Oggi la macchina del tempo di Passione Arcade ci porta indietro nel tempo fino al 1984: riguarderemo insieme il primo film dei Ghostbusters per scoprire due videogame… del 1980!
Chi legge da un po’ questa rubrica dovrebbe aver capito che ho una leggera fissazione per i cabinati arcade degli anni ottanta e questa mi porta a cercarli un po’ dappertutto; nelle città che visito, nelle serie televisive (basti pensare a Big Bang Theory o Stranger Things) e ovviamente nei film che vedo al cinema oppure a casa.
Voi non potete neanche immaginare le volte che ho messo il fermo immagine nelle serie o nei film per cercare di capire di che cabinato si trattasse, pensate che ho attaccato questa leggera fissazione anche a mio figlio di dieci anni il quale ogni volta che vede un cabinato (anche nei cartoni animati) mi chiama per farmeli vedere (e spesso è lui che li riconosce prima).
Una volta per riconoscere il titolo di un videogioco arcade presente nel primo film dello squalo ho voluto persino lavorare con un programma di video editing per cercare di mettere più a fuoco il frame in cui era presente il cabinato per cercare di riconoscerlo… insomma ve l’ho detto, è una leggera fissazione.
Ma adesso veniamo al motivo per il quale vi ho fatto questa introduzione, Ghostbusters – Minaccia Glaciale.
Nei giorni in cui sto scrivendo questo articolo è uscito da poco nelle sale l’ultimo capitolo della saga degli Acchiappafantasmi e da buon appassionato, sono andato a vederlo (tra l’altro potete leggere anche la recensione del nostro direttore qui).
Senza fare spoiler, vi posso dire che questo nuovo capitolo è ambientato, in parte, nello storico quartier generale dei Ghostbusters dove sono presenti oggi come nel 1984, due cabinati arcade…
Nel film del 1984 si possono vedere sullo sfondo nella sequenza poco prima della chiamata del primo intervento avvenuto nel grand hotel, ovvero nella sala dove Peter, Egon e Ray stanno cenando.
Nella nuova pellicola del 2024, i cabinati si trovano esattamente nello stesso posto e quindi possono essere visti nelle sequenze girate nella stessa stanza (tra l’altro si riescono a vedere anche in uno dei trailer).
Tralasciando la cura nei dettagli che questo nuovo film ha avuto nel ricreare le stesse ambientazioni di quarant’anni fa, di quali cabinati si tratta?
Devo ammettere che quando vidi da piccolo il primo film non riconobbi nessuno dei due cabinati, anche perché non li avevo neanche mai visti dal vivo.
Oggi le cose sono un po’ diverse perché non solo li ho visti dal vivo, ma ho potuto persino giocarci.
I titoli in questione sono Missile Command di Atari del 1980 e Star Castle di Cinematronics del 1980.
Nel primo videogioco dovrete difendere 6 città dagli attacchi missilistici del vostro nemico e per farlo dovrete sfruttare le batterie di missili presenti nelle tre base poste nelle tre zone in basso dello schermo.
Tramite l’uso di una trackball muoverete un mirino che determinerà il punto d’impatto dei missili che, una volta lanciati, lo raggiungeranno creando una palla di fuoco in grado di distruggere qualsiasi cosa presente nel suo raggio d’azione.
Come accennato nell’articolo in cui parlo della Atari Force (lo trovate qui), questo videogioco è figlio del clima che si respirava in quei tempi negli Stati Uniti, ovvero durante la guerra fredda.
Originariamente il suo titolo sarebbe dovuto essere Armageddon, ma molto saggiamente la dirigenza cambiò idea per un titolo meno catastrofico.
In oltre nel concept iniziale il territorio da difendere sarebbe dovuto essere quello della California, ma anche in questo caso si optò per un qualcosa di molto più generico anche perché obbiettivamente il rischio nucleare non era così lontano e fantasioso quindi…
Ad ogni modo Missile Command fu un incredibile successo vendendo qualcosa come 20.000 unità.
Pensate che piacque talmente tanto anche agli stessi dipendenti di Atari che spesso era facile trovarli giocare per ore nella sala dove effettuavano i test dei cabinati.
Il secondo videogioco è completamente differente, sia dal punto stilistico che da quello tecnico.
Star Castle è un videogioco vettoriale in bianco e nero che solo attraverso l’utilizzo di pellicole trasparenti poste sullo schermo riceve il colore (rosso e giallo).
In questo titolo dovrete pilotare una astronave spaziale e distruggere lo Star Castle, ovvero una astronave posta nel centro dello schermo e protetta da delle barriere che formano tre anelli.
Per poter superare ogni livello sarà necessario aprire un varco nei campi di forza circolari rotanti che proteggono lo Star Castle e distruggerlo.
L’impresa tuttavia non sarà così semplice perché dovrete difendervi dalle mine che vi verranno scagliate contro e dallo stesso Star Castle vi sparerà una volta aperto il varco negli scudi. Facile no?
Tranquilli la difficolta non si ferma a questo perché la movimentazione della vostra astronave avverrà tramite quattro pulsanti, due ne determineranno la rotazione e quindi la direzione in cui muovervi, uno vi permetterà di attivare i propulsori per farvi spostare e l’ultimo pulsante sarà lo sparo, tutto ovviamente in assenza di gravità il che renderà tutto più… divertente (la sentite anche voi la risatina alla Mattley, il cane di Dick Dastardly?).
Seppur piuttosto difficile (io a malapena supero il primo livello) il gioco vendette piuttosto bene con 14.000 unità prodotte.
Nonostante la movimentazione della astronave ricordi molto il titolo Asteroids del 1979, pare che il gioco prese ispirazione da un titolo, mai pubblicato, chiamato “Oops”, il cui scopo era quello di guidare uno spermatozoo all’interno di un ovulo per fecondarlo (chissà come mai non venne mai realizzato…).
Ad ogni modo un aspetto estremamente interessante che riguarda questo titolo e che il creatore del videogioco più bello per Atari 2600, ovvero Yar’s Revenge, partì proprio dall’idea di convertire Star Castle, ma successivamente rendendosi conto dell’impossibilita dell’impresa sviluppo l’idea per quello che sarebbe poi diventato il suo primo progetto, appunto Yar’s Revenge.
Cosa curiosa nel 2012 Scott Williamson, ex dipendente di Atari, riuscì nell’impresa di realizzare una conversione di Star Castle per Atari 2600, con tanto di custodia e cartuccia.
Ora però la domanda più importante è: quanti di vi avevano notato questi cabinati nei film (quello dell’ 84 o del 24)? E comunque, ci avete mai giocato?
Fatemi sapere le vostre risposte scrivendo nei commenti (tanto è gratis).
Io sono Mike e vi do appuntamento alla prossima settimana con un nuovo articolo di Passione Arcade, a presto!