I primati conquistano il nord America, con Il Regno del Pianeta delle Scimmie (qui potete leggere la nostra recensione) che incassa 56.5 milioni di dollari al primo weekend di proiezione. I numeri non sono molto lontani dalle previsioni, che si posizionavano tra i 50 e i 55 milioni di dollari. Aveva fatto meglio solo Apes revolution – Il pianeta delle scimmie, del 2014, che aveva aperto con 72 milioni di dollari, mentre The War – Il pianeta delle scimmie (2017) e L’alba del pianeta delle scimmie (2011) si erano posizionati più o meno sullo stesso livello – sempre se non teniamo conto dell’inflazione e della crisi dei cinema.
Il Regno del Pianeta delle Scimmie al primo posto della top five
Non è stato difficile scalare la classifica delle migliori uscite dato che, in questo weekend, non è arrivato molto di nuovo oltre a Il regno del pianeta delle scimmie. La scorsa settimana, la classifica aveva visto in cima The Fall Guy, la simpaticissima action-comedy con Ryan Gosling ed Emily Blunt sul mondo degli stunt, che – stranamente – non sta raggiungendo gli incassi sperati e questo weekend slitta al secondo posto con 13.7 milioni di dollari.
Al terzo posto si posiziona il triangolo amoroso di Challengers, con 4.6 milioni di dollari. A tre settimane dall’uscita, il film di Luca Guadagnino interpretato da Zendaya ha totalizzato 38 milioni in nord America e circa 69 milioni a livello globale, risultato di tutto rispetto per un film vietato ai minori.
Il quarto posto vede un horror a basso budget, Tarot, prodotto da Sony e Screen Gem, costato 8 milioni di dollari e che ha già guadagnato 12 milioini di dollari in nord America e 20 milioni a livello globale. La storia non è nulla di innovativo – degli amici liberano un potere malvagio da un mazzo di tarocchi – ma dati i costi limitati, il film si può considerare un piccolo successo.
I mostri giganti chiudono la top five: Godzilla e Kong – Il nuovo impero si conferma in classifica per il settimo weekend di fila, con un guadagno totale di 191 milioni di dollari in nord America e 559 milioni a livello globale. È il secondo maggior successo dell’anno, dopo Dune: Part Two” (incasso totale di 708 milioni di dollari).
Numeri interessanti, certo, ma ben lontani da quello che serve al settore per tenersi in piedi dopo la crisi scatenata da pandemia e piattaforme di streaming. Sono tutte cartine tornasole di un sistema in profonda crisi in cui, per essere considerato un vero successo, Il regno del pianeta delle scimmie dovrebbe fare un miracolo.
La situazione è in effetti piuttosto drammatica – il settore ha subito un calo del 22% rispetto al 2023 e addirittura del 42% rispetto al 2019, se prendiamo ancora una volta i dati relativi al nord America. Le speranze risiedono in alcune attesissime pellicole – Deadpool & Wolverine, Cattivissimo me 4, Inside Out 2 – che, se riusciranno a superare le previsioni, salveranno la stagione estiva – storicamente già poco cinema-friendly.
Con 160 milioni di dollari di costi di produzione, Il regno del pianeta delle scimmie si colloca al di sotto dei precedenti film – per cui la spesa era stata di circa 190 milioni di dollari. Gli incassi maggiori, in questo caso come è stato in passato, si prevedono a livello internazionale. Previsioni che potrebbero sembrare azzardate: la pellicola, la quarta del nuovo corso di una serie che ha oltre cinquant’anni, non ha sicuramente ricevuto il calore dei precedenti. Tuttavia, pubblico e critica sembrano gradire: Rotten Tomatoes registra un punteggio dell’80% e CinemaScore una bella B.
Il Regno del Pianeta delle Scimmie, che vede Wes Ball dietro la macchina da presa, racconta una storia che ha luogo parecchi anni dopo il regno di Cesare – il leader rivoluzionario a cui Andy Serkis ha prestato la sua stupenda arte recitativa – e segue un giovane primate di nome Noa (Owen Teague) e il suo viaggio con l’umana Mae (Freya Allan) per forgiare una nuova alleanza tra le due specie. Se volete saperne di più, leggete la recensione del nostro ottimo Mr. Rabbit!
Viene da chiedersi: quanto a lungo si potranno spremere storie già raccontate per tirare fuori sequel, prequel, reboot e simili? Non è forse la mancanza di nuove idee che sta affossando il cinema? Sicuramente, se da sessant’anni le vicende e le lotte tra umani e primati appassionano il pubblico, qualcosa che funziona ci sarà. Possibile però che Hollywood non abbia nulla da raccontare che non si agganci a un universo espanso a partire da roba “vecchia”?
Chissà se stavolta basteranno le scimmie a salvarci dal disastro.
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Fonte: Variety