Happy! – Recensione prima stagione

Un ex poliziotto alcolizzato, ora sicario, teme di essere impazzito quando un unicorno che solo lui può vedere gli chiede di liberare una bambina rapita da Babbo Natale: ecco a voi Happy!, la serie creata da Grant Morrison

In questa torrida estate sentite nostalgia del freddo e del Natale?
Volete soddisfare la vostra fame da mangiatori di serie tv?

Allora prendete un poliziotto caduto in disgrazia e fatelo diventare un sicario; aggiungete una bambina scomparsa, una famiglia mafiosa, una madre disperata, un boss del crimine, una poliziotta apparentemente corrotta, un sadico torturatore, un Babbo Natale squilibrato e… un unicorno blu. Mescolate il tutto con abuso di droga e alcool, prostituzione, omicidi, traffico di esseri umani; aggiungete poco alla volta ironia, cinismo, risse da bar – e anche da Far West- e un pizzico di sovrannaturale; lasciate riposare il tutto in un’atmosfera natalizia ma cupa e oscura al punto giusto.

Gustate il tutto in 8 episodi.

Troverete questo particolare piatto nel vostro menù Netflix col titolo di HAPPY!

Happy! è una mini-serie originale Syfy (distribuita da Netflix in Italia) che s’ispira all’omonimo fumetto scritto da Grant Morrison e disegnato da Darick Robertson pubblicato negli States dalla Image Comics e in Italia dalla Bao Publishing.

Protagonista della serie è Nick Sax, interpretato da Cristopher Meloni (volto storico di Law & Order: Special Victims Unit), un ex poliziotto che ora ha cambiato mestiere, diventando un killer su commissione (alcolizzato e drogato), la cui vita “è un’inarrestabile vortice d’acqua del cesso che non scarica mai”. Gli eventi iniziano proprio durante una ‘missione’ in cui è incaricato di uccidere i tre giovani fratelli ed eredi della malavitosa famiglia Scaramucci – di origini italiane, ovviamente >.<.
L’inaspettata presenza del quarto fratello Disco Mikey, appena giunto da oltreoceano, darà il via a eventi e intrecci di trama vertiginosi e affascinanti: il giovane, implorando pietà, confessa di conoscere una password confidatagli da Don Scaramucci in punto di morte molto più importante di qualsiasi altra ricchezza e affare della famiglia. Il cinico Nick non si fa distrarre e porta a termine il proprio compito ma, prima di poter andare via, ha un infarto e rimane lì, a terra, bum.

Intanto, una madre e la sua bambina Hailey assistono allo spettacolo natalizio di Sonny Shine ma, quando la piccola si allontana per osservare meglio il suo idolo, viene rapita da uno psicopatico vestito da Babbo Natale.

Sulla scena del crimine che vedeva coinvolto Sax, giunge ad investigare la detective Meredith “Merry” McCarthy che, grazie alla testimonianza di una prostituta, viene a conoscenza della questione password e, pur riconoscendo Nick, decide di non arrestarlo e gli permette di ricevere soccorso. I due sembrano comunque conoscersi.
Durante il trasporto in ambulanza, il nostro sicario preferito comincia a vedere e ad interagire con un piccolo unicorno blu: è “Happy, il cavallo felice felice che si diverte e te lo dice”. Poiché solo Nick può vederlo, pensa di essere impazzito completamente ma sarà solo l’inizio di una divertente, intensa e nobile collaborazione.

Accompagnati da un ritmo abbastanza veloce ma che non condiziona il susseguirsi degli eventi, tra un colpo di pistola, scazzottate sanguinose accompagnate da ironia, sarcasmo e cinismo scoprirete cosa lega Nick, Happy e la bambina, Merry e Nick, cosa ha spinto Nick a cambiare vita, conoscerete il sadico Smoothie e, quando tutto vi sembrerà chiaro, verrete di nuovo sorpresi da un disegno più ampio e -sad story- perverso.

Okay: ma perché guardare “Happy!”?

“Tu eri un eroe: è forse per questo che ti odi tanto”

Perché “Happy!” è un viaggio di e con Nick Sax: è un percorso che vede una caduta verticale giù, giù, giù, fino a toccare il fondo e un’inaspettata rinascita; è una rinascita che avviene riscoprendo quei sentimenti che sembravano ormai persi; è il viaggio di un uomo che si innalza ad eroe agli occhi degli spettatori (e non solo… ;D) usando il proprio cuore – e sì, anche le pistole – in un modo atipico e anticonvenzionale.

Perché “Happy!” ribalta completamente i canoni classici dell’idilliaca atmosfera natalizia, mostrando la malvagità e l’avidità dell’uomo anche in quello che è, per antonomasia, il periodo dell’amore.

Perché “Happy!” mette a confronto le differenti visioni del mondo che hanno adulti e bambini spingendo, in base alle situazioni, gli uni ad immedesimarsi negli altri.

Perché “Happy!” è ciò che dovremmo cercare di essere ogni giorno.

 

 

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Pier

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Appassionato di scienza e supereroi, divoratore di comics, serie TV e pizza. Ex power ranger wannabe, matematico nella vita, Batman nello spirito. Mentre cerco qualche significato nascosto nelle mie letture, sono già proiettato verso la prossima recensione... Ed oltre!

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