Eiichiro Oda, il mangaka che ha dato vita a One Piece, ha rivelato in un’intervista di aver pensato di cambiare il destino del fratello di Luffy. Leggiamo le sue parole in proposito.
Mi sono detta che l’ultimo pianto dell’anno andava fatto in compagnia quindi eccomi qua. In un’intervista del 2012, ma solo recentemente tradotta in parte dall’utente di X (ex Twitter) @/sandman_AP, il nostro amato sensei Oda ha parlato della figura di Portgas D. Ace:
Quando Ace è apparso per la prima volta, la reazione del mio pubblico è stata straordinaria. Quindi ero preoccupato sul dover uccidere o meno Ace. Avevo programmato di farlo solo un anno dopo la sua apparizione, ma alla fine ci sono voluti dieci anni (queste parole del sensei potrebbero risalire al volume 3 del One Piece Magazine)
Ebbene si, anche Oda ha avuto i suoi dubbi, ma alla fine ha solo ritardato una fine inevitabile. La morte di Ace rappresenta un vero momento di svolta per One Piece e una autentica rarità nel mondo dei gradi franchise. Infatti, molto di rado i personaggi importanti vanno incontro alla morte e il fatto che fosse il fratello del protagonista di una serie che ha fatto (e sta facendo) la storia ha reso il tutto doppiamente straziante.
Lo ammetto, ho pianto fiumi e fiumi di lacrime quando ho guardato l’episodio della sua morte (il 483, se volete piangere di nuovo). Sapevo che sarebbe avvenuta, eppure non ho potuto fermarmi. Non so dirvi perché mi sono così affezionata a lui, ma è uno di quei personaggi che credo sia impossibile odiare. E la sua storia, legata così strettamente a quella dei suoi fratelli Luffy e Sabo, ma anche a quello che lui considera il suo vero padre, il nostro Barbabianca, sono un qualcosa che non può lasciare indifferenti. Ma Ace è anche molto altro, soprattutto è un ragazzo che sente il peso di essere figlio del Re di Pirati, ma anche un giovane che ama divertirsi. Quello che colpisce di lui è il modo in cui si è sacrificato per Luffy, senza alcun tipo di esitazione. E poi la sua ultima frase: “Anche se sono stato un buono a nulla per tutta la vita, anche se sono il figlio di un poco di buono, voi mi avete sempre amato! Vi ringrazio!”. Se ci continuo a pensare, piango, qui di fronte alla mia figure di Ace.
Ma la sua morte era davvero necessaria?
Si (purtroppo). A causa di questo evento traumatico, Luffy si rende conto di non essere in grado di proteggere chi ama e di non essere abbastanza forte per avventurarsi ulteriormente nel Nuovo Mondo. Questo lo porta a prendere la sofferta decisione di separarsi dai suoi compagni per allenarsi ognuno per conto proprio e rivedersi solo dopo due anni. Si tratta di un time-skip decisivo per la Ciurma di Cappello di Paglia, che ci introduce davvero nel pieno della trama di One Piece.
Fonte: cbr.com