Avventura, amicizia, passaggio all’adolescenza, umorismo e tante citazione cinefile, I Goonies sono un concentrato di temi anni ’80 che hanno segnato intere generazioni
Era il 7 giugno 1985 quando uscì nelle sale americane, scritto da Steven Spielberg e Chris Columbus, diretto da Richard Donner, questa pellicola era destinata a diventare un simbolo cult.
Quei ragazzini, dapprima rassegnati al loro sfratto, vivono una vera e propria avventura scoprendo la mappa spagnola di Willy L’Orbo, un pirata del XVII secolo. Quanti di voi hanno sognato di imbattersi in un cimelio del genere? Una mappa dei pirati, partirei anche subito!
Durante la ricerca dell’ipotetico tesoro, i “Goonies” si ritrovano nello spaventoso chalet della Famiglia (anche conosciuta come Banda) Fratelli e nel deforme Sloth incatenato nella loro cantina, i sette piccoli amici dovranno affrontare paure e prove terribili, incontrando pipistrelli e trabocchetti, scivolando in torrenti e trappole, sempre inseguiti da questi loschi individui di cui hanno scoperto la base. Dopo aver salvato e legato quello che sembrava agli occhi di tutti un orribile mostro, troveranno altre sorprese ad aspettarli: il vascello pirata Inferno e ciò che resta del suo capitano.
Voi, che lo avete visto e rivisto, e anche voi che lo avete visto una sola volta, sapete da cosa deriva il nome “Goonies”? Deriva dal quartiere di Astoria nell’Oregon, in cui vivono i protagonisti, ovvero Goon Docks, inoltre nello slogan americano “goony” vuol dire “sfigato”, ecco perché i ragazzini si definiscono “dei poveri goonies”.
Abbiamo tante curiosità e chicche per voi..
- Avete presente la mappa tanto citata di Willy L’Orbo? Beh, a fine riprese Sean Austin (Mikey nel film e Samwise Gamgee ne Il signore degli anelli) se la portò a casa, orgoglioso di poter conservare tale cimelio. Ai giorni nostri varrebbe una fortuna, se non fosse che sua madre trovando questo pezzo di carta che sembrava cartastraccia, pensò bene di gettarlo nella spazzatura… Addio tesoro!
- Parlando sempre della mappa, dovete sapere che fu macchiata con sangue vero! Il produttore design J.Michael Riva aveva il compito di darle un aspetto antico e usurato dal tempo, così oltre che macchiarlo con del caffè, non trovando sul momento vernice rossa, pensò bene di usare qualche goccia del suo stesso sangue.
- Inferno, la maestosa nave pirata, era un vero vascello di 32 metri, ispirato al film “Lo sparviero del mare” di Michael Curtiz (1940). Alla fine delle riprese la nave fu messa all’asta ma non trovando nessun acquirente fu distrutta. Vi rendete conto?!
- Jeff Cohen prese la varicella subito dopo aver ottenuto il ruolo di Chunk, ma per paura che gli venisse tolta la parte si presentò lo stesso sul set, riuscendo a portare a termine le riprese fino alla fine.
- Dietro il volto mostruoso di Sloth c’erano 5 ore di trucco e il giocatore di football professionista John Matuszak.
Quel viso deforme comprendeva varie protesi e un marchingegno in grado di far muovere l’occhio storto e le orecchie a comando, così in tutte le riprese si doveva ricorrere al conto alla rovescia per sincronizzare il movimento con l’altro occhio.
Matuszak purtroppo morì 4 anni dopo l’uscita del film per un brutto infarto, aveva appena 38 anni.
- Tra le scene eliminate del film ce n’è una in cui una piovra gigante attacca i ragazzini nella caverna dove c’è il vascello pirata, Data (Jonathan Ke Quan) la mette KO infilandole un walkman in bocca, con la cassetta della canzone “8 arms to hold you” dei The Goon Squad. Questo singolo purtroppo ebbe un crollo delle vendite previste a causa del taglio, inoltre la scelta registica ha causato anche un incongruenza alla fine della storia, infatti lo stesso Data alla fine del film dice ai suoi genitori «La piovra gigante era davvero spaventosa!».
- Nel video di Cindy Lauper “The Goonies R good enough”, colonna sonora ufficiale del film (video della durata di 13 minuti, diviso in due parti), riappare la gigantesca piovra che attacca proprio la cantante per poi finire in pentola. Nella clip compaiono anche lo stesso Steven Spielberg, Le Bangles, la mamma di Cindy Lauper e niente di meno che Andrè The Giant (il gigante de La Storia Fantastica).
- La testa di Willy L’Orbo si trova ancora nell’ufficio di Richard Donner, ve lo ricordate il suo nome per esteso? Si legge a malapena sulla mappa, William B.Pordobell.
- Il manifesto dei Goonies è stato disegnato da uno dei massimi artisti americani, Drew Struzan, famoso per i poster di Star Wars, Ritorno al futuro, I Muppets e i primi Harry Potter. I suo lavori sono introvabili pezzi da collezionisti e cinefili.
- Vanno smentite le voci secondo cui a interpretare la Mamma Fratelli fosse un uomo, in realtà era l’attrice Anne Ramsey e a fuorviare la sua identità è stata anche la scelta del doppiaggio, infatti in Italia la sua voce fu data da Vittorio Stagni.
- Nel film c’è la presenza di un cameo dello stesso regista Richard Donner, interpreta uno dei due poliziotti che accorre nella scena finale sulla spiaggia in cui vengono ritrovati i ragazzi.
- Del cast originale, due ragazzi sono divenuti attori affermati, Sean Austin e Josh Brolin (Brandon Walsh nel film. Sì, come quel Brandon di Beverly Hills 90210!), mentre i restanti si sono dedicati ad altro. Jonathan Ke Quan (Data) ha approfondito il suo studio nelle arti marziali e ha partecipato al film Indiana Jones e il tempio maledetto, interpretando Shorty. Jeff Cohen (Chunk), si è laureato a Berkeley, candidandosi a presidente con lo slogan “Chunk for president” e ha fondato lo studio “Cohen Gardner LLP”, specializzato in legge dello spettacolo. Recentemente abbiamo visto Sean Austin nella seconda stagione di Stranger Things, mentre Josh Brolin ha interpretato il perfido Thanos in Avengers: Infinity War e Cable in Deadpool 2.
- I ragazzi furono autorizzati a portare le loro famiglie sul set nella scena finale, i parenti a cui si riuniscono sono proprio i loro genitori.
- Il 7 giugno è stata ufficialmente dichiarata la “Giornata Goonies” dal sindaco di Astoria, durante la celebrazione del 25° anniversario del film.
- Nel 2017 è stato pubblicato in Italia da Salani, il romanzo ufficiale del film, scritto nel 1985 da James Kahn, con la traduzione originale rivista e corretta. Sì, potete continuare a sognare ricominciando a leggere quell’avventura!
Per finire, c’è una foto dell’epoca che dimostra che Chunk non era un completo pallonaro, forse Michael Jackson ha davvero usato il suo bagno? Vi lasciamo con questo dubbio…
Abbiamo parlato di: