HBO fa discutere per aver apertamente dichiarato il proprio supporto a J. K. Rowling, nonostante le sue posizioni transfobiche. Il network e la scrittrice stanno collaborando sulla serie dedicata a Harry Potter.
Quando, nel 2020, J. K. Rowling dichiarò apertamente il proprio pensiero sulle persone transgender – “Le donne trans sono uomini e gli uomini trans sono donne” – il mondo esplose. Molti degli attori dei franchise di Harry Potter e Animali Fantastici presero le distanze, ribandendo il proprio supporto alla comunità trans, così come due delle community più importanti legate al Potterverso: MuggleNet e The Leaky Cauldron, che tagliarono i ponti con la scrittrice.
Warner Bros. invece assunse una posizione più cauta, rilasciando un comunicato in cui si ribadiva che una cultura diversa e inclusiva è più importante che mai per il nostro pubblico sparso per il mondo, distaccandosi di fatto dalle posizioni di Rowling – probabilmente per non inimicarsi una grossa fetta di pubblico – ma senza schierarsi apertamente.
Quattro anni dopo, HBO (che fa comunque parte del gruppo Warner Bros. Discovery) va in controtendenza, e dichiara il proprio supporto all’autrice, a cui è legata dalla serie TV in lavorazione dedicata al’universo di Harry Potter. Un temp, si diceva che il denaro facesse tornare la vista ai ciechi; a quanto pare, rende anche tollerabili affermazioni che con la tolleranza hanno poco in comune…
J. K. Rowling e il suo “impagabile contributo” alla serie
Durante un evento per la stampa, lo scorso 12 novembre Casey Bloys, CEO di HBO, ha detto ai giornalisti presenti che Rowling è stata
«Molto coinvolta nel processo, e ha selezionato autore e regista [Francesca Gardiner e Mark Mylod, ndr], ma le sue affermazioni non hanno avuto alcun impatto sulla scelta dello staff.»
Variety ha poi raccolto la dichiarazione di un portavoce del network, in cui si legge che l’azienda madre, Warner Bros.,
«Collabora con J. K. Rowling da più di vent’anni, e il suo contributo è stato inestimabile. Siamo fieri di raccontare di nuovo la storia di Harry Potter, una saga commovente che parla del potere dell’amicizia, della determinazione e dell’accettazione. J. K. Rowling ha il diritto di esprimere i propri punti di vista; resteremo in ogni caso focalizzati sulla serie, che potrà solo beneficiare del suo contributo.»
Il giornale ha anche provato a contattare i rappresentanti di Mylod e Gardiner; il primo ha rimandato la questione a HBO, il secondo non ha risposto.
La questione è spinosa – non tanto per le affermazioni di Rowling, che sono sicuramente condannabili -, quanto per il rischio di finire in un eterno loop di shitstorm che non beneficia nessuno e causa solo altra acredine. Proviamo allora ad analizzare più a fondo la questione, valutandone anche l’impatto sulla community di fan di Harry Potter.
Come la transfobia ha spaccato il fandom di Harry Potter
Amo molto il paradosso di Popper sulla tolleranza, che spiega in modo impeccabile che:
«La tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l’illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro gli attacchi degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi.»
Partiamo proprio da qui: Rowling ha assunto una posizione di intolleranza, e su quella si è rovinosamente arenata negli ultimi anni, focalizzando quasi tutta la propria presenza online su affermazioni che miravano a supportare la propria tesi transfobica. Di Harry Potter ha parlato poche volte, e una di queste è stata per segnalare l’inizio dei casting per i ruoli di Harry, Hermione e Ron per la nuova serie.
Questo “accanimento”, e il fatto di essere un punto di riferimento per tanti giovani, ha reso molto difficile la separazione – in cui credo fermamente – tra la persona e la professionista. L’opera di Rowling ha un immenso valore, le sue scelte ideologiche sono molto discutibili; le seconde sminuiscono forse la sua capacità narrativa?
Per farla breve: ha davvero senso boicottare la sua opera e bruciare i suoi libri in piazza? Bruciamo forse i quadri di Caravaggio perché costui era un assassino? Censura e difesa della tolleranza sono due concetti molto diversi, spesso pericolosamente confusi.
D’altra parte, il dilemma dei fan è comprensibile: Rowling ha avuto un rapporto di vicinanza che pochi – forse nessuno – prima di lei hanno avuto; e ora, in molti si chiedono come potranno guardare la serie, o seguire il franchise se non si rispecchiano affatto nelle sue idee. Forse, basterebbe separare opera e persona, e cercare in noi un punto di equilibrio tra cosa riusciamo ad accettare e cosa no, senza per questo attaccare gli altri fan.
Perché, purtroppo, la posizione dell’autrice ha avuto un grosso impatto sull’intero fandom, rompendone la serenità e la magia. Come riferisce Melissa Anelli, che gestisce il sito The Leaky Cauldron
«Ogni volta che ci sediamo per chiacchierare amabilmente di Harry Potter, la conversazione diventa arrabbiata e deprimente, e finiamo per non pubblicare nulla. Non è più puro ed emozionante e divertente com’era un tempo.»
Rowling è forse la prima autrice che ha distrutto in modo tanto violento il rapporto con una community che la idolatrava. E mentre i fan sembrano lentamente ritrovare una connessione basata proprio sulla creazione di un ambiente sano, sicuro e sereno, lei ne è ormai esclusa.
Ha raccontato l’accettazione del diverso: e anche quando è diventata transfobica, il messaggio d’amore dei suoi testi è stato più potente di quello d’odio delle sue idee. Si sa, l’amore è la magia più potente di tutte; ma forse, J. K. Rowling lo ha dimenticato.
Vi va di dirci la vostra?
Fonte: Variety