Berserk, la cruda epopea di Kentaro Miura che racconta (anche) i segreti sordidi dell’uomo e dell’universo, forse poteva avere già una fine anni fa. C’è un capitolo, il numero 83, che non ha mai varcato i confini del suo Paese d’origine ed è stato ritirato per volontà dell’Autore. Il Dio di Miura si palesa in quelle pagine mai giunte da noi. Il male primordiale come concezione di Dio era la fine di Berserk?
Berserk, l’opera apparsa per la prima volta nel 1989 su Young Animal di Kentaro Miura, è la croce e la delizia di ogni lettore di fumetti, anche di passaggio, che per sbaglio o scientemente è incappato in questo titolo. Opere come queste mettono a dura prova la resistenza dei lettori che ormai hanno smesso anche di aspettare. Quando esce un nuovo capitolo di Berserk, sentiamo nella testa le campane suonare. Eppure venticinque anni fa su rivista furono pubblicate diciassette pagine grondanti di risposte, poi prontamente ritirate. Ogni tanto ci ripenso e mi dico: seriamente Berserk poteva finire un quarto di secolo fa?
È importante premettere che Kentaro Miura è solito apportare delle modifiche al suo lavoro. È accaduto spesso che i capitoli, passando da rivista a volume, non siano gli stessi. Miura più volte ha modificato l’ordine degli episodi e dei testi.
L’epopea di Gatsu è una lettura straordinaria, coinvolgente e stravolgente. Uno sconfinato mondo, soprattutto di dolore, che Kentaro Miura porta avanti fieramente e fregandosene di tutto, da ben 32 anni ormai. Cieca di fronte alle critiche, anche legittime, vi dico LEGGETE Berserk e cadete nel vuoto. Non ve ne pentirete e a volte il viaggio vale più della meta, giusto?
Se però di pentimento vogliamo parlare, c’è dunque un capitolo originariamente apparso sul numero 14 di Young Animal (era il 1996) e non trasposto nella pubblicazione successiva in tankōbon di Berserk: il capitolo 83. Se avete i volumi nella vostra libreria (vanno bene in qualsiasi edizione) o volete semplicemente controllare su Wikipedia, noterete che dal capitolo 82, si passa al capitolo 84. Da Il Dio degli abissi a Sangue fresco (capitoli peraltro torcibudella, nel capitolo 86 assisteremo all’atroce stupro di Caska).
Dov’è finito il capitolo 83? Sembrerebbe che il Maestro Miura ci abbia ripensato, e non tanto perché l’argomento trattato al suo interno fosse complesso e spinoso (ogni pagina di Berserk altrimenti dovrebbe essere ripudiata), ma perché troppo esplicativo degli eventi generali dell’opera. Se vogliamo spingerci ancora oltre, troppo vicini alla genesi primordiale di Berserk e dunque, paradossalmente, al suo epilogo.
Nel Regno delle Midlands, in un’epoca analoga al medioevo, seguiamo il vagabondare di un ragazzo guercio dall’occhio destro e monco di braccio sinistro, sostituito da un arto metallico. Il ragazzo si chiama Gatsu, girovaga con la sua gigantesca e sovraumana spada in cerca di vendetta. Perché? Ancora non è dato saperlo.
Da qui prende l’avvio l’amara storia di Berserk. Una storia intrisa di sangue e acqua santa, di fede e magia, morte e rinascita. Allo stato attuale il Maestro Miura ha prodotto cinque archi narrativi: Il Guerriero Nero; L’Età dell’Oro; Condanna; Il Falco dell’Impero Millenario, e quello in corso di pubblicazione, Mondo Fantastico.
La storia di Berserk è impossibile da contenere in poche righe. Volendo tuttavia fare il punto della situazione, in attesa del capitolo 363, Grifis è diventato il Falco di Luce dopo aver sconfitto l’Apostolo Ganishka che, involontariamente, ha creato un nuovo mondo donando così al risorto Grifis il suo regno personale. Gatsu e compagni giungono (finalmente) sull’Isola degli Elfi dove ne incontreranno la Regina, creatura in grado di ridare la sanità mentale a Caska. Shilke e Farnese dovranno intraprendere un viaggio spirituale all’interno della sua anima per liberarla dal gigante canide nero, che altri non è che la proiezione inconscia di Gatsu, che la schiaccia di terrore e follia.
E ora facciamo un passo indietro. Il capitolo 83, intitolato Il dio degli abissi 2, composto da diciassette pagine, è una parentesi sospesa in un vuoto quasi cosmico. Grifis incontra l’idea di Dio, Idea del Male, entità divina che, a ben vedere, Miura decide di non omettere sul finire del capitolo 82. Grifis ha un autentico contatto diretto con Dio, un dio diverso dalle consuetudinarie sembianze tramandateci dalle religioni monoteiste. Oltre al suo aspetto così diverso, una massa che si fa spirale, perché essere così sicuri che una creatura così potente sia innatamente buona e misericordiosa?
Dio nasce da un oceano di pensieri, o meglio: Dio ha origine dalla zona d’ombra di quei pensieri. Io sono questo mondo, l’oscurità che alberga nel cuore degli uomini. L’Idea del male; questo è Dio. Nato per la fame dell’uomo di avere delle risposte, dal bisogno di un riparo nella tempesta. L’origine di Dio alberga in questa necessità.
Proprio lì, nelle pagine che condividono con noi la concezione dell’Eterno, che chiariscono alcune entità di indubbia derivazione religiosa come gli Apostoli e la Mano di Dio, Miura si era spinto a dare un senso alla sua considerazione dell’uomo, e di ciò che alberga dentro e fuori di sé. Chi è Dio, e soprattutto, chi ha deciso che sia un’entità benevola? L’Autore sceglie una genesi negativa della vita perché tale è quella dell’uomo stesso. La divinità nasce dalle due domande, dalle sue esigenze, dalle sue pulsioni senza filtri. Queste non sono benevole, e il male è la parte più sincera dell’uomo. Sinceramente malvagio dunque e, invertendo la genesi per noi tradizionale, non è l’uomo ma Dio ad essere a sua immagine e somiglianza.
Improvvisamente, diventa chiaro il significato degli Apostoli, gli uomini consumati dal male e dalla sofferenza che hanno invocato e sacrificato tutto agli arcidemoni che compongono la Mano di Dio, altro arcano con cui facciamo i conti da 32 anni.
La cosmologia creata da Miura è molto complessa e indubbiamente affascinante. Il capitolo 83 aggiunge inoltre un particolare importante all’ascesa di Grifis. Dio avrebbe modificato gli eventi per permettere a quest’ultimo, il Comandante dei Falchi, di mutare in Phemt.
Da qui in avanti non abbiamo saputo più nulla di Idea del Male, Miura non ne ha più parlato. Abbiamo dei richiami a Idea in alcuni capitoli (quelli della Torre della Condanna) ma nulla di più.
Vorrei una fine. Poi rileggo Berserk ancora una volta, dall’inizio, e decido che non m’importa. Perché Berserk non è una lettura come le altre. Berserk è l’Idea e Miura un fottuto genio.
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