Ha fatto molto discutere l’improvvisa esplosione di immagini in stile Studio Ghibli prodotte con ChatGPT e, a distanza di pochi giorni, OpenAI (l’azienda che distribuisce la nota IA) fa sapere che intende introdurre la filigrana nelle immagini. Basterà a evitare “furti”?

Solo una settimana fa eravamo tutti concentrati sulla novità di ChatGPT, divisi tra fan e detrattori: la possibilità di “studioghiblizzare” le proprie foto, attingendo – per non dire rubando – allo stile della celebre casa d’animazione giapponese.
L’opinione pubblica si è divisa nettamente, come ormai va di moda in questi anni: da una parte, chi ha fatto modificare all’IA pure la foto della nonna ultranovantenne, dall’altra chi ha tirato in ballo a sproposito il Sensei Miyazaki, addirittura spacciando per attuali delle dichiarazioni di anni fa.
La verità, come spesso accade, sta nel mezzo, e in questo caso corre pure veloce; mentre noi siamo impegnati a seguire la massa o contrastarla, OpenAI (l’azienda dietro ChatGPT), è già al passo successivo e annuncia l’introduzione della filigrana sulle immagini.
ChatGPT e la filigrana sulle immagini – Aiuterà a proteggere le opere di altri?
Come condiviso dalla rivista Tom’s Hardware
Secondo fonti interne, l’azienda sta testando un sistema di “filigrana digitale” per contrassegnare le immagini create attraverso il modello ImageGen di ChatGPT 4o, un cambiamento che sembra rispondere all’esplosione di contenuti artistici generati dagli utenti, particolarmente ispirati allo stile dello Studio Ghibli, la celebre casa di produzione giapponese di film d’animazione.
La filigrana digitale (o watermark) sarebbe però presente solo sulle foto generate gratuitamente, ma eliminabile nella versione a pagamento di ChatGPT. In tal modo, si porrebbe quantomeno un freno all’uso smodato da parte del pubblico – si parte infatti dal presupposto che, a meno di lavorarci attivamente e con costanza, nessuno pagherebbe un abbonamento solo per vedere modificati i propri selfie.
ChatGPT updates
– Student Plus referral program now also available for Colombian students (Universidad Nacional de Colombia)
– new mentions of “shared posts” in addition to shared conversation, canvas and deep research in the web app
– the new ImageGen watermark is mentioned… pic.twitter.com/j4sYfWJXLB
— Tibor Blaho (@btibor91) April 5, 2025
Al tempo stesso, OpenAI ha confermato di essere al lavoro su un’API dedicata a ImageGen, che ne permetterà un’integrazione con altri prodotti, agevolando di fatto il lavoro di creativi e grafici e designer.
La rivista ha però anche specificato che
Nonostante l’apparente decisione di implementare le filigrane, fonti interne suggeriscono che i piani di OpenAI potrebbero ancora cambiare. L’azienda è nota per la sua flessibilità strategica e per la capacità di adattare rapidamente le proprie iniziative in risposta ai feedback degli utenti e alle evoluzioni del mercato.
Il futuro della filigrana digitale per ImageGen rimane quindi incerto, ma rappresenta un interessante caso di studio su come bilanciare accessibilità e modelli di business sostenibili nell’era dell’intelligenza artificiale generativa.
In ogni caso, a prescindere da ciò che OpenAI – e a ruota le altre – deciderà di fare, resta la necessità di regolamentare una tecnologia che si evolve rapidamente così da gestirla nel pieno rispetto delle regole.
Le IA (ChatGPT, Gemini, Copilot, ecc.) sono il nostro presente, e in futuro potranno agevolare grandemente il lavoro umano in tutti gli ambiti, senza per forza danneggiarli, ma sicuramente modificandoli – come successo per ogni tecnologia; tuttavia, in partivolare per i settori creativi, ciò sarà possibile solo in presenza di un dialogo crescente e di regole chiare.
Intanto, pur sapendo di suonare provocatoria, mi chiedo e vi chiedo: serve davvero trasformare le nostre foto usando lo stile di qualcun altro? A quale bisogno risponde questo tipo di comportamento? A voi la risposta.
Intanto, continuate a seguirci per altre notizie sul tema!
Fonte: Tom’s Hardware