Nel secondo giorno di Etna Comics 2024 abbiamo assistito al panel in memoria di Alfredo Castelli, incredibile autore e critico italiano, scomparso il 7 febbraio scorso
Nella seconda giornata di Etna Comics abbiamo avuto l’occasione di partecipare a un talk tanto interessante quanto toccante. L’organizzazione di Etna Comics, insieme ad alcuni autori, ha voluto omaggiare e ricordare uno degli autori più importanti del panorama fumettistico italiano: Alfredo Castelli.
L’autore milanese scomparso improvvisamente nel febbraio di quest’anno ha lasciato un vuoto incolmabile non solo artistico, ma soprattutto umano tra i numerosi colleghi con cui ha lavorato nel corso della sua carriera.
Oltre al panel di cui andremo a parlare a breve, ricordiamo che Castelli è stato anche omaggiato dall’organizzazione di Etna Comics 2024 con una mostra presente in fiera intitolata ‘Il Vulcanico Castelli’ a lui dedicata.
Presenti al talk, Marco Grasso, moderatore, e gli artisti ‘bonelliani’ Giampiero Casertano e Luigi Siniscalchi. Mentre in collegamento due monumenti del fumetto italiano quali Silver, autore di Lupo Alberto che recentemente ha festeggiato i 50 anni di vita, e Mario Gomboli, Direttore di Astorina la casa editrice di Diabolik, grandi amici del compianto sceneggiatore.
Vediamo cosa hanno detto gli autori sullo stimatissimo collega Alfredo Castelli.
Il ricordo degli amici di una vita: Mario Gomboli e Silver
Grasso ha voluto cominciare la chiacchierata ricordando le tre volte che Castelli è stato all’Etna Comics sottolineando che tutte le volte ha sempre portato contenuti interessanti, lasciando testimonianze ai piedi dell’Etna. Castelli aveva un grandissimo cuore e per la fondazione catanese Marco Montalbano, creata per i giovani fumettisti e appassionati di arti visive e sequenziali, aveva realizzato una storia con protagonista la sua più importante creazione: “Martin Mystére e i vespri siciliani” dove Martin parlava con Marco Montalbano, il fondatore della fondazione.
Gomboli, invece, ha voluto ricordare l’amico Alfredo Castelli, conosciuto sui banchi del liceo e con cui ha lavorato su diversi progetti. Il suo commento su Alfredo è stato:
“Ho avuto la fortuna di sparare sciocchezze con lui e di lavorare su iniziative folli, ma divertenti”.
Alfredo Castelli al liceo, ha detto Gomboli, è stato un ragazzo che poteva ricoprire diversi ruoli e che da giovane è stato curioso e vulcanico, aggettivi che si è portato dietro per tutta la vita e che ne hanno contraddistinto parte del carattere.
Il direttore di Astorina ha parlato anche del suo lavoro con Castelli su Diabolik, collana a cui il creatore di Martin Mystére era molto legato. Aveva sempre delle idee pero’ non lo soddisfacevano abbastanza e le abbandonava preso da altre idee.
Il compito di Gomboli era quello di trasformare le ‘pensate’ di Alfredo in qualcosa di positivo; era sempre così. Una delle cose per cui viene ricordato è il remake dello storico Diabolik #1. Era una rivisitazione del primo numero dove cercava di inserire elementi che, secondo lui, la Giussani aveva trascurato o non approfondito abbastanza. Il volume uscì nel 2002 per i 40 anni del Re del Terrore.
Anche Silver ha detto la sua sul passato lavorativo con Castelli ricordando simpaticamente tutti i fiaschi ‘catastrofici’ che li hanno visti coinvolti, nulla di trascendentale dal punto di vista economico, ha detto il papà di Lupo Alberto, ma sicuramente importanti per non aver raggiunto le aspettative sperate dai due autori.
