Importante novità per Guardiani della Galassia vol.3: il film è stato riconosciuto come lungometraggio dell anno per i diritti animali
Il 3 maggio è uscito in tutte le sale italiane il terzo e conclusivo volume dei Guardiani della Galassia, trilogia che grazie ai suoi personaggi ha fatto innamorare i fan dei film targati Marvel Studios.
Come protagonista abbiamo il l’irriverente procione parlante Rocket,personaggio che nel corso degli anni abbiamo imparato ad amare,che questa volta dovrà fare i conti direttamente col suo passato. Difatti il suo folle “creatore”, l’Alto Evoluzionario ha un conto in sospeso con l’animale e vuole terminare il compito che anni prima non è riuscito a completare: ucciderlo.
Ma chi è questo villain? È uno scienziato ossessionato dalla perfezione che vuole creare una società da zero senza imperfezioni e che per raggiungere il suo scopo arriva persino a maltrattare meccanicamente povere creatore usandole come esperimenti inanimati. Tema ovviamente delicato e inedito,sia per la cattiveria dell’antagonista(che lo rende meno dimenticabile di tanti altri) sia per l’argomento che non era mai apparso nell universo cinematografico Marvel.
Per questo la P E T A (People for the Ethical Threatment of Animals), organizzazione no-profit che lotta per i diritti degli animali, ha voluto premiare il film diretto da James Gunn, riconoscendo la pellicola come film dell’anno per i diritti degli animali. Il premio è importante e non fa che confermare la bellezza del film,trasposta e confermata dalla raffinatezza con cui il tema viene trattato seppur non addolcendo la pillola.
Il film infatti condanna con decisione il trattamento di certi animali che vengono totalmente disumanizzati(chiaro esempio nel film con Rocket e i suoi amici in gabbia che vivono sotto diciture) all’interno dei laboratori. Questo è valso con merito al regista il premio “Not a number Award”,a conferma che gli animali sono molto più che soli numeri scritti su un cartellino.
Un motivo, che si aggiunge ai tanti altri, per fare un applauso a James Gunn per la sua ultima fatica.