Discosogni è l’esordio di Alessandra Rostagnotto, a cui abbiamo fatto qualche domanda, per farci scoprire chi si nasconde dietro questo fumetto ambientato negli anni Ottanta, tutto incentrato sul sogno di due ragazzi
Discosogni, il tuo fumetto tutto musicale edito da Bao Publishing, si apre nell’ottobre 1984. Come mai hai scelto questa data per ambientare la tua storia?
Ambientarlo nel 1984 è stata una scelta strategica per far sì che alcuni artisti del panorama musicale internazionale e le loro canzoni che volevo citare avessero già raggiunto il successo. E poi ho scelto ottobre perché adoro il mare a fine stagione.
I riferimenti agli artisti, la palette utilizzata nei disegni, le acconciature, lo stile, sottolineano l’amore che hai verso i gloriosi anni Ottanta. Siamo dello stesso anno e anche tu come me, non li hai però vissuti. Tra le varie caratteristiche che sono peculiari di quest’epoca coloratissima ed eccentrica, quale avresti voluto vivere in prima persona?
Mi sarebbe piaciuto tantissimo fare la pubblicitaria e la graphic designer in quel periodo, magari fa sorridere perché è diventato il mio lavoro attuale, ma sarebbe stato sicuramente tremila volte più divertente farlo negli anni ’80. Le pubblicità erano stupende, delle vere e proprie opere d’arte.
Ambra e Giovanni hanno un sogno: sfondare nel mondo dello spettacolo. Sono due personaggi estremamente decisi e sicuri di quello che vogliono nella vita, anche tu sei stata sicura come loro e sapevi perfettamente quale percorso avresti voluto fare nella tua vita?
Assolutamente no, sapevo solo che volevo disegnare, direi che mi è andata benissimo. Ho sicuramente la stessa predisposizione di Ambra verso le sfide, mi è piaciuto andare contro quello che i miei coetanei pensavano di me. Volevo dimostrare loro tutto il contrario, credo di esserci riuscita. Penso di poter dire che sono meno sfigata di quando ero al liceo [ride].
La storia di Ambra e Giovanni ci illustra anche gli spiacevoli dietro le quinte che ci sono dietro al velo patinato dello show business, i sogni infranti di giovani promesse, le carriere stroncate, lo sfruttamento. La tua carriera di illustratrice ti ha permesso di entrare a contatto con la scena musicale e anche con quella cinematografica, rispetto a quello che hai descritto in Discosogni, è cambiato qualcosa oggi?
Ho messo giusto la punta del piede dentro il mondo musicale e cinematografico, è senz’altro un mondo ancora difficilissimo. Opportunità che non arrivano, lavoro non retribuito… so che può succedere. L’arte dipende ancora da cosa pensa il pubblico, se non si ha questa approvazione, si rischia di tornare a casa.
La musica è un elemento fondamentale di questo fumetto. C’è una playlist che hai creato per i lettori e ogni capitolo si apre con il titolo di una canzone: qual è il tuo rapporto con la musica?
Sarà un enorme banalità, ma la musica salva la vita. Io passo almeno 16 ore al giorno ascoltando musica, senza non funzionerei. Senza una colonna sonora non avrei tirato nemmeno una riga di questo fumetto.
Hai lavorato fino ad ora come illustratrice e Discosogni è il tuo primo fumetto da autrice completa. Com’è andata con la stesura di questo progetto, quali sono state le difficoltà che hai incontrato? E com’è stato lavorare a qualcosa di tuo dalla A alla Z?
La pagina bianca è un incubo per me, la parte di stesura della sceneggiatura e dello storyboard sono state di una difficoltà devastante quando mi sono approcciata per la prima volta. Sarei felicissima di fare un altro fumetto, ma devo ammettere che il pensiero di riprendere da capo questo processo un po’ mi intimorisce.
Visto che il tuo lavoro si svolge principalmente negli USA com’è stato doverti rapportare con il pubblico italiano? Quali feedback hai ricevuto sul fumetto?
Ho un seguito molto di nicchia fatto di carissimi amici e gente stupenda che a quanto pare apprezza il mio lavoro. In questo periodo ho iniziato a scrivere le descrizioni dei miei post in italiano invece che in inglese e tutto mi è sembrato molto più intimo e di essere molto più vicina ai miei follower. Per quanto riguarda i feedback, ho ricevuto dei messaggi stupendi da lettori appassionati di musica elettronica o che hanno passato la loro giovinezza negli anni ’80, li ricorderò per sempre, hanno ripagato completamente tutto il mio sforzo per creare il libro.
Cosa vedi nel tuo futuro? Questa esperienza ti ha fatto venire voglia di lavorare ad un nuovo fumetto? O continuerai con l’illustrazione?
Vedo un secondo fumetto, questa volta negli anni ’90 e in Inghilterra, con tematica centrale la salute mentale e come colonna sonora esclusivamente Britpop e Big Beat. Tengo le dita incrociate, adorerei lavorare ancora con la Bao.
Ringraziamo l’autrice per averci fatto tornare indietro nel tempo!
L’autrice
Alessandra Rostagnotto, classe 1994, vive a Pinerolo dove lavora come fumettista e illustratrice. Dopo la laurea in Design e Comunicazione visiva al Politecnico di Torino consegue un Master in Illustrazione alla Kingston University di Londra. Lavora principalmente con gli Stati Uniti, dove progetta copertine di album per musicisti emergenti e illustra articoli per riviste di cinema come “The Hollywood Reporter”. Attualmente in villeggiatura a Spotorno a giocare soldi a burraco con i suoi amici pensionati.