Oggi vi raccontiamo la storia di Candice White, detta Candy Candy, attraverso le bellissime pagine del romanzo di Keiko Nagita. Bentornati su The Book is on the Table, la rubrica di MegaNerd dedicata ai libri che abbiamo amato (e che vorremmo consigliarvi)
La storia di Candice White detta Candy è nota a tutti. Altrettanto vale per i fiumi di lacrime da lei versati, per i continui soprusi subiti e gli amori tormentati, mai realmente vissuti.
Candy Candy ci ha accompagnato durante il felice periodo della nostra infanzia, facendoci emozionare, commuovere, arrabbiare, persino.
Abbiamo seguito le sue vicende con passione, trepidazione e trasporto, sperando sempre che il destino per lei avesse in serbo un lieto fine, un riscatto, dopo tanto patire. Abbiamo desiderato con tutte le forze che la sua storia con Terence sfociasse in un matrimonio, con tanto di marmocchi “tutti lentiggini” al seguito. Abbiamo pregato affinché i perfidi fratelli Legan avessero finalmente quel che meritavano: miseria, povertà e trattamenti adeguati.
Nulla di tutto ciò si è avverato e a sipario calato, nel cuore di ciascuno di noi è rimasta una velata nostalgia e un bruciante rammarico.
Ma siamo sicuri di conoscere davvero la storia dell’orfanella più famosa del mondo?
Candy Candy – Il Romanzo completo
Il romanzo scritto da Keiko Nagita, autrice del noto manga, chiarisce alcuni punti, offrendo non pochi spunti di riflessione. Un tomo di oltre cinquecento pagine, che però, a dispetto della lunghezza, si dimostra una lettura vivace e scorrevole. Tranne che per l’ultima parte, che risulta talmente diversa dal resto da sembrare scritta da un’altra persona.
Il libro in questione si intitola Candy Candy – Il Romanzo completo ed è l’accorpamento di due volumi separati, il primo scritto in maniera classica e il secondo narrato attraverso uno scambio epistolare di lettere. Volendo potete trovarli separati, ma se siete interessati a una versione completa della storia, questo volumone è ciò che fa al caso vostro.
Edito da Kappalab e confezionato in maniera accurata, è apprezzabile il fatto che, a dispetto delle tante pagine, il volume in sé non risulta affatto pesante. E non mi riferisco solo a una questione di trama, bensì alla leggerezza della carta, che rende agevole al massimo la lettura.
Ma passiamo alla storia.
Candy è una giovane orfanella, cresciuta in un orfanotrofio ai piedi di una verdeggiante collina, gestito da una signora attempata e una suora. Tra i tanti bambini abbandonati, la piccola lega in modo speciale con Annie, bimba riservata e timorosa, il cui desiderio più grande è essere adottata e avere finalmente una famiglia. Il sogno si avvera quando la piccola viene adottata dai Brighton, lasciando per sempre la Casa di Pony.
Non molto tempo dopo, anche Candy viene adottata, ma quello che sembra un miracolo, si rivela presto un incubo. I Legan – la famiglia che ha deciso di adottarla – sono terribili, in particolare i due figli, un maschio e una femmina grossomodo coetanei di Candy, si rivelano due infide canaglie. Meschini, bugiardi e cattivi nell’animo, i due ragazzi rendono la vita della nostra beniamina un inferno in terra. Ma, visto che esiste giustizia a questo mondo, ecco arrivare un’inaspettata ancora di salvezza.
Candy, dopo essere stata cacciata dai Legan, viene adottata dagli Ardley (nome originale che nel cartone animato è poi cambiato in Andrew), nobile e ricca famiglia di origine scozzese, molto, molto più influente dei Legan (seppur entrambi risultano in qualche modo imparentati). Da qui, un ginepraio di situazioni, una più ingarbugliata dell’altra, che sfociano poi in un terribile lutto. Eh, sì, perché uno dei rampolli dgli Ardley (tre fratelli molto diversi tra loro che nel frattempo sono divenuti ottimi amici di Candy), muore in seguito a una brutta caduta da cavallo. E indovinate? È proprio il fratello di cui Candy è innamorata!
Bene, la prima tragedia si è consumata, possiamo passare oltre.
In preda allo sconforto più nero, la nostra protagonista decide di abbandonare gli agi offerti dalla ricca famiglia e se ne torna alla Casa di Pony. La pace però non dura, ovviamente.
Il misterioso zio William – capo della famiglia Ardley, la cui parola è per tutti legge – per nulla incline a voler abbandonare la fanciulla al suo destino, decide di mandarla a studiare in un blasonato collegio in Inghilterra. Non proprio entusiasta, ma comunque grata, Candy parte alla volta dell’Europa e, fatalità, sulla nave si imbatte in un giovane bello e tenebroso, che scoprirà poi essere Terence, il suo grande amore.
No, non ha dimenticato Anthony, ma lo charme di Terry (come viene chiamato nel romanzo) è tale, che ben presto il povero biondino defunto diventerà un nostalgico ricordo. Sbiadito, aggiungo.
Ma andiamo avanti.
