, contese per l’attenzione dell’unica ragazza presente, rivalità e imboscate, è la bellissima voce di John Denver che esce dall’autoradio di un mezzo crivellato e che, come l’acqua e le sirene della polizia che si avvicinano, pulisce via la folle ed insensata escalation di violenza a cui abbiamo assistito.

Se la saga di “Ocean”, “Le regole della truffa” e “The hateful eight” rientrano tra le vostre grazie, non potete assolutamente lasciarvi sfuggire l’occasione di vedere questa crime comedy.

 

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Madamedetourvel

Cinefila innata, politica per “sbaglio”, videomaker per vocazione. Sorvolando sui numerosi difetti, è grande sostenitrice dell’(auto)ironia, della cioccolata e delle sigarette fumate al buio. A metà del terzo giro di boa tenta di amare l’umanità, di non decomporsi e di trovare risposte a domande che – fortunatamente – continueranno a cambiare.

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