L’attore Dan Aykroyd, a cui si devono soggetto e sceneggiatura di Ghostbusters (1984), ha detto la sua sul reboot al femminile del 2016.
Dan Aykroyd non ha dubbi: in caso di fantasmi, chiamerebbe loro, le acchiappafantasmi del reboot del 2016, quello che molti di noi hanno cercato di dimenticare. Aykroyd, che è tra gli autori di soggetto e sceneggiatura del primo Ghostbusters (1984) ha voluto riabilitare il film, definendolo come uno “che guarderesti di nuovo”. Ha detto a People:
«Mi è piaciuto quello che il regista, Paul Feig, è stato capace di fare con quelle donne spettacolari.All’epoca ce l’avevo con loro perché avrei dovuto fare il produttore, e invece non ho fatto il mio lavoro e non ho fatto storie sui costi. Ed è costato forse più di quanto avrebbe dovuto, ma tutti lo fanno. Questi film sono tutti così.
Ma diamine se mi è piaciuto! Il cattivo alla fine era grandioso. Mi è piaciuto così tanto. E poi ci sono Kate McKinnon, Leslie Jones, Melissa McCarthy e Kristen Wiig, non si potrà mai fare di meglio. Quindi lo dico pubblicamente: sono onorato di aver potuto contribuire a quel film, lo supporto totalmente e non ho nessuna intenzione di infangarlo. Credo funzioni molto bene insieme agli altri che sono stati fatti.»
Dan Aykroyd e i Ghostbusters
Aykroyd è in qualche modo collegato a doppio filo ai Ghostbusters, per cui può essere considerato il maggiore esperto in materia (l’unico rimasto, dopo la prematura scomparsa di Harold Ramis e Ivan Reitman).
Proprio con Ramis scrisse il film originale, in cui interpretò anche il ruolo di Ray Stantz, ripreso nel sequel del 1989 e nei più recenti sequel del 2021 e 2024.
Nel reboot del 2016, invece, l’ex membro del Saturday Night Live, ha partecipato con un cameo come tassista; a suo tempo, anche Bill Murray, Ernie Hudson, Sigourney Weaver e Annie Potts parteciparono con dei cameo.
Diversamente da Aykroyd, Ernie Hudson, dal canto suo, non ha mai visto la necessità di un reboot, per quanto riconosca la bravura delle quattro interpreti:
«I fan sono molto legati alla storia e ai personaggi, per cui penso sia stato una delusione. A me il film è piaciuto, ma non credo fosse quello che i fan si aspettavano. Insomma, io sono un fan di Paul Feig, quindi non ho nulla di negativo da dire su di lui, a parte che non capisco perché fare un reboot. Fai direttamente un nuovo film, capite che intendo?»
In poche parole, il buon Ernie è riuscito a centrare uno dei cancri che stanno infettando da anni l’industria cinematografica statunitense: l’incapacità di rinnovarsi con nuove idee, che porta le major a fare e rifare sempre gli stessi film, in salse via via peggiori, ignorando che quello che ha funzionato per il pubblico degli anni ’80 e ’90 non necessariamente funzionerà per il pubblico di oggi.
E ha centrato, indirettamente, anche il motivo del successo di Ghostbusters: Legacy (e, anche se meno, di Ghostbusters-Minaccia Glaciale): il film ha rispettato il passato e lo ha naturalmente inglobato nel presente, raccontando un’evoluzione molto naturale, vera e sentita, in cui davvero i fan di allora si sono potuti rivedere. Abbiamo potuto riabbracciare in qualche modo i personaggi di allora, rivivere le loro storie, e conoscere i loro eredi: siamo diventati parte della famiglia a tutti gli effetti.
In ogni caso, Aykroyd ha incluso il reboot del 2016 tra quei film che
«vuoi vedere ancora. Credo sia bello fare roba che dura, che la gente vuole rivedere una, due, tre volte.»
Alla prima visione non sono stata d’accordo, ma un’altra possibilità gliela darò, e vediamo se a questo giro mi conquisterà. Di sicuro non diventerà uno dei miei comfort movie, ma magari non mi farà venire l’orticaria al solo pensiero.
E voi, gliela darete un’altra occasione?
Fonte: Deadline