In un mondo di lustrini e colori fluo, di tutine attillate e capelli cotonati, le Gorgeous Ladies Of Wrestling s’impegnano a cambiare, almeno in parte, il mondo della televisione e ciò che le donne devono subire in esso
Glow è serie molto interessante che non solo narra della nascita dei programmi di wrestling, parlando delle mosse, dei retroscena, delle acrobazie da ring, ma anche e soprattutto delle battaglie che le attrici hanno portato avanti in un mondo profondamente maschilista e sessualizzato come quello della TV.
Ruolo di spicco hanno i personaggi di Ruth e Debbie: la prima che cerca una parte da vera attrice in un mondo in cui le donne sono utilizzate solo come spalla o in ruoli subalterni che mettono in luce stereotipi femminili, la seconda che con una situazione sentimentale difficile cerca in tutti i modi di prendere in mano le redini della sua vita e del programma che la vuole star, diventandone anche produttrice.
In realtà, pur avendo questi due personaggi una prominenza, la serie è quanto mai corale: tutte sono protagoniste in Glow, con le loro storie personali, la loro carriera e tutta la crescita che mettono nel programma, da Carmen che è l’unica wrestler professionista a Sheila dall’animo di lupo, da Melrose a Cherry e alle sue vicende con il marito. Attraverso di loro la serie indaga tantissime tematiche anche attuali, legate non solo al mondo del lavoro e al ruolo della donna in esso, ma anche alle tematiche del razzismo, dell’aborto, della famiglia, della clandestinità, dell’adozione. Insomma, a livello di tematiche una serie quanto mai completa, che tra un sorriso e un dramma riesce a regalare agli spettatori un ottimo spaccato di vita anni ‘80.
Le protagoniste vengono tutte caratterizzate benissimo e vengono mosse in questo strano mondo che mercifica il corpo femminile, non accorgendosi del talento e dell’enorme intelligenza delle interpreti, che poi infatti riusciranno a emanciparsi senza paura di perdere il lavoro, facendo fronte comune contro un mondo che le vuole schiave di ruoli preimpostati da cui non riescono a staccarsi.
Anche gli uomini ci sono, ma molto limitati: Bash e Sam sono il produttore ed il regista, e sono quelli che appaiono maggiormente nella serie. Uomini sì, ma non nemici: hanno la capacità di capire le loro colleghe ed attrici, farle sentire a proprio agio e imparare da un cast tutto al femminile a limitare comportamenti dannosi e sessisti. Non si può dire lo stesso di quei personaggi maschili che invece ruotano brevemente nell’orbita di Glow e che vanno invece a sottolineare la routine a cui attrici e showgirl erano sottoposte, allora come ora.
Oltre a personaggi sensazionali con storie interessantissime, la serie come abbiamo detto è anche un documentario, una specie di docufilm sui retroscena di una serie TV, dei problemi legati alla produzione, la sceneggiatura e la distribuzione di una serie, ai soldi ovviamente e a quel meraviglioso e fatato luogo che è Las Vegas.
Se così non vi abbiamo convinti a vederla, sapete qual è l’altra nota positiva? Gli episodi sono della lunghezza perfetta: 30 min.
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