Uno dei più grandi nemici di Spider-Man guadagna un film tutto per sé, dunque è bene ripercorrere la sua storia: Venom è un eroe o una minaccia? Scopriamolo insieme
Con l’uscita del film, Venom sta vivendo un momento di altissima popolarità in tutto il mondo, come mai prima d’ora. Non è la prima volta che vediamo il simbionte alieno sul grande schermo (ricordate Spider-Man 3 di Sam Raimi?), ma stavolta l’alter ego di Eddie Brock non dovrà dividere lo schermo con nessuno, la scena sarà tutta per lui. Siamo onesti: non crediamo che il film abbia reso davvero giustizia al personaggio creato da David Michelinie e Todd McFarlane, ma possiamo quanto meno consolarci con un dato assolutamente fondamentale: ci sono una valanga di fumetti con il nostro simbionte preferito che non temono il confronto con i blockbuster di Hollywood.
Oggi cercheremo di ripercorrere la sua storia: dai confini dello spazio, fino al nostro Pianeta Terra. La grande saga di Venom parte da molto lontano…
Da dove arriva Venom?
Sicuramente molti di voi sapranno che è uno dei più pericolosi e letali nemici di Spider-Man, ma sarebbe decisamente riduttivo fermarsi a questo. Il simbionte alieno alle spalle ha una storia complessa, piena di salite e discese, di drammi e trionfi.
La sostanza nera senziente che ricopre Eddie Brock fa parte di una razza aliena chiamata Klyntar, una stirpe che ha deliberatamente scelto di creare una società senza alcun tipo di cultura o identità. Fondamentalmente non si tratta di creature violente, ma di esseri totalmente rivolti a formare un legame indissolubile con un altro essere vivente: essendo parassiti, la loro unica volontà è questa. Unirsi a un “ospite” e dar vita a un ibrido in grado di resistere a qualsiasi tipo di minaccia, creare dunque un essere completamente nuovo, nato dalla fusione del simbionte e dell’ospite.
Uno di loro, ritenuto pazzo dai suoi simili, viene esiliato su un pianeta chiamato Battleworld. Sarà proprio lì che incontrerà una nostra vecchia conoscenza che, non immaginando quali guai avrebbe causato, lo porterà sulla Terra.
Noi siamo Venom
Se il simbionte è arrivato sulla Terra, è “colpa”, se così si può dire, di Spider-Man. È stato proprio lui a indossare – più o meno inconsapevolmente – il parassita alieno durante le Guerre Segrete (1984), il crossover che ha trasportato gran parte degli eroi Marvel su Battleworld per affrontare un essere onnipotente chiamato l’Arcano. Nel mezzo della battaglia, il costume originale di Spidey – quello rosso e blu – viene ridotto a brandelli, ma fortunatamente (?) il nostro eroe riesce a trovare un frammento di tecnologia aliena che genera quello che lui crede sia semplicemente un nuovo costume. Ovviamente ancora non sa che da lì in poi la sua vita cambierà per sempre, visto che sta per legarsi al simbionte chiamato Venom…
Peter inizia dunque a vivere le sue avventure con questo nuovo costume nero, che sembra rispondere perfettamente ai suoi bisogni. Tra loro si crea un legame mentale fortissimo, al punto che il nostro eroe capisce che c’è qualcosa che non va, ma non riesce a capire cosa: questo nuovo costume gli dona una forza decisamente più grande, ma anche un cinismo e un’aggressività inusuali per l’amichevole Uomo Ragno di quartiere. Il simbionte sta prendendo il sopravvento sulla mente del suo ospite. Fortunatamente Peter riesce a capire che qualcosa non va nel suo comportamento, collegando la perenne stanchezza e i suoi piccoli vuoti di memoria al misterioso costume, che fa analizzare da Reed Richards (una delle più grandi menti del nostro tempo, nonché leader dei Fantastici Quattro), il quale scopre la verità: il nostro Arrampicamuri preferito si è unito a un essere senziente, che sta cercando di dominarlo. Il suo costume è vivo.
