Devillady – Quella volta che Nagai giocò a dadi con l’evoluzione

Devillady è una delle opere che più ci piace del Maestro Go Nagai e no, non è la versione maschile di Devilman.  Devillady è la turbolenta espressione creativa del padre di un universo in perenne espansione

 

speciale devillady 2

Tutto ciò che è creato e tutto ciò che non è creato. Go Nagai è un dio che si diverte a giocare a dadi con l’uomo. Crea da sempre infinti possibili scenari, molti terribili, che parlano dell’essere umano affrancato da sovrastrutture e convenzioni.

Quello scelto per Devillady è una disgrazia.

J-POP Manga ha dato alle stampe la tanto attesa riedizione all’interno della Go Nagai Collection di Devillady, il viaggio di Jun Fudo nei bassi istinti dell’uomo che stanno per invertire l’evoluzione. Nove corposi volumi brossurati racchiuderanno un racconto sordido che ha segnato la storia del manga e che è giusto riproporre in questo momento storico così favorevole e aperto alla riscoperta dei grandi classici d’autore.

Spogliati di tutto, cosa rimane della nostra razza animale? Violenza, istinto sessuale, rabbia. Non dobbiamo prendercela se Nagai ci disegna così, in fondo ce l’abbiamo messa tutta nei secoli per far emergere il peggio di noi stessi.

La complessità del lavoro di Nagai è guidata da una convinzione di fondo, aiutata certamente anche dalle sue dichiarazioni: alla base del suo creato c’è un disegno unico.

Per chi se lo stesse chiedendo, Devil Lady o Devillady non è la versione al femminile di Devilman. Jun Fudo, la protagonista umana dell’opera, occupa la stessa parte di questo specifico universo nagaiano ma la sua storia è diversa, oserei peggiore, rispetto a quella di Akira Fudo.

Oggi i puristi possono permettersi anche il lusso di andare in ordine per conoscere il mondo demoniaco di Nagai prima di arrivare a Devillady. L’avvertenza che debbo necessariamente dare è: se doveste decidere di leggere prima Devillady di Devilman, sappiate che il finale di quest’ultima opera è presente con dovizia di particolari su Devillady perché sì, concedetemelo, i due diavoli sono destinati ad incontrarsi.

Detto questo, il flusso creativo dell’autore è da sempre molto turbolento ed è difficile canonizzare timeline e continuity fino a quando lui non decide di dare indicazioni univoche. Ad esempio, ancora aspettiamo di sapere se Demon Knight è il prequel ufficiale di Devilman o no.

Fatta questa doverosa premessa, preparatevi a sentirvi come dei vermi nudi, perché Nagai non tollera menzogne e la salvezza delle nostre anime passa sempre da una profonda comprensione dei peccati dell’uomo.

Devillady vide la luce nel 1997 sulle pagine di Weekly Morning. La serializzazione andò avanti fino al 2000 e raccolta infine in 17 tankobon. Nelle pagine dell’opera scorre una violenza inaudita, scempi di natura sessuale e crudeli verità. Una storia che prende a ceffoni  il lettore, più di Devilman sicuramente, oserei dire anche più di Violence Jack.

Ora, l’impatto sulla cultura fumettistica di Devilman non ha eguali, ma qui si toccano picchi traumatici incredibili oltre a un disegno tra i migliori in assoluto di tutta la sua produzione.

È giusto dare qualcosa in più di un accenno di trama (esclusivamente indirizzata a un pubblico maturo) per capire a cosa si va incontro:

Jun Fudo è una bellissima insegnante delle scuole superiori con un passato da campionessa olimpionica di nuoto.

Devillady – Quella volta che Nagai giocò ai dadi con l’evoluzione

Da sempre qualcosa di atavico la tormenta e ora sembra sul punto di prendere in lei il sopravvento. Il circolo del tennis di cui di Jun è responsabile è pronto ad un bel ritiro in montagna. La prima notte in gita è all’insegna della tragedia. Giunta l’oscurità, i ragazzi vengono trucidati e le ragazze violentate da uomini che si trasformano in sordidi demoni assetati di sangue e sesso. In Jun, pronta a tutto per salvare i suoi studenti, si risveglia così l’istinto demoniaco che la porta a tramutarsi in un diavolo dalla forza sovraumana. Ella sbrana e uccide i feroci uomini demoni.

