Il nostro viaggio nei meravigliosi anni 90 del wrestling continua: oggi facciamo tappa nel 1993, quando Lex Luger sembrava davvero essere diventato il nuovo volto della World Wrestling Federation
Dopo l’addio del suo campione con un ultimo dimenticabilissimo match nel mese di giugno a King of the Ring, Vince McMahon aveva bisogno di trovare il prossimo Hulk Hogan. E anche alla svelta.
L’esperimento Bret Hart (per adesso) non aveva reso quanto sperato in termini di ascolti e vendite al botteghino. E questo, come abbiamo visto, aveva portato allo scioccante finale di Wrestlemania IX quando, nonostante l’incontro per il titolo fosse fra Bret e lo sfidante Yokozuna, alla fine dell’evento la cintura era finita nuovamente alla vita di Hogan. Il frettoloso ritorno della star, però, non era andato nel modo sperato.
Nel frattempo, a partire dalla fine del 1990, parallelamente alla World Wrestling Federation, McMahon aveva fondato anche una federazione di bodybuilding (l’altra sua grande fissazione per cui più avanti sarebbe stato coinvolto nello scandalo steroidi): la World Bodybuilding Federation, alla faccia dell’originalità. Nel 1992, il canale USA Network, già casa di Monday Night Raw, cominciò a trasmettere uno show settimanale intitolato WBF BodyStars che, ovviamente, faceva da palcoscenico alla federazione e da vetrina per la sua linea di prodotti per il bodybuilding (sì, Vince aveva creato anche quella e l’aveva chiamata ICOPRO). Per condurre lo show insieme a lui – che, ricordiamolo, faceva già da commentatore per i suoi programmi di wrestling – McMahon mise sotto contratto un lottatore della rivale World Championship Wrestling, Lex Luger, che aveva la fortuna di possedere un fisico da perfetto culturista, risultato di doti naturali combinate con un duro allenamento e sane abitudini di vita.
Certo, come no…e io col pallone sono più bravo di Cristiano Ronaldo…
Ad ogni modo, all’inizio Luger si occupò della co-conduzione del programma in onda ogni sabato mattina e fece anche una comparsata a Wrestlemania VIII per una breve intervista. Poi soffrì un incidente di moto e fu costretto a un periodo di convalescenza. Mentre era a riposo forzato, però, la WBF fallì.
Al suo ritorno, Luger venne quindi ricollocato nella World Wrestling Federation e presentato alla Royal Rumble del 1993 – per rimanere in tema – come “The Narcissist” Lex Luger, un culturista che, prima di ogni incontro, posava davanti a uno specchio in adorazione del proprio fisico e a cui, a causa dell’incidente in moto, era stata impiantata una placca di metallo nell’avambraccio. Un “cattivo” in piena regola che tramortiva gli avversari in modo scorretto con il suo arto “rinforzato”.
In una delle prime puntate di Monday Night Raw, quella andata in onda il 25 gennaio 1993, la sera dopo la rissa reale, Mr. Perfect affrontò Ric Flair, il cui contratto era in scadenza, in un match il cui perdente avrebbe dovuto lasciare la federazione “per sempre” (un concetto decisamente molto elastico nel wrestling). Perfect ebbe la meglio, Flair fu “costretto” ad abbandonare la WWF e fece ritorno nella rivale World Championship Wrestling. La sua sconfitta fece infuriare talmente tanto il manager del Nature Boy, Bobby Heenan, che quest’ultimo chiese aiuto al nuovo arrivato Lex Luger per farla pagare a Mr. Perfect. Dopo la presentazione ufficiale alla Rumble, quindi, il “narcisista” iniziò una rivalità con l’“uomo perfetto” (che quell’anno compariva in tivù in alcune vignette in cui si lanciava da solo la palla da football e andava a riprenderla facendo touchdown oppure batteva fuoricampo come se niente fosse a baseball, concludendo sempre ogni impresa con la constatazione di essere “semplicemente perfetto”). Il culmine di questa faida fu la prima importante vittoria di Luger, a Wrestlemania IX.
Ricordo che all’inizio, tutte le volte che su Tele+2 venivano mandati in onda gli incontri di The Narcissist, Dan Peterson ripeteva una profezia: “sono certo che lui sarà campione entro fine di quest’anno, garantito!”.
Come abbiamo visto, a King of the Ring Hogan aveva lottato per l’ultima volta nella WWF, dove avrebbe fatto il suo ritorno solo nel 2002. A metà del’93, quindi, Vince McMahon si ritrovava con un top heel, l’invasore Yokozuna che aveva conquistato la massima cintura della federazione, ma non aveva ancora individuato nel suo roster il top babyface da contrapporgli, colui che avrebbe dovuto prendere il posto di Hulk nel cuore dei tifosi (spingendoli anche ad aprire il portafogli).
