È stata finalmente rivelata l’identità del nuovo Dottore, protagonista della longeva serie televisiva prodotta dalla BBC.
Questa storia, dall’aspetto tanto fantascientifico quanto fiabesco, racconta la “traballante e traballosa….roba….temporaleggiante” (o, come i fan adorano ricordare, “wibbly-wobbly timey-wimey…stuff”), che è la vita del Dottore. Sono certo di scrivere per un pubblico tanto acculturato sulla questione da non necessitare di ulteriori specificazioni sulla trama. Tuttavia, siccome sono tanto egocentrico da amare alla follia il suono della mia voce da spiegone (e anche quello delle lettere della tastiera battute dalle Mie dita), eccovi un breve sunto.
Un pianeta remoto, Gallifrey, è abitato da una razza aliena superiore: i Signori del Tempo. Questi presentano caratteristiche peculiari da molti punti di vista, tra le quali due spiccano in particolar modo:
- Due cuori;
- Un ciclo vitale molto più longevo degli esseri umani, che consente loro di “rigenerare” il proprio corpo, evitando così d’incontrare uno degli Eterni di Gaiman (sappiamo tutti di chi parlo, no? Nel caso in cui non lo sapeste, dite “sì” e poi di nascosto adoperatevi per documentarvi sulla faccenda).
I Signori del Tempo posseggono una conoscenza dei fondamenti scientifici della realtà infinitamente superiore a quella nostra attuale, e tra le varie tecnologie a disposizione ve n’è una che potrebbe essere considerata, da alcuni, un McGuffin: una macchina del tempo.
Ma come, mi permetto di definire il TARDIS un McGuffin? No, non avete capito. Non ce lo sto definendo, sto dicendo che quella bellissima macchina è l’espediente che fa allontanare da Gallifrey un giovanissimo Dottore. Questo Signore del Tempo fugge assieme alla sua amata TARDIS senza avere la patente, cioè senza saperla guidare. Il Dottore è nel TARDIS e con questo si addentra nell’Universo.
Da questo momento in poi, il Dottore viaggerà per vari ponti di Einstein-Rosen (o wormhole, per gli amici). Se avete visto Donnie Darko, sono quei cosi che escono dalla pancia della gente. Se siete fisici mi starete insultando, attraversando il tempo e lo spazio. E quando hai la trama del cosmo ai tuoi piedi, da dove vuoi cominciare? Come dici? Da quel fantastico ed esotico pianeta sconosciuto? Amico, ricordati che ‘sto viaggetto te lo fai perché te paga la BBC. Come dici? Londra? Bravo pupo. Comincia da Londra.
Questo alieno con preferenze molto anglosassoni, dotato di due cuori grandi così, sfrutta il potenziale del suo mezzo di trasporto per aiutare i popoli. La sua arma? Un cacciavite che fa: ”bibibibibibibibibì” e si illumina quando lo premi.
Il Dottore è contro le armi. È un buono, che ha dovuto affrontare delle scelte cattive e difficili. Dietro questo spirito fantascientifico di cui parlavo, c’è la storia di un individuo che ha dovuto mettere da parte le proprie emozioni e l’amore verso il proprio pianeta per preservare la materia stessa dell’esistenza. Ha posto fine ad una guerra. La più terribile di tutte. Avvolta per molto tempo nel mistero, nominata quasi con timore dai più: la Guerra del Tempo. Due delle razze superiori tra tutto l’Universo che si affrontano. Dalek da una parte (“Exterminate!”), Signori del Tempo dall’altra.
È un Dottore, si. Ma è anche un Guerriero. Se ne rende conto in un momento cruciale di svolta nella sua esistenza grazie a River Song, un personaggio criptico in quel periodo: le varie culture dell’Universo hanno adottato nei secoli il nome “Dottore” per indicare un «guaritore e un uomo saggio»; presso le Foreste Gamma, invece, “Dottore” significherebbe diversamente «grande guerriero». E, nel corso della sua esistenza, prenderà coscienza di questa dualità del suo essere, non potendola ignorare.
Dopo le peripezie affrontate, dopo la solitudine che comunque non lo ha incattivito, lui è qui per aiutare. Lui è il Dottore, è qui per aiutare.
Non importa che forma assuma o che carattere adotti. Sarà sempre il Dottore.
Che si tratti di dover rimpiazzare un attore, o svecchiare una figura ormai troppo sviscerata, nessuna rigenerazione è stata mai deludente: ogni singolo attore è stato in grado di caratterizzare questa creatura dalle mille (infinite, potenzialmente) sfaccettature, rendendola memorabile.
Ora è il momento di Jodie Whittaker. Forse la ricorderete per la sua interpretazione della madre del piccolo Daniel Latimer in “Broadchurch” (sempre firmata BBC, che consiglio caldamente).
Doctor Who dimostra così di essere una serie in grado di viaggiare nel tempo, nello spazio e anche nel genere.
Ora sta a lei prendere le redini di questo iconico ruolo. Io posso solo esserne emozionato. Mamma mia, ogni volta che la BBC se ne esce con “introducing – pinco pallo – as the Doctor”, mi vengono i brividi.
Dottor Connors
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Daniele Artioli
(21 Luglio 2017 - 01:10)Tantissima stima per il riferimento agli Eterni! Anche se, come dice spesso Morte, alla fine tutto muore, concetto che ripete spesso anche il Dottore.
La scelta di un Dottore donna per ora non mi convince. Vedremo il risultato, ma per ora mi sembra somigli tanto alle stantie operazioni di marketing che molto spesso avvengono (vedi Ghostbusters).
meganerd
(21 Luglio 2017 - 01:12)Oddio, speriamo proprio di no… finora la BBC non ci ha mai deluso, speriamo non inizi proprio ora. Dai, un po’ di fiducia!
Daniele Artioli
(21 Luglio 2017 - 01:17)Ma infatti spero tantissimo di potermi smentire da solo un giorno. So già però che mi mancherà il Dottore come “figura paterna”, un po’ severo e un po’ goofy, a cui mi sono affezionato. Bene o male che sia, il 13 sarà molto diverso credo, più di quanto avvenuto ad ogni rigenerazione, e un po’ mi dispiace.
Poi, come hai detto, è la BBC e non la Rai, per cui una chance gliela si dà sempre!