Captain Marvel – Recensione

Arriva finalmente nelle sale Captain Marvel, che vede il debutto della prima supereroina del Marvel Cinematic Universe. Torneremo indietro negli anni 90, viaggeremo nello spazio e assisteremo a un action movie vecchia maniera. Preparatevi a conoscere Carol Danvers, la ragazza più potente di due mondi

recensione captain marvel

Sembra incredibile, ma Captain Marvel è il primo film interamente dedicato a un personaggio femminile in 11 anni di Marvel Studios. Non che il gentil sesso fosse mai mancato in questo universo, ma stavolta i riflettori sono tutti per una donna e questo (almeno in apparenza) è già un grande cambiamento. Dico “in apparenza”, perché fondamentalmente il risultato non cambia: ci ritroviamo sempre di fronte a un eroe che getta il cuore oltre le stelle pur di salvare il mondo.

Se poi nel farlo si riesce a ritrovare sé stessi, beh, allora tanto meglio.

Carol Danvers non ricorda niente del suo passato. Ha dei flashback molto vaghi, ma non sa esattamente quale periodo della sua vita riguardino. Ha un potere immenso, che non sa neanche lei da dove viene, ma che in qualche modo riesce a padroneggiare piuttosto bene, anche grazie agli insegnamenti di Yon-Rogg, suo superiore e mentore. Ci troviamo sul pianeta Hara e quella che vediamo è la razza dei Kree, una popolazione particolarmente avanzata dal punto di vista tecnologico, perennemente in guerra con gli Skrull, popolo mutaforma di un pianeta lontano. 

Proprio a causa di questa guerra, Carol viene spedita sulla Terra, dove farà la conoscenza di un certo Nick Fury, agente dello SHIELD. Ovviamente quest’incontro non sarà esattamente rose e fiori… eppure sarà una delle chiavi per riappropriarsi del proprio passato.
Ma come, direte voi, Carol non è una Kree? Come può il suo passato essere legato alla Terra?
Ora volete sapere troppo. Vi basti sapere che da un certo momento in poi, il film viaggerà su due piani diversi: da un lato la nostra Carol dovrà lottare per porre fine a una guerra sanguinosa, dall’altro dovrà farlo per riacquistare la sua identità.

Non saranno compiti facili, soprattutto se non puoi fidarti di nessuno, o quasi.

Captain Marvel è strutturato come un classico action movie degli anni 90 (epoca in cui è ambientato), ha una regia davvero ottima, che spesso si concede anche dei virtuosismi e un livello recitativo davvero incredibile da parte degli attori. Del resto se hai a disposizione Brie Larson, Jude Law e Samuel L. Jackson vai abbastanza sul sicuro.

Ci troviamo di fronte a un buon film, questo è indubbio, ma a cui forse mancano troppe cose per essere ottimo.
Prendiamo gli Skrull, per esempio: possibile che in un blockbuster da milioni di dollari non siano riusciti a rendere credibile questa razza aliena? Sembra di avere di fronte dei cosplayers, piuttosto che terribili alieni.

Le musiche dell’epoca: così splendidamente amalgamate con la storia in Guardiani della Galassia e così buttate a caso in Captain Marvel. Problema che riguarda forse tutti i riferimenti agli anni 90, che in alcuni momenti sembravano un po’ troppo forzati, quasi a voler sottolineare sempre di più il fatto che il film fosse ambientato nel passato (qualora qualcuno durante la visione se lo fosse scordato).
Esula da queste critiche una scena assolutamente degna di nota, che ha come sottofondo Come As You Are dei Nirvana.

Non si può avere tutto, questo è vero. Però se avessero sistemato un po’ meglio queste cose, forse staremmo parlando di una colonna del Marvel Cinematic Universe e non – più semplicemente – di un buon film.
Il personaggio di Carol Danvers è tratteggiato molto bene, Brie Larson è assolutamente credibile nel ruolo, con un carattere molto simile alla sua controparte a fumetti. La donna che abbiamo davanti compie un percorso complicato, tortuoso, pieno d’insidie, ma che la porteranno a rinascere definitivamente. Se all’inizio ci troviamo di fronte un soldato come tanti altri, alla fine vedremo una Carol risoluta, consapevole dei suoi mezzi e del suo ruolo nell’universo.

Menzione d’onore per Jude Law, semplicemente strepitoso. Lavora sul suo ruolo in modo molto intenso, risultando più che all’altezza della situazione. Un gigante.
Samuel L. Jackson (ringiovanito in modo incredibile grazie alla CGI per tutto il film) ci regala un Nick Fury meno dark rispetto agli altri capitoli della saga Marvel, ritagliandosi uno spazio sempre più importante che ci aiuta a far luce anche su alcuni aspetti molti interessanti del passato.

Veniamo poi al messaggio che Captain Marvel cerca di veicolare: probabilmente ci troviamo di fronte a uno dei cinecomics che più guardano all’aspetto politico (al pari di Black Panther), andando a toccare la questione legata ai diritti civili. È piuttosto evidente che si cerchi di sottolineare le richieste di pari trattamento e dignità di tutte le minoranze, senza alcun tipo di distinzione. Il tutto è fatto assolutamente senza retorica, ma seguendo in modo lineare una sceneggiatura chiara, che forse pretende anche troppo da sé stessa in alcuni momenti, ma che nel complesso porta assolutamente a casa il risultato.

Captain Marvel è stata una scommessa interessante, sicuramente vinta, anche se migliorabile. I Marvel Studios stanno provando nuove forme di narrazione, provando a diversificare l’offerta e qui si nota ancor di più.

Ma il tempo per diventare grandi c’è, non vi preoccupate.
Carol è qui per restare. Benvenuta nel Marvel Cinematic Universe, Capitano.

 

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Appassionato di fumetti, curioso per natura, attratto irrimediabilmente da cose che il resto del mondo considera inutili o senza senso. Sono il direttore di MegaNerd e me ne vanto.

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