In una nuova biografia, scritta da Dave Itzkoff, il ricordo dell’attore, nelle voci di amici e parenti: “A volte si bloccava in una posizione, incapace di muoversi”
Dimenticava le battute, non trovava le parole, si bloccava in una posizione e non era più in grado di muoversi: in una nuova biografia, scritta da Dave Itzkoff, vengono ripercorsi gli ultimi giorni di Robin Williams. L’attore è scomparso nel 2014, a 63 anni, morto suicida, e il libro indaga sui fattori che l’hanno portato a compiere il gesto, raccontandolo attraverso le voci di chi gli stava accanto, parenti, amici e dipendenti di Hollywood.
«Ogni fine giornata, singhiozzava tra le mie braccia. È stato orribile», ha ricordato la truccatrice Cheri Mins, con lui sul set dell’ultimo capitolo della saga Una notte al Museo, «Non avevo la capacità per affrontare ciò che gli stava accadendo». La frustrazione era legata al fatto che non riusciva a ricordare le battute, solo uno di una serie sintomi lamentati dall’attore.
«Aveva un’andatura lenta e strascinata», ricorda la terza moglie, Susan Schneider, «Odiava non riuscire a trovare le parole, quando conversava. A volte si bloccava in una posizione, incapace di muoversi: la cosa lo frustrava. Iniziava ad avere problemi di vista, non riusciva a valutare distanza a profondità. Era sempre confuso. Ho pensato: mio marito è ipocondriaco? Abbiamo indagato e provato qualsiasi cosa, ma non cerano risposte».
Il profilo di Williams che emerge dal libro è quello di un uomo schiacciato da solitudine e insicurezza, spesso infedele, «selvaggiamente estroverso e dolorosamente introverso». Si nascondeva dietro i personaggi comici da lui stesso creati, cambiando voce e personalità con una velocità ipnotica. In pochi ricordano di aver avuto una conversazione seria con il vero lui.
L’11 agosto del 2014, l’assistente personale del comico, Rebecca Erwin, ha trovato il suo corpo senza vita in camera da letto. Nessun biglietto, nessuna spiegazione. In seguito è emerso che il 63enne aveva a lungo combattuto contro la depressione e gli era stato diagnosticato il morbo di Parkinson. L’autopsia ha rivelato che era affetto anche dal morbo di Levy, che non gli era stata diagnosticata in vita.