La prima stagione di Big Mouth ci ha letteralmente conquistato e in attesa della nuova serie vogliamo parlarne con voi: perché in fondo, l’adolescenza ha sconvolto davvero tutti noi
Quando si pensa all’adolescenza, a quella magica età di passaggio tra l’infanzia e la dura vita da adulti, viene sempre in mente qualcosa di romantico. Un’età caratterizzata da fragilità, sentimenti, primi amori, palpitazioni. Sembrerebbe tutto magico, sfumato, sognante come lo sono in genere i periodi di transizione. Questa visione in realtà non è proprio veritiera, insomma, è davvero giusto parlare in questi termini dell’adolescenza? Abbiamo dimenticato il disagio che comporta questa fase della nostra vita? Se lo avete dimenticato, per rinfrescarvi la memoria guardate Big Mouth: serie animata di 10 episodi prodotta qualche mesa fa da Netflix.
I protagonisti sono Andrew, Nick e Jessi che devono affrontare quella tragedia, che purtroppo capita a tutti: la pubertà. La serie attraverso personaggi graficamente grotteschi, ci riporta ai problemi veri dell’adolescenza, altro che amorini e primi baci. Già i titoli delle puntate sono abbastanza esplicativi, basti pensare al primo episodio che si chiama Eiaculazione e il secondo Tutti sanguinano. Insomma si riprendono le dure esperienze sia dei ragazzi che delle ragazze, in modo esplicito, chiaro, ma non troppo volgare. È una serie divertente e piacevole, sicuramente se la si vede quando la pubertà è ormai un ricordo. Forse vedere questi 10 episodi durante il fulcro della crescita ormonale potrebbe creare degli imbarazzi, perché – diciamolo – quando si è in quell’età non c’è un momento di pace e fa tutto schifo, vedere pure tutti i disagi spiattellati sullo schermo, non è l’ideale. Per esempio i ragazzi hanno problemi di gestione dei loro organi, le ragazze hanno problemi con scorrimenti indesiderati. Tutti questi piccoli grandi drammi sono supportati da una trama in cui c’è spazio anche per cose piacevoli: primi baci, primi amori e un interessante quadro di vari tipi di famiglie, che si comportano e hanno modi diversi di affrontare la sessualità dei propri pargoli. Il finale lascia spazio ad una nuova stagione che non vedo l’ora di vedere.
Il punto a favore di questa serie è sicuramente l’ironia. Ciò che ho apprezzato di più sono i mostri degli ormoni. Due bestie stranissime, due chimere che appaiono ad Andrew e a Jessi, spingendoli ad assecondare tutte le loro pulsioni anche quando non è proprio il caso; o a liberarsi delle proprie emozioni senza alcun controllo. È geniale personificare e portare all’esterno degli adolescenti stessi, la causa di tutte le stranezze che ci capitano durante la pubertà e soprattutto dare vita agli ormoni in questa forma primordiale, impulsiva, un po’ deforme.
Ci sono anche altri spiriti guida oltre a questi due mostri ormonali, come ad esempio un enorme assorbente interno con le sembianze di Micheal Stipe, o i fantasmi di Freddie Mercury, Prince e Whitney Huston che appaiono nella soffitta di Nick e che danno consigli su come affrontare la dura realtà da adolescente. L’unica pecca è che graficamente i personaggi, a parte i due ormo-mostri sono troppo approssimativi, poco dettagliati, ma io sono un’affezionata del particolareggiato e forse questo dettaglio non crea disturbo a nessun altro. Comunque sia c’è black humor, realismo e surrealismo insieme, scene al limite del consentito, ma che non oltrepassano mai la linea dell’ironia per scadere nella risata facile e volgare. Tra una puntata e l’altra vi riconoscerete, chi per un problema, chi per un altro, chi per tutti e in fondo penserete a quel particolare momento della vostra vita con un sorriso in più!
Abbiamo parlato di: