I’m going through changes: dice la sigla di Big Mouth (Changes di Charles Bradley) e i cambiamenti sono i protagonisti anche di questa seconda stagione della serie animata americana, disponibile su Netflix dal 5 ottobre
Si sa, più si diventa grandi più i problemi aumentano. I nostri giovani protagonisti (Nick, Andrew, Jessi, Jay, Missy e Gina) dovranno infatti scontrarsi con cambiamenti ancora più grandi rispetto alla prima stagione. Da piccoli uomini e piccole donne alle prese con le prime rappresaglie della pubertà, questa terribile fase dell’età in cui regnano ormoni e caos, entrano realmente nel duro mondo dell’adolescenza. Non è mica solo il fisico che cresce, i peli che aumentano, il ciclo che arriva… fosse bello! Ognuno deve scontrarsi con umiliazioni, imbarazzi, prese in giro. La terribile e dura lotta che è la vita in quegli anni lì, è impersonata dal Fantasma della Vergogna, magro e terrificante spettro che si nutre dei sensi di colpa dei ragazzini che iniziano a seminare malelingue, a invidiarsi, a scontrarsi.
Non stiamo però parlando solamente di un cartone animato che ha come protagonisti dei ragazzini e mette nero su bianco la brutalità dell’adolescenza, che è il peggio che ognuno ha passato. Con questa stagione si arriva anche ad una maturazione delle tematiche, sempre trattate con provocatoria dissacrazione ed ironia, ma che fanno riflettere.
Sicuramente una delle puntate più importanti è quella in cui Jessi e Nick hanno il loro primo incontro con le droghe: in una situazione di noia e desolazione si rifugiano in questo nuovo universo dove tutto sembra magico e portentoso.
In questa stagione c’è anche un’attenzione in più alle ragazze. Se la prima stagione ruotava soprattutto intorno allo sviluppo di Andrew e al non sviluppo di Nick, qui abbiamo vari affondi sulla situazione adolescenziale femminile, grazie soprattutto alle figure di Jessi, Missy e Gina.
Una delle migliori puntate è senza dubbio la quinta: “The Planned Parenthood Show”. Si parla di temi caldi ed attualissimi, del controllo delle nascite e dell’aborto ad esempio, rendendo l’episodio 25 minuti di educazione sessuale. Con un’accattivante e simpatica veste grafica entrano in scena i contraccettivi che si presentano elencando le loro caratteristiche e il loro funzionamento. Alla fine delle presentazioni, quasi si trattasse di una puntata di Uomini e Donne, Leah deve scegliere chi portare in “esterna”. Questo dibattito si anima grazie al Coach Steve, particolarissimo personaggio adulto e vergine, che verrà bombardato da informazioni sul sesso dai suoi stessi alunni, che dimostrano anche di riuscire a intavolare una bella discussione su importanti temi (come sappiamo succede in tutte le nostre scuole, no?).
Non è sicuramente una stagione perfetta, alcune puntate sono sottotono, andando ad essere vere e proprie puntate transitorie: un riempimento, in cui non succede molto, ma un’altra piccola gemma si trova alla fine. Particolare trattato, anche se marginalmente (cosa che è già un traguardo visto che mai se ne parla) è la masturbazione femminile, portata sullo schermo da Missy con lo speciale aiuto del suo pupazzo.
Si chiude la serie con la visita al Dipartimento della pubertà, dove tutto viene deciso ed organizzato e con la comparsa del Mostro della Depressione, altra importante e sottovalutata piaga adolescenziale.
Forse la prima stagione, merito anche dell’elemento sorpresa e novità, è stata più costante a livello qualitativo. Le puntate erano tutte divertenti allo stesso modo, i personaggi li dovevamo inquadrare e conoscere, la disperazione del primo approccio con i cambiamenti del corpo ci facevano venire ansietta e nostalgia, ma in questa stagione con alti e bassi, pur in alcuni casi schiacciando l’acceleratore su battute e doppi sensi facili, riesce a trattare temi più importanti e forse porta il livello di riflessione della serie stessa ad un punto più alto.
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