Dal 10 Aprile è arrivato nelle sale cinematografiche italiane Death of a Unicorn, il nuovo film A24 con Jenna Ortega e Paul Rudd.Una dark comedy dalle tinte splatter, questa pellicola rientra perfettamente nella categoria di film “Eat the rich“. Ma di cosa parla? E cosa si intende con questa definizione? In quest’articolo ve lo spieghiamo meglio.
La trama di Death of a Unicorn
Death of a Unicorn è il nuovo film diretto da Alex Scharfman, con protagonista Ridley (Jenna Ortega), una ragazza che ha un rapporto complicato con il padre Elliot (Paul Rudd). Dopo la morte della madre, infatti, la relazione tra i due ha subito un trauma profondo che continua a lasciare fratture importanti.
Quando Elliot chiede a Ridley di accompagnarlo a un incontro di lavoro con la famiglia aristocratica dei Leopold — composta da Odell Leopold, la moglie Belinda e il figlio Shepard — la situazione prende una piega del tutto inaspettata. Lungo il tragitto, Elliot investe accidentalmente un unicorno (sì, avete capito bene) e cerca di nascondere il misfatto ai suoi clienti.
Tuttavia, una volta arrivati dai Leopold, magnati dell’industria farmaceutica, scoprono che gli unicorni possiedono straordinarie proprietà curative. A quel punto, decidono di sfruttare ogni parte dell’animale per creare rimedi miracolosi da immettere sul mercato, utilizzando sangue, corno e il corpo dell’unicorno.
Solo Ridley si rende conto però della gravità delle azioni che stanno commettendo, e cerca di metterli in guarda continuamente. Ma quando anche gli altri si rendono conto fino a che punto si sono spinti, potrebbe essere ormai troppo tardi…
Death of a Unicorn è una commedia splatter dalle venature horror, capace di suscitare risate ma anche riflessioni più approfondite. Il film, infatti, non risparmia una satira arguta e pungente contro il mercato farmaceutico, sottolineando allo stesso tempo le ipocrisie e le contraddizioni di alcune classi sociali molto agiate.
Cosa si intende per Eat the rich?
La frase, a cui può essere associato anche Death of a Unicorn, viene spesso attribuita al filosofo Jean Jacques Rosseau, che disse: “When the people shall have nothing more to eat, they will eat the rich“ ovvero “Quando il popolo non avrà più nulla da mangiare, mangerà i ricchi.”
Con questo concetto, quindi, si intende la necessità del popolo che, di fronte alla disperazione delle sue condizioni, finirà per ribellarsi contro chi possiede tutto, ovvero le classi più agiate, accusate di vivere con arroganza, senza considerare le conseguenze delle proprie azioni.
Nel tempo, il termine eat the rich si è poi ampliato, diventando un vero e proprio grido di protesta contro le disuguaglianze sociali, uno slogan satirico e provocatorio adottato da movimenti politici, artisti, e sempre più spesso anche come meme o nei prodotti culturali, cinema incluso.
I film Eat the Rich, quindi, smascherano privilegi, ipocrisie e dinamiche tossiche delle classi agiate, a volte con l’uso di una satira esplicita, altre volte con humour nero, elementi di horror o di thriller. E il bersaglio è sempre lo stesso: le élite.
In tal senso, Death of a Unicorn, con la sua irriverenza e i suoi dialoghi taglienti — molti dei quali pronunciati proprio dalla famiglia Leopold — si inserisce perfettamente in questa micro-categoria.
Altri esempi possono essere Saltburn, l’ultimo film di Emerald Fennell, dove il protagonista Oliver si insinua nella vita dell’influente famiglia Catton; oppure Parasite, capolavoro di Bong Joon-ho vincitore di quattro premi Oscar nel 2020, in cui ogni membro della poverissima famiglia Kim si ritaglia un posto nella casa dei ricchi Park, generando una spirale sempre più inquietante di tensioni e ambiguità.
E voi conoscevate questo genere?