In occasione del Torino Comics 2024, abbiamo avuto l’opportunità di fare quattro chiacchiere con Sergio Giardo, disegnatore storico di Nathan Never. Tra fantascienza e sperimentazione, conosciamo meglio l’uomo del presente e del futuro dell’Agente Speciale Alfa!
Quello che ci ha colpito di Sergio Giardo, oltre al talento indiscusso e l’infinita disponibilità, è l’amore incondizionato per il personaggio che l’ha portato a far parte del mondo del fumetto e di tutto ciò che lo circonda: Nathan Never. Durante l’ultima edizione del Torino Comics, abbiamo avuto il privilegio di poter conoscere meglio uno degli artisti contemporanei più importanti della fantascienza di casa Bonelli. Abbiamo parlato dei progetti su cui ha lavorato che, per quanto diversi, sono accomunati da due caratteristiche imprescindibili dell’artista: passione e dedizione.
Care lettrici e lettori di MegaNerd, bando alle ciance, e lasciamo spazio all’intervista a Sergio Giardo, il ‘fantascientifico’ disegnatore del presente e del futuro di Nathan Never! Buona lettura!
Ciao Sergio, grazie mille per essere qui su MegaNerd! Come per tutti gli artisti c’è una vita professionale precedente all’ingresso nel mondo del fumetto. Cosa faceva Sergio Giardo prima di diventare un disegnatore della Sergio Bonelli?
In realtà sono un disegnatore da sempre; ho cominciato da bambino, prima di diventare un professionista. Però, prima del fumetto, mi sono occupato di pubblicità. Sono entrato in un’agenzia pubblicitaria come visualizer / storyboard artist grafico e ho fatto tutto il mio percorso sino a diventare art director. Quando, poi, ho raggiunto, più o meno, l’apice all’interno dell’azienda, mi è capitata questa occasione di diventare un disegnatore di fumetti e da lì ho iniziato la mia seconda vita professionale.
Come è avvenuto il ‘primo contatto’ con la Bonelli e il successivo approdo alla casa editrice di Via Buonarroti?
In maniera molto tradizionale e semplice come accadeva in quegli anni. Tra l’altro ho un bel ricordo di quel momento che riguarda anche una persona che non c’è più, Luigi Piccatto [fumettista torinese scomparso nel 2023, celebre principalmente per i suoi lavori su Dylan Dog n.d.r.], che, nell’ambito pubblicitario, faceva degli storyboard per l’agenzia dove lavoravo e sapeva della mia passione per la fantascienza. Piccatto mi consiglio una nuova serie a fumetti di fantascienza della Bonelli, ovvero Nathan Never. Comprai il primo numero della testata [Agente Speciale Alfa scritto da Antonio Serra e disegnato da Claudio Castellini n.d.r.], e mi innamorai subito del personaggio. Tempo dopo ho mandato delle tavole di prova e da lì è iniziata la mia carriera.
Hai iniziato disegnando su Zona X, per proseguire su Jonathan Steel e, infine, sei approdato su Nathan Never… quest’ultimo è il personaggio a cui sei più legato, sia a livello artistico che sentimentale?
Io sono un lettore ‘dalla prima ora’ di Nathan Never, ed è il motivo per cui faccio questo lavoro. Da amante della fantascienza e del fumetto, complice anche il fatto che da sempre mi interessava lavorare in questo mondo, grazie a Nathan Never mi sono spinto a propormi alla casa editrice [Sergio Bonelli Editore n.d.r.]. Dal mio punto di vista, ‘Nathan’ è stato il mio primo amore se parliamo di ‘fumetto Bonelli’.
Chiaramente all’epoca non ero ancora maturo per esordire su una testata così importante, ma ho avuto la fortuna che in quel momento c’era Zona X che stava cambiando formula editoriale e c’era in lavorazione una space opera Legione Stellare di Federico Memola. Siccome la fantascienza era la mia passione, ho cominciato con grande soddisfazione su quella testata.
Nel corso degli anni sei diventato uno dei disegnatori più importanti di Nathan Never. Oltre a disegnare diverse avventure, dal 2012 sei anche il copertinista ufficiale della serie regolare. Tra l’altro la tua copertina del n. 250 omaggia quella del n. 1, disegnata da Claudio Castellini, storico disegnatore delle origini del personaggio e ospite speciale di Torino Comics 2024. Vista l’esperienza maturata, ti senti un po’ il suo erede sulla testata e avete mai avuto modo di scambiare qualche battuta, idea o semplici consigli sul personaggio?