Castelli era una continua fucina di idee, oltre che una persona molto curiosa e interessata. L’ultima volta che si sono sentiti è stato al Natale scorso: l’idea era progettare qualcosa insieme, ma non c’è stato il tempo.
Insieme i due autori hanno creato Eureka, esperienza ricordata da Silver come uno dei momenti piu’ intensi e belli della sua vita. L’autore ha ricordato quell’esperienza come un successo a livello di critica ma un flop economico, nonostante si trattasse di una delle riviste del settore più amate all’epoca e che, ad artisti come Siniscalchi, hanno insegnato un sacco di cose.
Il ‘Vulcanico’ Alfredo Castelli: parola ai disegnatori che ha lanciato
Passando agli ospiti presenti fisicamente, Giampiero Casertano, celebre disegnatore principalmente di Dylan Dog, ha condiviso con il pubblico un bellissimo ricordo di Castelli: nel 1985, da giovanissimo, riuscì a entrare in Sergio Bonelli grazie a lui. Con Claudio Villa, all’epoca giovane talento, un giorno andarono a casa di Castelli per mostrargli dei lavori e trovarono una vera e propria sala giochi. La cosa inconsueta è che Alfredo mise entrambi i giovanissimi disegnatori sin da subito a loro agio.
Il ricordo più vivido riguarda l’estrema libertà che Castelli lasciava ai suoi disegnatori e il divertimento con cui affrontava il lavoro. Era un divertente lazzarone anche (e soprattutto) sul lavoro. Una volta ha presentato una sceneggiatura spiegata dall’Omino Bufo, altra sua esilarante creazione!
Casertano ha raccontato che riceveva alcune pagine della sceneggiatura di Martin Mystére da parte dello scrittore, che poi spariva per molto tempo. A volte iniziava una sceneggiatura e poi la lasciava a metà e quando ci tornava sopra, non ricordandosela, la cambiava per rispetto delle tavole che il disegnatore aveva realizzato.
Piuttosto che cambiare le tavole, cambiava le battute per non far rifare il lavoro all’artista. Lasciava molta libertà e spazio ai suoi disegnatori. Era un personaggio molto amato, dalla cultura smisurata a cui piaceva scherzare.
Siniscalchi, disegnatore di Martin Mystére, ha detto che per la sua generazione era un punto di riferimento insieme a Tiziano Sclavi, altra colonna portante di Bonelli e papà di Dylan Dog. Ironia, divertimento e genialità erano le caratteristiche che lo contraddistinguevano e riusciva a strappare un sorriso sempre. Alcune volte capitava che scrivesse sceneggiature con vignette con su scritto “qua si prendono a botte. Fai tu”.
Ma essendo un uomo molto impegnato con mille idee per la testa, ad ogni fiera era sempre di corsa e frettoloso. Lavorare con lui è stato anche questo.
Per Siniscalchi è stata la possibilità di entrare in una serie e di iniziare il mestiere che da sempre desiderava fare e che è il più bello del mondo. Per lui Castelli è stato un capitano; era culturalmente incredibile, ma al contempo divertente e ti faceva sentire un compagno di giochi. Ti tirava dentro con tutta la spensieratezza di cui solo lui era capace.
Quello che monta oggi è la nostalgia di non poterlo incontrare più.
L’ultimo esilarante ricordo di Alfredo
Si chiude questo incontro con un ricordo da parte di Grasso dell’autoironia che contraddistingueva, tra le tante cose, Castelli. In uno dei suoi viaggi a Catania, una volta arrivò con quello che pensò essere il suo trolley e invece era quello di sua moglie, appena tornata da un viaggio, assolutamente identico e scambiato prima della partenza. Castelli si ritrovò con solo quello che aveva addosso, poiché nella valigia c’erano i vestiti della moglie.
La frase di chiusura di Grasso è stata “Non avrei mai pensato di collaborare con Castelli portandolo a comprare dei vestiti”. Alfredo era così: un genio irresistibile da tutti amato e un grande mattacchione. Mancherà a tutti.