Barbara Baraldi: «Nel 2025 di Dylan Dog vedrete l’orrore, ma anche tanta emozione»

In occasione di Lucca Comics & Games 2024 abbiamo avuto il piacere di scambiare nuovamente quattro chiacchiere con Barbara Baraldi, Autrice e curatrice di Dylan Dog. Con lei abbiamo parlato dell’Indagatore dell’Incubo, di orrore e di tanta, travolgente passione. Signore e signori, la “sorella” di Dylan è  tornata su MegaNerd.

copertina intervista barbara baraldi

Barbara Baraldi non è certo nuova su MegaNerd: quando possiamo, cerchiamo sempre di scambiarci quattro chiacchiere, ormai lo sapete. Non solo perché è un’Autrice formidabile, che ha un grande successo sia nella narrativa che nei fumetti; non solo perché da poco più di un anno è la curatrice (nonché sceneggiatrice, all’occorrenza) di Dylan Dog. Ma anche, e soprattutto, perché è una persona con cui è davvero un piacere parlare.

Con Barbara abbiamo parlato di questo suo primo anno alla guida dell’Indagatore dell’Incubo, dei progetti futuri e di tanto, tantissimo altro ancora. Con tutta la passione possibile, per una conversazione che parte dall’orrore e arriva prima alla mente e poi al cuore. Dove restano le storie più belle.


Signore e signori, diamo il bentornato sulle nostre pagine a Barbara Baraldi, la “sorella” di Dylan Dog!

Ciao cari, grazie mille a voi.

È stato un anno pienissimo, il tuo primo anno da curatrice di uno dei fumetti più letti in Italia. Che sensazioni ti ha lasciato quest’ultimo periodo?

Guarda, faccio fatica a definirle, perché sono state talmente tante e talmente diverse tra loro… C’è tanta emozione, tanta meraviglia, gratitudine. Ho un rapporto bellissimo con i lettori, che mi scrivono regolarmente. Capita che condividano con me la loro “storia dylaniata”: perché hanno iniziato a leggerlo, qual è stato il primo albo… Mi piace moltissimo.

Prima, ovviamente, mi scrivevano quando usciva in edicola la mia storia. Invece adesso, tutti i mesi, c’è questo scambio in cui commentano l’albo del mese, mi lasciano le sensazioni che hanno provato, ma a volte anche un modo di vedere le cose che magari io stessa non avevo considerato. Perché la cosa bella di Dylan è che ognuno può interpretarlo secondo la propria sensibilità, spesso soprattutto nei finali.

Certo, sono sicuramente stanca, ma quasi non me ne accorgo. Questo ultimo anno è stato molto intenso. È stato un percorso inaspettato. Ma insieme è come se, in questo momento della mia vita, fossi nel posto in cui dovevo essere. Sai, a volte intraprendi un cammino, poi ti fermi a riflettere e dici: Non è come avrei creduto. Invece, questa è una delle rare occasioni in cui sento di essere esattamente dove dovrei, come quando arrivi in un posto e pensi: Sono a casa.

L'altro lato dello specchio - Sergio Bonelli

Com’è stato rapportarti con gli altri autori? Ora che ci sei tu in cabina di regia, come ti trovi a organizzare riunioni, brainstorming e tutto il resto?

Mi sto trovando molto bene. Sto scoprendo un’altra parte, oltre alla narrazione: il metodo di lavoro di ciascuno, il mondo “dietro” a ogni storia. È qualcosa di davvero grande se sei come me, che nasco come fan di Dylan. Io ho iniziato a scriverlo proprio per ringraziarlo. Essendo io stessa scrittrice, vedo uno scambio creativo incredibile.

Per esempio, quando qualcuno propone una storia: capita di notare che l’idea è fortissima, ma magari il finale non è abbastanza incisivo. Allora ne parliamo. Può capitare che si impieghino lunghe telefonate, o scambi di mail chilometriche, per risolvere nodi di trama un po’ deboli, o rendere più credibili le motivazioni dei personaggi. E, in quel confronto, si crea una sorta di magia. Mi piace immaginare questi scambi come quello che avveniva nei circoli creativi dei poeti maledetti, che discutevano al caffè. In quei luoghi si respirava una grande magia, trovo. Anche tra noi c’è questo: rispetto, ascolto reciproco, ed è entusiasmante.

E non sto parlando solo di scambi creativi con gli sceneggiatori. Ho chiesto ai disegnatori di spezzare la “gabbia”, ogni volta che serve, interpretando e sprofondando (anche emotivamente) nelle storie. Ci sono tavole che hanno bisogno di libertà, senza vincoli. Questa maggiore libertà ha alzato ancora l’asticella della creatività. Qui è la fan dylaniata a parlare: preparatevi perché arriveranno tavole sempre più pazzesche. Ricordo l’ultima volta che Corrado (Roi) ha consegnato le tavole e… mi hanno chiamato dalla redazione solo per commentarle! I collaboratori si stanno superando, sia a livello di sceneggiatura che di disegno; e questo non lo dice la curatrice, ma la lettrice.