(Nathan Never n. 250 chiaro omaggio alla cover del n. 1 di Claudio Castellini)
Non mi sento l’erede di Castellini perché lui è una figura unica proprio per il suo stile così personale e riconoscibile. Castellini sicuramente ha ispirato negli ultimi anni moltissimi disegnatori come, anni fa, gli artisti dell’epoca d’oro come John Buscema, John Romita Sr., Jack Kirby hanno ispirato me, lui e molti altri. Lui sicuramente è una fonte di ispirazione.
Io e Claudio ci conosciamo, abbiamo un ottimo rapporto e ci siamo confrontati più volte nel corso del tempo, anche su Nathan Never.
(da sinistra, Claudio Castellini e Sergio Giardo al Torino Comics 2024)
Nathan Never si sposa bene con lo sperimentare. L’albo 379 intitolato Presenze ha una copertina variant da te realizzata con l’utilizzo, per la prima volta, dell’I.A. Cosa ti ha spinto a sperimentare questa tecnologia?
L’idea è partita da me perché era uscita da poco questa novità dell’Intelligenza Artificiale, e questa piattaforma, Midjourney, di cui si chiacchierava molto in rete. Per curiosità mi ci sono avvicinato per vedere se c’erano delle possibilità e l’ho proposto alla casa editrice.
Io, da ex pubblicitario, ho visto l’opportunità di dire alla Bonelli “ok siamo una testata di fantascienza, la più importante che c’è in Italia per quanto riguarda il mondo del fumetto, e allora perché non fare una copertina realizzata da un’intelligenza artificiale? Chi, se non Nathan Never può misurarsi in questa cosa”.
La casa editrice ha accolto questa idea, abbiamo realizzato questa variant che è stata presentata alla Milano Games Week 2022.
Per quanto riguarda la realizzazione, all’epoca l’I.A. era molto meno evoluta di oggi. E’ stata un po’ laboriosa, perché non era facile riuscire a ottenere esattamente quello che si voleva. Però la cosa particolare è che l’I.A. è riuscita a interpretare le istruzioni con gli stili diversi che noi gli chiedevamo. Io, ad esempio, gli ho chiesto di creare, per la variant, uno stile diverso dal mio, più pittorico e legato a quell’iconografia delle copertine classiche dei romanzi di fantascienza. E’ stata un’esperienza unica, che ha portato molte critiche, ma che è stata anche apprezzata in quanto a realizzazione.
E’ uscito alla fine del 2023 un albo molto particolare di Nathan Never, La Terra si frantuma!, nata da un soggetto dell’astronauta Luca Parmitano, scritta da Antonio Serra e da te disegnata. Come è nata questa collaborazione e come è stata accolta dal pubblico?
In termini di gradimento, l’accoglienza è stata molto buona. La cosa è nata quasi per gioco. E’ stato proposto a Parmitano, dopo che era stato protagonista di una storia nel 2019 intitolata Stazione spaziale internazionale, di passare dall’altra parte e di dare l’idea per una storia. Lui ci si è buttato con grande passione perché è un lettore di Nathan Never e, come ha detto, “sono contento di essere uscito dalla mia comfort zone”, che fa ridere detto da un’astronauta viste le cose che fa, assolutamente straordinarie e strabilianti.
Affiancato da Antonio Serra [uno dei tre creatori di Nathan Never insieme a Bepi Vigna e Michele Medda n.d.r.] Luca Parmitano ha compiuto questo percorso dove ha scritto il soggetto della storia, per me molto emozionante, anche perché porta per la prima volta Nathan Never, personaggio del futuro appassionato alle cose del passato, ai giorni nostri, nel nostro mondo che vede affascinante. Parmitano è anche nuovamente protagonista insieme a Nathan di questo volume. Credo che la prova da autore dell’astronauta sia stata ampiamente positiva e superata.
Sei un grande amante di Nathan Never e della fantascienza. Come te, grazie anche a precedenti interviste che ho potuto fare ad altri autori Bonelli, spesso il disegnatore o lo sceneggiatore si ritrova a lavorare sul personaggio con cui è cresciuto, che ha sempre letto, ammirato, ecc…. Secondo te è un po’ questo il segreto della Bonelli? Ogni autore viene messo o si trova al posto giusto e quindi unisce il lavoro alla passione non solo in quello ma anche ‘per’ quello che fa?
Più che il segreto della Bonelli credo che sia una cosa che avviene in maniera naturale. Molti di coloro che si avvicinano a questi personaggi, se hanno delle abilità o delle velleità di autore, sia esso disegnatore o scrittore, lo fanno perché questi personaggi hanno accompagnato la loro formazione e passione. Se si riesce a superare la ‘barricata’ di passare da lettore ad autore, è naturale che questa passione sfoci e ci si avvicini al personaggio con il quale ci si è affacciati al mondo dei fumetti.
