La trilogia di Christopher Nolan dedicata al Cavaliere Oscuro ha regalato al pubblico tanti momenti e dialoghi iconici. Tuttavia, una battuta su tutte ha conquistato il pubblico ed è diventata un autentico tormentone. Qualcuno ha deciso di spiegarne l’origine, e chi meglio di Jonathan Nolan?
Per i meno preparati in materia cinematografica, apriamo con una premessa: Jonathan Nolan, fratello di Christopher, per certi versi potrebbe essere considerato l’arma segreta del celebre regista. La brillantezza delle opere di Christopher è dovuta non soltanto al suo modo complesso, affusolato e affascinante di fare regia, ma anche alle sceneggiature magistrali di Jonathan, fedele compagno di scrittura.
Tra le tante battute che sono passate alla storia di questa trilogia, troviamo su tutte una frase tratta dal secondo capitolo, Il Cavaliere Oscuro:
“O muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo.”
Jonathan Nolan, durante una chiacchierata con l’Hollywood Reporter, ha speso qualche parola in merito a questa linea di copione così tanto condivisa, ripetuta ed eretta a monolite dai fan.
“La frase è arrivata più avanti, durante la stesura del copione. Avevamo una o due versioni dello script in cui abbiamo cercato qualcosa che potesse sintetizzare la tragedia e la caduta di Harvey Dent, ma che potesse valere anche per Batman.”
La frase, giusto per pagare pegno a chi di dovere, sarebbe tutta farina del sacco di Jonathan, come fu ammesso dallo stesso Christopher Nolan in passato.
Dimostrando una complessità e una profondità di scrittura non da tutti, Jonathan ha spiegato di come il concetto concentrato in queste poche parole abbia un‘ispirazione ellenica.
La storia ci insegna che la Grecia antica è stata caratterizzata dalla presenza di personaggi iconici ed eroici, totalmente votati a una causa, fosse essa bellica o politica; nel primo caso, giusto per fare qualche esempio illustre, potremmo citare Leonida, il grande condottiero Spartano che cadde con sacrificio alle Termopili, oppure Temistocle, brillante politico in grado di cambiare il volto commerciale e gestionale della splendida Atene.
In ogni caso, sia in guerra che in politica, l’enorme carisma di questi personaggi li portava ad agire per il bene della comunità intera con abnegazione e sacrificio estremo, laddove necessario.
Secondo Jonathan Nolan, Batman non è altro che questo, “un boyscout che vuole abbracciare l’oscurità.” Ecco che allora, per poter perorare fino in fondo la causa intrapresa, i personaggi dipinti dai Nolan sulla tela del Cavaliere Oscuro agiscono con forte convinzione morale, al timone di valori quasi d’altri tempi (seppur con destini e conclusioni ben differenti.)
Questo ci dovrebbe insegnare che alla base di una scrittura solida e valida, sia essa di un film, un libro o un fumetto, possono nascondersi ispirazioni dei più disparati stampi, ma pur sempre provenienti da profondissimi pozzi di cultura. Stiamo pur sempre parlando dei fratelli Nolan, no?