Peter cerca di disfarsi del simbionte, che tuttavia trova il modo di unirsi nuovamente a lui. Non vuole lasciarlo, ormai tra i due c’è un legame molto profondo e la melmosa creatura non ha alcuna intenzione di abbandonare il nostro eroe. Per staccarlo definitivamente dal suo corpo, c’è solo una cosa da fare: tormentarlo con delle onde soniche potentissime, unico vero punto debole dell’alieno insieme al fuoco. In una scena diventata ormai iconica (ripresa anche nel film Spider-Man 3), vediamo il nostro eroe mettersi all’interno di un campanile, rischiando persino di perdere l’udito a causa dell’enorme frastuono, ma riuscendo nel suo intento: il simbionte si stacca definitivamente da Peter.
Il Ragno Oscuro
Spidey è finalmente libero dal simbionte e può riappropriarsi della sua vita. Passa qualche anno, ma continua a mantenere il look nero per le sue avventure. Pensate che l’idea di dare all’Uomo Ragno un costume così semplice era nata dai disegnatori dell’epoca, stanchi di disegnare una tuta complessa come quella rosso/blu, molto bella ma decisamente complicata, con tutte quelle ragnatele sparse sul corpo. Ecco quindi l’idea di far cambiare look al nostro eroe, cavalcando l’ondata dark che imperversava negli anni 80: anche le storie di Spider-Man diventarono leggermente più cupe, con atmosfere decisamente meno divertenti rispetto al passato (anche se coerenti con il personaggio). Basti pensare a storie come L’Ultima Caccia di Kraven, capolavoro simbolo di quegli anni.
L’arrivo di Eddie Brock
Torniamo al nostro simbionte preferito, rimasto momentaneamente senza ospite. Come abbiamo visto, il Klyntar è letteralmente strisciato via da Peter dopo il “bombardamento acustico”: la creatura cerca riparo all’interno della chiesa posta proprio sotto le campane, in cui finalmente – dopo qualche tempo – incontra colui con cui darà vita a un legame davvero fortissimo: Eddie Brock.
Eddie è un giornalista senza scrupoli, che riesce a far carriera grazie a inganni e menzogne. Reporter del Daily Globe, alla costante ricerca del successo, Eddie credette di aver trovato lo scoop della sua vita quando casualmente pensò di essere riuscito a entrare in contatto con il famigerato serial killer Mangiapeccati, che all’epoca terrorizzava New York: grazie ai suoi articoli Eddie diventò ancora più popolare come giornalista ma, una volta scoperto che la notizia era falsa, venne licenziato perdendo completamente la sua reputazione.
Il “criminale” da lui intervistato altri non era che il suo vicino di casa, che si era inventato tutto. La bufala venne definitivamente smascherata quando Spider-Man catturò il vero Mangiapeccati. A quel punto Eddie cade in vortice di disperazione e umiliazione, che tocca l’apice quando anche sua moglie decide di lasciarlo, così Eddie, disperato, inizia a provare grande risentimento per la società che lo aveva ripudiato e soprattutto per l’Uomo Ragno, responsabile di aver smascherato la notizia falsa e colpevole – secondo lui – di avergli rovinato la vita.
Pronto a suicidarsi, si reca in una chiesa, dove incontra per la prima volta una strana sostanza nera: si tratta proprio del simbionte, che si unisce immediatamente a lui. Entrambi hanno in comune l’odio per Peter Parker e questo darà vita alla creatura che oggi conosciamo come Venom.
Il simbionte, ancora molto legato all’Uomo Ragno, divenne più violento e sanguinario, riuscendo ad alimentare l’odio di Brock, il quale si rinforzò molto nel fisico; l’alieno, inoltre, gli rivelò l’identità segreta dell’Uomo Ragno, mettendo in pericolo sia la vita di Peter che quella dei suoi familiari. L’ossessione nei confronti di Spider-Man portò a un’inevitabile scontro che finì con la sconfitta di Venom e il suo arresto: le autorità, tuttavia, non riuscirono a separare Brock dal simbionte, che anzì, riuscì a sfruttare per camuffarsi da guardia ed evadere.
