Torniamo a occuparci del sorprendente collettivo Ehm Autoproduzioni: dopo Wake Up, Custagliola, Cosentino e uno stuolo di artisti vari presentano Frikis, il nuovo webcomic bisettimanale di cui non potrete più fare a meno
MegaNerd da qualche tempo segue con vivo interesse il lavoro del collettivo Ehm Autoproduzioni. Se vi siete persi il sorprendente web comic che risponde al nome di Wake Up, questo è il momento buono per recuperare (in ogni caso, qui trovate la nostra recensione). Potrete così farvi un’idea su delle anime inquiete, tra tutte quelle di Dario Custagliola e Antonello Cosentino, che ora tornano a tormentare il nostro riposo con Frikis, per la collana Clash, serie che ha esordito il 4 febbraio 2019 sul sito www.ehmautoproduzioni.com. Ogni due settimane sarà disponibile un nuovo episodio (in tutto saranno sei) e potrete goderne gratuitamente accedendo direttamente al sito.
Frikis racconta una storia orribile. È una parola che rimanda a una tragedia umana inconcepibile eppure reale, tangibile e recente, come raccontano i pochi sopravvissuti. Gli Autori ci hanno mostrato in passato di avere cognizione del torbido, dell’orrore. Wake Up era un’ottima prova d’autore che captava le basse frequenze dell’essere umano; quelle vibrazioni sopite e quotidianamente domate, che improvvisamente si scatenavano macchiando di terrore ogni cosa che incontravano sul loro cammino.
Di cosa parla e chi sono i Frikis? La storia contemporanea ci racconta che i Frikis sono una comunità punk cubana, nata tra il finire degli anni Ottanta e i primi anni Novanta. Anni difficili per Cuba, che si trovò costretta a fronteggiare, a seguito del declino dei compagni sovietici, la povertà estrema, la scarsità di risorse e, da ultimo, la diffusione senza controllo dell’AIDS. Controrivoluzionari e costretti ai margini della società, i Frikis venivano perseguitati dal regime di Castro e molti di loro, per sfuggire alle persecuzioni, decisero di contrarre volontariamente l’HIV iniettandosi il sangue infetto dei propri compagni. Questa scelta estrema, a dir poco scioccante, fu la conseguenza diretta dell’approccio cubano al dilagare dell’AIDS. I sieropositivi venivano infatti posti in quarantena in sanatori isolati così da interrompere ogni contatto con il mondo. Pur di sfuggire alla persecuzione, degli uomini e delle donne hanno scientemente deciso di ammalarsi.
È senza dubbio interessante l’idea di partenza degli Autori, i quali riescono abilmente a non rimanere costretti nel fatto in sé. La storia prende sì spunto dalle comunità punk cubane, ma racconta altro. La sensazione è di una catena che lega i polsi. Le tavole sono pervase da un forte senso di oppressione, di grida soffocate. Con i primi due capitoli Custagliola ha posto le fondamenta di quella che, da lettrice spero, si rivelerà una liberazione proprio da quelle catene.
I disegni del primo episodio sono stati realizzati da Antonello Cosentino, già coautore con Custagliola di Wake Up. Anche questa volta Cosentino intercetta perfettamente il volere dello sceneggiatore e lo restituisce con linee pulite e un tratto definito, completato alla perfezione dal colore di Francesco Montalbano, che si occuperà dell’opera nella sua completezza. Il secondo episodio vede al disegno Fabio Baldolini. Quest’ultimo introduce uno stile totalmente differente, quasi corrosivo della narrazione. Il disegno è maledetto e sofferente e, proprio grazie a lui, la narrazione si apre verso nuovi orizzonti che ci fanno credere fermamente che Frikis abbia uno scopo preciso, ossia quello di utilizzare l’angosciante cronaca cubana come ispirazione, per poi dirigersi verso un messaggio universale da condividere con tutti noi.
Il consiglio da lettrice insaziabile quale sono non è solo quello di leggere Frikis, ma di seguire il lavoro di Ehm Autoproduzioni. Forse, essendo palermitani come me, si è instaurata una sorta di empatia tribale e non riesco a essere del tutto oggettiva. Fatto sta che Frikis lo leggi e ti rimane addosso. Se provi a scollartelo di dosso, ti si strappa la pelle.
Ah. Dimenticavo. Mierda.