8) Vedendo alcuni tuoi lavori che hai portato a Torino Comics e il riferimento che hai fatto agli autori che ti hanno ispirato (Buscema, Kirby, Romita Sr.), si nota una radicata passione per i comics. C’è un personaggio /gruppo del mondo dei comics che ti piacerebbe disegnare?
Se dovesse mai capitare, un personaggio che mi ha accompagnato per tutta la mia infanzia è Spider-Man. Non mi dispiacerebbe cimentarmi con l’Arrampicamuri un giorno.
Sei il disegnatore del crossover DC Comics/Bonelli più intrigante: Nathan Never/Justice League: Doppio Universo, che ha visto Nathan Never (forse il personaggio bonelliano che meglio si amalgama con i supereroi) e l’Agenzia Alfa fianco a fianco a Superman, Batman, Wonder Woman e tutti gli altri supereroi del team DC per eccelenza. Che emozione ti ha dato disegnare questi eroi, e soprattutto hai sentito delle responsabilità, della pressione per un lavoro così grande?
E’ stata una sorpresa sapere che l’avrei fatto io. Si tratta di uno di quegli impegni che fanno tremare i polsi. Ci sono cresciuto con i supereroi e, da sempre, mi sarebbe piaciuto disegnarli. Non mi aspettavo, sinceramente, di doverli disegnare tutti insieme in una volta sola! (risata)
Per quanto riguarda la pressione, l’ho sentita sicuramente prima. Poi, quando sono partito a lavorare, visti anche i tempi stretti di realizzazione, ho disegnato questo crossover quasi in trance agonistica, senza farmi prendere dall’ansia e senza pensare a quanto dovessero essere lunghi i cornetti di Batman o quanto doveva essere muscoloso Superman. Mi è stato utile per non bloccarmi e portare a termine un impegno come questo che dava grossa responsabilità.
Oltre che disegnatore sei anche uno scrittore; hai realizzato il libro di fantascienza intitolato ‘Roy Rocket, Oltre l’infinito!’ Cosa ti ha lasciato questa esperienza? Tornerai a scrivere ancora?
Mi piacerebbe tornare a scrivere e, come tutte le cose belle della vita, è capitato quasi per caso. E’ un personaggio [Roy Rocket, il protagonista del romanzo n.d.r.] che mi portavo dietro da tanto tempo, molto impegnativo da disegnare e far diventare un fumetto. Allora, così per gioco, mi sono messo nei tempi morti a scrivere la storia di questo personaggio che piano piano ha preso vita. La fortuna è stata di trovare un editore specializzato in stile fantastico e fantascienza, che ha sposato il progetto. Insomma, non posso dire di essere uno scrittore professionista, ma ho pubblicato un libro.
Durante la tua carriera hai avuto modo di collaborare con Alfredo Castelli, papa’ di Martin Mystère e pilastro della casa editrice, purtroppo venuto a mancare recentemente, lasciando un vuoto sia tra i colleghi che tra i lettori. Ti posso chiedere un episodio, un aneddoto personale su di lui che ricordi con piacere?
Quando ho partecipato alla prima Lucca Comics, alla cena organizzata dall’Editore e a cui erano invitati tutti gli autori, sono capitato da novizio del mestiere, di fianco ad Alfredo [Castelli n.d.r.]. Ero molto in soggezione, perché, per me ma anche per tutti gli altri era già un mito del fumetto anche se parliamo di più di trent’anni fa. Ebbene ci siamo ritrovati alla fine della cena a realizzare aeroplanini di carta e a giocare come dei bambini. Questo era lo stile di Alfredo.
Grazie mille per la chiacchierata Sergio e in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri!
Sergio Giardo
Nato a Torino il 14 giugno 1964, Sergio Giardo si diploma come grafico pubblicitario allo IAAD di Torino.
Nel 1986 inizia a lavorare in campo pubblicitario, e nel 1994 entra in Sergio Bonelli Editore disegnando per Zona X episodi di “Legione Stellare” e “La Stirpe di Elän”. Nel 1999 passa a Jonathan Steele e nel 2004 arriva su Martin Mystère.
Con il numero 246 entra stabilmente nello staff di Nathan Never e pochi mesi dopo diventa copertinista della serie mensile del personaggio. È lui ad aver disegnato tutte le avventure dell’Agente Alfa realizzate in collaborazione con ASI – Agenzia Spaziale Italiana.
Ha lavorato anche per l’animazione e nel 2015 ha pubblicato il romanzo di fantascienza “Roy Rocket – Oltre l’infinito”.