La parte ambientata nella scuola inglese è la migliore. Anche qui, il caso vuole che tra i tanti studenti figurino anche i diabolici fratelli Legan, i due rampolli superstiti Ardley, la timida Annie e la new entry Patty.
E arriviamo ad Annie.
Probabilmente da piccoli, durante le tante ora passate davanti al cartone animato, non ci siamo resi conto a pieno quanto questo personaggio fosse pessimo. Bene, il romanzo lo mostra senza alcun timore, mettendo in evidenza quanto la ragazza non conosca affatto il significato della parola “amicizia”. Come tutti sappiamo, Annie si vergogna profondamente delle sue origini, nascondendole senza remore, rinnegando il suo passato da orfanella e persino la sua amicizia con Candy.
Arriva a far finta di non conoscerla neppure, dispiacendosi, sì, ma anteponendo al dispiacere il suo tornaconto personale. E solo quando la faccenda viene alla luce, smascherata dal Eliza Legan (vero nome di Iriza) e disperata, si appoggia all’amica di sempre, trovando in lei una valida spalla e sincero conforto.
Opportunista, non ha scusanti.
E qui potremmo aprire un dibattito su cosa significhi davvero essere amico di qualcuno, ma vista la complessità dell’argomento, sommato al fatto che io non desideri certo tediarvi, mi limito a suggerirvi di ricordare sempre che un amico non si vergognerà mai di voi, ragion per cui, se vi occorre un valido esempio di come non ci si dovrebbe mai comportare, pensate ad Annie Brighton. E fate l’esatto contrario.
Proseguiamo.
Durante la permanenza al collegio british, a Candy succede davvero la qualunque, ma a cardine di tutto c’è la sua relazione – platonica, quasi – col giovane Terence. Da lì, angherie a non finire da parte della perfida Eliza e compagnia bella, abusi di potere da parte delle suore e tanto, tanto sconforto.
E veniamo al bullismo.
Candy è una ragazza bullizzata da sempre. Costretta da una vita a subire maltrattamenti più o meno gravi, che non si sa per quale arcano miracolo, non vanno a ledere minimamente la sua psiche. Chiunque altro sarebbe impazzito, ma lei no, lei è tenace, combattiva, sicura che giustizia verrà fatta, prima o poi. Il che in parte si rivela vero, in parte, anche no.
Piccola, dolce Candy, anima candida.
Come già detto, la parte del collegio è la più avvincente, ricca di colpi di scena, situazioni sul filo del rasoio e tante, tante lacrime. È qui che il personaggio di Albert – vagabondo giramondo, conosciuto per caso tempo prima a Lakewood – aumenta di spessore e viene messo pian piano in risalto. Certo, per noi che conosciamo la storia è facile, tuttavia, è una figura che viene analizzata con più attenzione rispetto al cartone animato, il che è piacevole persino per chi conosce già tutta la faccenda.
Albert ci piace e attraverso le pagine del romanzo, ci piace ancor di più.
L’idillio del collegio (che poi idillio non è, ma essendoci Terence, tutto è sopportabile) arriva dunque al punto di svolta, concludendosi male, che più male non si può.
Stavolta non muore nessuno, tuttavia in seguito all’ennesima cattiveria di Eliza, Candy viene espulsa. Terence però, da baldo cavaliere, si sacrifica per la sua amata facendosi espellere al suo posto. Quindi, parte alla volta dell’America, dove intraprende la carriera di attore.
E Candy resta sola. Di nuovo.
A questo punto, anche la seconda tragedia si è consumata.
Ancora una volta sopraffatta dal dolore, la signorina tutte lentiggini sceglie di tornarsene anche lei nella madrepatria, imbarcandosi su un piroscafo diretto in America.
Ovviamente qui le cose non vanno meglio.
Terence – i preda ai sensi di colpa – è costretto a fidanzarsi con una giovane collega attrice che, a seguito di un incidente, nel tentativo si salvargli la vita, resta paralizzata.
L’addio a Candy sembra quindi definitivo e la giovane donna entra di diritto nel club delle inconsolabili. Una di noi, insomma.
E anche la terza tragedia ha avuto luogo.
A suon di lacrime, arriviamo all’epilogo.
Nell’ultima parte – quella più noiosa – uno scambio di lettere ci mostra cosa succede dopo.
Alcuni fatti vengono però trattati in maniera frettolosa e superficiale, il che francamente non aiuta a calarsi negli eventi.
Ciononostante, la resta del romanzo è ottima.
Il finale – di cui non parlerò per rispetto di chi non lo ha letto – è aperto. L’autrice ha voluto lasciare aperte ai lettori varie possibilità.
Sta a noi, dunque.
Leggere questo massiccio volume è come tornare indietro nel tempo, un tuffo nel passato gradito e rassicurante. Una lettura scorrevole, forse un poco infantile in alcuni tratti, ma comunque coinvolgente.
Se avete amato la bionda e vivace orfanella, non potete non leggere la sua storia completa.
L’amerete, poco ma sicuro.
Candy Candy – Il Romanzo completo
Autrice: Keiko Nagita
Pagine: 504
Editore: Kappalab
Prezzo: € 29,00