Dal canto suo, per festeggiare la vittoria contro l’icona americana Hogan, Yokozuna decise di fare lo sfregio definitivo. Il gigante “giapponese” (che poi era in realtà samoano) lanciò un “Bodyslam Challenge”, cioè una sfida a provare a sollevarlo da terra e sbatterlo al tappeto aperta a tutti gli altri lottatori. Il tutto si sarebbe tenuto il 4 luglio, giorno della festa nazionale dell’indipendenza americana, ma non in un palazzetto o in uno stadio. Il posto scelto da Yokozuna fu nientepopodimeno che la USS Intrepid, la portaerei varata durante la Seconda Guerra Mondiale, convertita in seguito in un museo aeronavale a New York e designata come monumento storico nazionale. Insomma, il gigante di quasi 250 chili era intenzionato ad umiliare gli americani in grande stile.
Si succedettero vari sfidanti ma nessuno di loro fu in grado di sollevare quel colosso da terra. Fino a che, dal nulla, all’orizzonte spuntò un elicottero che atterrò proprio sulla portaerei. Nello stupore generale, da lì scese Lex Luger, non più conciato da bodybuilder “narcisista” ma in versione patriottica, con indosso una (ridicola) maglietta a stelle e strisce. Come un supereroe, Lex accettò la sfida, si tolse la maglietta e riuscì ad alzare e sbattere a terra il temibile avversario. Il pubblico della WWF aveva trovato il suo nuovo beniamino.
Abbandonate le stupide pose davanti allo specchio e dismessi i panni del narcisista, quindi, il 4 luglio del 1993 Lex Luger indossò quelli (esteticamente ridicoli) di “The All-American”, il difensore dei valori americani che si vestiva coi colori della bandiera degli Stati Uniti. O meglio, si vestiva direttamente con la bandiera degli Stati Uniti, dato che era coperto di stelle e strisce dalla testa ai piedi, pantaloni inclusi.
Dopo l’exploit sullo USS Intrepid, Luger divenne il primo sfidante per il titolo del mondo e venne pompato (metaforicamente parlando…) come non mai. Gli venne dato persino un autobus, il “Lex Express”, con cui girare il Paese e fare dei veri e propri bagni di folla con i fan prima del match che si sarebbe tenuto a Summerslam il mese dopo. Si stipularono due clausole: Luger avrebbe dovuto indossare un’imbottitura sull’avambraccio “bionico”, che era ritenuto una specie di corpo contundente, e avrebbe avuto un’unica title shot: se avesse fallito, per lui non ci sarebbero state altre opportunità di combattere per la cintura.
E quando, infine, venne il giorno di Summerslam, Lex Luger fallì.
Nonostante, spinto dal pubblico, fosse riuscito a sollevare e sbattere nuovamente al tappeto Yokozuna, ad un certo punto l’All-American si tolse la protezione e colpì violentemente l’avversario con l’avambraccio facendolo finire fuori dal ring. Il campione rimase talmente intontito che non riuscì più a rialzarsi per tornare sul quadrato e l’arbitro completò il conteggio di dieci decretando la vittoria di Luger. Purtroppo, come sappiamo, il titolo non può cambiare di mano per count-out (ci vuole una vittoria per schienamento o sottomissione dell’avversario), per cui Yokozuna si confermò comunque campione assoluto. Non si capisce, quindi, cosa avessero da festeggiare – con tanto di palloncini patriottici rossi, bianchi e blu a inondare il ring – Luger ed alcuni dei suoi colleghi dopo la contesa, considerato che da quel momento in poi Lex avrebbe probabilmente potuto vedere il titolo solo in televisione. (Poi, come detto, “per sempre” nel nostro sport-spettacolo preferito è un concetto relativo e a marzo del 1994 il muscoloso lottatore avrebbe avuto un’altra opportunità, ma nel 1993 la cosa sembrava “definitiva”).
Luger non lasciò mai veramente un segno indelebile nella WWF, non riuscendo a vincere nemmeno una cintura durante i suoi anni di militanza nella federazione. Due anni dopo il match con Yokozuna, però, divenne protagonista di un episodio che sarebbe entrato di diritto nella storia del wrestling. La WCW aveva deciso di competere con McMahon per gli ascolti del lunedì sera, lanciando un nuovo show di wrestling, Monday Night Nitro, che sarebbe andato in onda proprio in contemporanea con Raw. Ma per battere la WWF bisognava adottare una strategia aggressiva: il vicepresidente esecutivo della WCW, Eric Bischoff, lo sapeva bene. Per questo, quando il contratto di Luger fu prossimo alla scadenza, prima che questi potesse parlare di un eventuale rinnovo con Vince McMahon, decise di chiamarlo per fargli un’offerta: Lex accettò di buon grado. Appena ventiquattr’ore dopo aver lottato il suo ultimo match nella WWF, pertanto, apparve a sorpresa nella puntata inaugurale di Nitro: i fan furono letteralmente scioccati.
Con questo sgarbo, la federazione di Atlanta batteva ufficialmente il primo colpo in quella che, nelle settimane a venire, sarebbe stata ribattezzata “La Guerra del Lunedì Sera”. E la prima vittoria venne firmata proprio da Lex Luger.