Devillady – Quella volta che Nagai giocò a dadi con l’evoluzione

Devillady – Quella volta che Nagai giocò ai dadi con l’evoluzione

Confusa e terrorizzata dagli eventi, Jun fa la conoscenza di Ran Asuka, donna a capo di un’organizzazione paramilitare, la Human Alliance. È lei a spiegare a Jun cosa si cela dietro alla sua trasformazione ed a quella degli uomini diavoli. Jun a differenza di altri, è come se riuscisse a controllare la sua parte demoniaca ed è proprio per questo che moralmente non ha scelta, deve combattere la bestialità incontenibile dei cosiddetti Devil Beast.

Jun scopre inoltre che sono stati i suoi genitori, biologhi di fama mondiale ed esperti di devilmen a dotarla della facoltà di trasformarsi in modo controllato. Il Dottor Fudo spiegherà alla figlia, e a noi lettori, che il fattore Devil Beast si è sviluppato naturalmente negli anni e fa parte dell’evoluzione. Finora l’uomo si era incamminato sulla via della ragione, ora l’evoluzione ha invertito la propria rotta.

La storia dell’umanità è fatta anche di bivi dopotutto, di partite giocate al buio, di azzardi e scherzi del destino prima ancora che di lume della ragione.

Devillady si sbroglia tra combattimenti violenti e perdita di senno delle comparse che affollano le pagine dell’opera. Nagai riesce a dominare il caos con un disegno superlativo, una sorta di apoteosi del teratoguro in una delle sue derivazioni più violente, quella del Monster Rape Guro. La protagonista viene ripetutamente sottoposta a violenza sessuale, tanto da costringere il lettore a diverse pause per non rimanere imprigionato in un lungo incubo.

Ricordiamoci sempre che Nagai è un gran condannatore della morale della vergogna. Ne abbiamo parlato a proposito de La scuola senza pudore, altro esempio di libertà sfrenata del Sensei.

Jun vive il suo risveglio come un istinto sessuale che prende il sopravvento ma la capacità di controllare la bestia che dimora nel suo animo le permette di contrapporsi alla malvagità dei Devil Beast, furenti stupratori, esseri mutati e depravati all’inverosimile, assetati di morte.

La dovizia di particolari macabri, gli espliciti atti sessuali violenti sono difficili da guardare senza provare un profondo senso di orrore. Qui c’è una rappresentazione cruda di quello che tutti noi pensiamo: se un uomo è capace di violentare una donna, è un mostro. Nagai disegna e spiega ripetutamente proprio questo, qui ritroviamo dunque uno dei punti fermi della sua filosofia: i veri mostri sono sempre gli uomini.

Laddove i vivi non dovrebbero entrare, sprofonda Jun Fudo. Uno dei risvolti di trama migliori di Nagai, e non solo, vi attende in Devillady, un’opera che vi saprà stupire. Non dovete far altro che leggere e leggere; l’attesa verrà ampiamente ripagata da un autore fortemente ispirato. Quant’è autoreferenziale Go Nagai? Parecchio, ma d’altronde se lo può permettere.

Una timeline appagante per i feticisti del sensei, un colpo di scena inaspettato per tutti a prescindere da quante opere di questo universo abbiate letto. Un vero e proprio varco verso gli abissi riempirà le pagine facendovi strabuzzare gli occhi.  Jun Fudo è una donna terrorizzata da se stessa e dal mondo che la circonda. Riesce tuttavia a superare il senso di sopraffazione e a combattere controllando l’oscurità che alberga dentro di lei. Il coraggio e il sacrificio le fanno vivere un incubo a occhi aperti che solo un autore come Nagai avrebbe potuto portare a compimento. Come in Devilman, se decidi di accedere “all’eredità di paura” devi fartene carico e subirne le conseguenze.

Ricordatevi, se sceglierete di sedervi al tavolo e giocare a dadi con Go Nagai, andateci piano con le puntate perché sicuramente sarà lui a vincere.


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Sig.ra Moroboshi

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Contro il logorio della vita moderna, si difende leggendo una quantità esagerata di fumetti. Non adora altro Dio all'infuori di Tezuka. Cerca disperatamente da anni di rianimare il suo tamagotchi senza successo. Crede ancora che prima o poi, leggerà la fine di Berserk.

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