Brock continuò la sua discesa nell’abisso, giustificando il suo odio per l’Uomo Ragno con gli articoli di giornale che lo dipingevano come criminale.
Il Protettore Letale
Il comportamento di Venom, sin dai suoi esordi, è stato sempre enigmatico: eroe o criminale? Certamente la parola “eroe” si addice poco a un personaggio che iniziato la sua “carriera” come antagonista di Spider-Man, però bisogna ammettere che non è mai stato totalmente dalla parte dei “cattivi”. Creato da David Michelinie e dal disegnatore Todd McFarlane nel 1988, Venom ha in qualche modo sempre difeso quelli che lui definisce “innocenti” (all’inizio erano soprattutto persone che secondo Brock/Venom erano minacciate dall’Uomo Ragno), punendo i colpevoli mangiandogli la testa. Letteralmente.
Quindi è un buono? Diciamo che cerca di difenderci, mettiamola così.
Nel loro pianeta d’origine, i simbionti erano in realtà dei veri e propri “protettori”, che generalmente si fondevano con esseri piccoli e deboli per proteggerli dei grandi predatori. Nel corso dei secoli, però, qualcosa è cambiato: alcune di queste strane creature svilupparono una totale assenza di emozioni, che li ha portati a una sorta di dipendenza da quelle dei propri ospiti. Ovviamente sulla Terra è capitato il simbionte più strano, ma su questo non avevamo dubbi.
Brock si è spesso dovuto impegnare per evitare che Venom ferisse le persone che tentava di proteggere, cercando comunque di concentrare tutta la rabbia solo su coloro i quali ritenesse “cattivi”.
Nella miniserie “Protettore Letale”, veniamo a conoscenza del fatto che Venom è in grado di riprodursi. Carnage, per esempio, possiamo tranquillamente definirla una prole del simbionte, con cui il nostro alieno nero non è mai andato d’accordo, anzi. Addirittura in storie degli anni 90 ha preferito allearsi con il suo acerrimo nemico Spidey pur di sconfiggere Carnage…
Ma il nostro simbionte non è sempre stato legato solo ad Eddie Brock: sono diversi gli ospiti che hanno stretto un legame con lui.
Subito dopo il biondo giornalista c’è stato Mac Gargan (il criminale meglio conosciuto come Lo Scorpione), addirittura la moglie di Eddie Brock, il quale costrinse il simbionte ad unirsi a lei per salvarle la vita, fino ad arrivare a Lee Price, un soldato dall’animo oscuro, che si è rivelato essere uno spietato criminale senza scrupoli.
Siamo onesti: nessuna di queste versioni ci ha veramente entusiasmato. Brock finora è stato il miglior personaggio in assoluto, anche se Flash Thompson è stato un eccellente ospite per il simbionte. L’ex bulletto che faceva le prepotenze a Peter Parker ai tempi della scuola, entra in contatto con il simbionte tramite un programma sperimentale dell’esercito americano, in cui si era arruolato. Ritroveremo un Flash adulto, decisamente cambiato, che ha perso entrambe le gambe in missione. Accetta d’indossare il simbionte, che per un breve periodo gli restituisce la possibilità di tornare a camminare e a combattere per il suo Paese.
Come dicevamo in apertura, purtroppo il film non ha affatto reso giustizia a un personaggio così affascinante.
Ma a noi, tutto sommato, non interessa.
Abbiamo i nostri fumetti (Venom, ogni 15 giorni in edicola e Venom Collection, con le storie più belle, ogni mese in libreria da Panini Comics) e non ci serve molto altro.
Magari del fuoco o della musica a tutto volume, che con questi simbionti non si sa mai…