Dylan Dog 420 - Jenny - Sergio Bonelli Editore - Italiano

Sì, perché ricordiamolo che nasci prima di tutto come lettrice di Dylan Dog; lo sottolinei sempre, ma è davvero evidente da come ne parli. Tu sei veramente, come spesso ti definisci, la sorella di Dylan Dog: è parte di te, è parte della tua vita. E quindi, in effetti, sei tornata a casa, in un certo senso.

Assolutamente!

C’è una qualche scintilla che stai cercando, in te e negli altri autori, per riportare Dylan ai fasti di un tempo?

Guarda, è sicuramente l’urgenza. A volte arrivano soggetti che non sono abbastanza viscerali, che sembrano un “compitino”. Dylan non funziona così. Le storie devono avere urgenza, devono inquietarti, emozionarti. È questo che fa la differenza. Grazie per questa domanda.

Prendi, per esempio, Sette vite, con il ritorno di Cagliostro. Una storia potentissima, che sta piacendo tantissimo, scritta da Nucci e disegnata da Martinello. Abbiamo lavorato tutti con un livello di esaltazione altissimo. È stata scritta non per far tornare Cagliostro, ma perché c’era una reale urgenza di raccontare una storia in cui Cagliostro era protagonista.

Quindi quando mi chiedono: Quando tornerà questo o quel personaggio? La risposta che do, che si allaccia un po’ a quello che hai detto tu, è sempre la stessa: Tornerà solo se ci sarà una storia che davvero vale la pena di raccontare, che davvero brucia sotto la pelle, e il personaggio dev’esserne davvero il protagonista.

Questa è una cosa che stiamo facendo proprio tutti, e ho chiesto già nella mia lettera di presentazione come curatrice, inviata ai collaboratori. In punta di piedi da una parte – perché ci sono sceneggiatori e disegnatori storici, che sono lì da tanto più di me – ma anche con la volontà di guardarli negli occhi e dire “siamo insieme, proponetemi storie come se fossero l’ultima per cui vorreste essere ricordati”.

Cerco storie innovative: le storie di Sclavi erano talmente moderne che non sono invecchiate di un giorno. Fanno tremare, emozionare, piangere oggi, come negli anni ’80 e ’90.

È quella che cerchiamo, la scintilla, altrimenti non mi interessa la storia. Dylan Dog ha bisogno – essendo un fumetto horror, poi – di un pezzo di cuore, qualche frattaglia, un po’ di sangue. Se non ci si sporca a scriverlo, significa che qualcosa non funziona. Si deve essere completamente dentro a quello che si scrive (e disegna).

Pioggia di sangue - Sergio Bonelli

Proprio in relazione a questo – dell’incredibile modernità delle storie di Sclavi – direi che non potresti davvero essere su una strada migliore: una delle storie più recenti, Pioggia di Sangue, sembra proprio scritta dal grande Tiziano. Racchiude esattamente lo spirito di quelle incredibili storie, ma… beh, l’hai scritta tu. È davvero bellissima e credo possa diventare un nuovo classico. Sembra Sclavi, ma è Baraldi. Fantastico.

Grazie davvero, è una storia a cui tengo molto. Non potevi farmi un complimento più bello, sono contenta che Pioggia di Sangue sia stata accolta in questo modo, ci ho messo davvero tanto di me.

Qui a Lucca abbiamo assistito al panel con le anticipazioni di Dylan Dog del 2025 e oltre, ci si è spinti addirittura fino al 2026 con alcuni progetti. Tantissime idee, tantissime cose belle. Ma, parlando di cose imminenti, c’è il bis autunnale, la grande novità di quest’anno.

Sì, è una cosa che ho fortemente voluto perché, come dire, è una stagione particolare. Una stagione in cui, secondo le leggende, non solo quelle celtiche, ma in molte tradizioni, la notte dei morti è qualcosa di profondamente sentito. In quel periodo si dice che il velo tra i vivi e i morti si assottigli, ed è perfetto per Dylan. Secondo me, ci voleva un’edizione speciale per celebrarlo.

Una delle prime cose che ho fatto, dopo il mio insediamento, è stata dare al Bis estivo una precisa identità. È diventato il contenitore dei What If – Dylan in vesti, tempi e luoghi diversi, ma sempre con le sue caratteristiche, nel rispetto del canone dylaniato. Ho pensato quindi di fare questo bis autunnale, in cui racchiudere le storie più horror, più adatte a queste giornate.

Non che le altre non siano horror, anzi! Ma è un po’ come quando noi amanti dei film horror facciamo la maratona la notte di Halloween: scegliamo quei film che più si adattano all’occasione, non necessariamente i più scontati. Allo stesso modo, in questo contenitore, ho voluto selezionare le storie perfette per i giorni, in cui secondo varie tradizioni, i morti possono camminare tra noi.

L'oscuro messaggero - Dylan Dog 458 bis

Il soggetto della storia di questo primo Bis autunnale è scritto da Mauro Aragoni, un regista e sceneggiatore che è anche un grandissimo fan di Dylan. Un soggetto potentissimo, che inizialmente aveva presentato a Franco, che me lo ha fatto leggere per sapere cosa ne pensassi. A me è piaciuto così tanto da rispondergli che era proprio il tipo di storia che stavo cercando per la serie regolare, e Franco [Busatta, NdR] me l’ha ceduto; così come io avevo una storia molto adatta a lui, per l’Old Boy, e gliel’ho passata. Con Franco c’è un bellissimo dialogo e una profonda collaborazione.

Da questo momento, è cominciato dunque il confronto con Mauro; un brainstorming creativo prima con me, e poi con Claudio. In questa fase, abbiamo capito che la persona giusta per affiancare Mauro, nella stesura vera e propria della sceneggiatura, era Pasquale Ruju. Non solo perché i due sono amici, entrambi sardi e si stimano, ma perché Pasquale – da veterano qual è – poteva aiutarlo a rendere al massimo ogni scena. Una cosa che stiamo facendo ultimamente, quando arrivano queste idee pazzesche da parte autori che non si sono mai confrontati con Dylan, è affiancarli in quella che Tiziano chiama la “nave-scuola”.

Era da un po’ che non si faceva più, ma abbiamo ripreso la tradizione. In questo modo, nascono storie di grande potenza, grazie alla collaborazione tra due menti: il creatore della storia e un veterano che sa magari come indirizzarla e ottimizzare il tutto. La combinazione tra Mauro Aragoni e Pasquale Ruju ha dato vita a qualcosa di straordinario, con i disegni di Marinetti, che abbiamo già visto su Hazel la morta. Lui è fantastico con l’orrore e il perturbante, ma è anche innovativo con le inquadrature. Sono davvero molto contenta del risultato finale.

Ma con un lamento - Sergio Bonelli

Questa storia inaugura due cicli narrativi di storie autoconclusive, unite da un tema comune: il corvo e i mostri classici, con rivisitazioni innovative.
Nel prossimo gennaio, si festeggiano infatti i 180 anni della poesia Il Corvo di Edgar Allan Poe. Una delle storie del ciclo del corvo è scritta da Lorenza Ghinelli, autrice del bestseller Il Divoratore. Anche lei ha proposto un soggetto potentissimo e è stata affiancata in sceneggiatura da Giovanni Eccher.

Un’ultima cosa prima di lasciarci: puoi dirci tre elementi che sicuramente troveremo nel 2025 di Dylan Dog e tre che sicuramente non troveremo?

Allora, tre elementi che troverete sono: orrore, perturbante e paura. E poi, aggiungo un quarto elemento: l’emozione. Tutte le storie hanno un elemento emozionante, anche perché, alla fine, la paura è l’emozione più antica. Però, dicendo “emozionare”, ne racchiudo anche altri.

Per quanto riguarda ciò che non troverete, facciamo questo gioco con i lettori. Dirlo io mi pare peccare di superbia, preferisco che siate voi a dirlo, per vedere se abbiamo lavorato bene.

E allora tra un anno, ci ritroveremo qui e vedremo com’è andata. Grazie davvero per essere stata con noi!

Grazie a voi!


barbara baraldiBarbara Baraldi

BARBARA BARALDI  è autrice di thriller e sceneggiature di fumetti. Da maggio 2023 è curatrice della serie «Dylan Dog» di Sergio Bonelli Editore.

Pubblica per Giunti editore la serie thriller “Aurora Scalviati, profiler del buio” di cui fanno parte i romanzi best-seller Aurora nel buio (2017), Osservatore oscuro (2018), L’ultima notte di Aurora (2019), La stagione dei ragni (2021) e Cambiare le ossa (2022). Il suo ultimo romanzo è La bambola dagli occhi di cristallo (Giunti).

Nel corso della sua carriera, ha collaborato con la Walt Disney Company come consulente creativa, ha pubblicato graphic novel con editori indipendenti in Italia, e in Francia con l’editore Soleil. Ha pubblicato romanzi per Mondadori, Castelvecchi, Einaudi e un ciclo di guide ai misteri della città di Bologna per Newton & Compton.

È vincitrice di vari premi letterari, tra cui il Gran Giallo città di Cattolica e il Nebbia Gialla. È tra i protagonisti di Italian noir, il documentario prodotto dalla BBC sul thriller italiano. I suoi libri sono accolti con favore dalla critica e dal pubblico e sono pubblicati in vari Paesi, tra cui Germania, Inghilterra e Stati Uniti. Dal 2017 collabora con il periodico Tutto Libri – La Stampa. Dal 2023 è docente di fumetto presso la Scuola Holden.


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Appassionato di fumetti, curioso per natura, attratto irrimediabilmente da cose che il resto del mondo considera inutili o senza senso. Sono il direttore di MegaNerd e me ne vanto.

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