Iron Man: Extremis – Recensione

Extremis è un vero e proprio punto di svolta nella vita editoriale di Iron Man: il personaggio viene fatto rinascere da Warren Ellis, che gli dona nuove origini, e da Adi Granov, che realizza il Tony Stark che verrà poi sviluppato al cinema

I fumetti americani, rispetto a quelli di qualsiasi altra parte del mondo, hanno una serialità che può durare decenni. Forse anche per sempre: la chiamano continuity, dunque ogni storia è la diretta conseguenza di quella precedente (o quasi). Capita però che di tanto in tanto ci sia bisogno di svecchiare dei personaggi che hanno qualche annetto sulle spalle, magari per renderli più accattivanti alle nuove generazioni, oppure – come nel caso di Iron Man – per attualizzarlo. Per rendere il protagonista della storia contemporaneo all’epoca in cui viviamo, con riferimenti e ricordi che potremmo avere tutti noi (e non solo i nostri genitori).

All’inizio del nuovo millennio, Tony Stark aveva un disperato bisogno di essere reinventato, di trovare una nuova collocazione in un Marvel Universe in costante evoluzione e che rischiava di lasciare al palo proprio l’eroe più futurista. Venne dunque scelto uno scrittore di razza come Warren Ellis, che decise di dare un poderoso colpo di spugna al passato, riscrivendo da zero le origini del personaggio. Niente più Vietnam nel passato di Iron Man, ora la grave ferita al cuore che portò alla creazione dell’armatura è avvenuta in una non precisata operazione in Afghanistan contro Al Qaeda (dunque applicando una sostanziosa retcon), compromettendo decenni di continuity.

Ma il fine, almeno in questo caso, giustifica i mezzi. L’operazione di Warren Ellis è stata senza dubbio rischiosa e pericolosa, ma ci ha restituito un personaggio in linea con i tempi, nuovamente al centro dell’universo Marvel. 

Sicuramente i lettori più attenti e scrupolosi avranno storto il naso davanti a questo rilancio del personaggio, ma siamo convinti che alla fine anche i più suscettibili potranno aver apprezzato la bontà delle idee di Ellis. La sua, più che una storia di Iron Man, è una riflessione su Tony Stark come essere umano. 
Troviamo infatti un eroe confuso, tormentato, decisamente più cinico del solito. Totalmente concentrato verso il perfezionamento continuo della sua armatura, che qui vediamo splendidamente resa da Adi Granov (che ha posto le basi per quella cinematografica), artista che proprio in questa storia trova la sua consacrazione a livello internazionale.

Tony Stark è perseguitato dai fantasmi del suo passato, ha l’intima speranza che essere Iron Man possa in qualche modo compensare il suo passato di costruttore d’armi, d’interlocutore principale per l’esercito degli Stati Uniti. 
Ellis non solo realizza un punto di svolta (o d’inizio, se volete) per l’eroe in armatura, ma critica in modo evidente la politica americana, rea – secondo lui – di essere governata da un conglomerato post-politico di multinazionali. 

 

L’autore cerca di tornare in qualche modo non solo alle origini di Iron Man, ma proprio a quelle del fumetto: non gli interessa più di tanto se scientificamente una cosa possa verificarsi o meno, siamo ospiti di un mondo fantastico e tutto può accadere. Per l’autore è molto più importante sottolineare il difficile percorso di redenzione di Tony Stark, piuttosto che spiegare nei minimi dettagli come funzioni l’armatura. E sinceramente credo sia giusto così.

«Da un uomo prigioniero di un’armatura, sono diventato un uomo che è stato reso libero da un’armatura»

Il focus non può mai essere l’armatura (che in fondo è un bellissimo strumento), ma l’uomo che la indossa. I suoi tormenti, le sue battaglie private oltre che fisiche. Extremis è una storia profonda, ma che si concede anche momenti più leggeri, sicuramente non opprimenti. Vuole riportare Tony Stark al centro del discorso e ci riesce, nonostante un passato ingombrante, nonostante la dipendenza dall’alcol, nonostante il sangue sulle sue mani.
Nonostante ora abbia dei nemici potentissimi, pericolosi quasi quanto i suoi demoni interiori.

Purtroppo non si può cambiare quel che è stato, ma si può cercare di costruire un futuro migliore, in cui la tecnologia serva tanto per difenderci quanto per migliorare la qualità delle nostre vite. 
La cosa magnifica di questo volume è senz’altro la sensazione che ti lascia al termine della lettura.
Nonostante si veda un eroe tutto sommato vittorioso (sul nemico, come sul suo passato), non si respira aria di trionfo, anzi. Ti lascia con delle domande, con la voglia matta di leggerne ancora, di voler stare ancora un po’ in compagnia di Tony Stark. Un personaggio che quando è scritto così bene, risulta come uno dei più affascinanti dell’intero universo Marvel.


E no. Non solo perché è un miliardario, playboy, filantropo.
Non solo perché è Iron Man.
Perché il percorso di redenzione personale di un uomo spesso passa attraverso strade impensabili.
Attraverso l’armatura, Tony cercherà di lavare via quel sangue di cui si sono macchiate le sue mani. Non sempre ci riuscirà, ma ce la metterà tutta. Finché potrà, sempre.

 

Extremis è stata più volte pubblicata in Italia, sempre da Panini Comics. In quest’occasione specifica, abbiamo però scelto di recensire il volume edito da Hachette (curato sempre dalla redazione Panini), ovvero l’ultima edizione uscita in ordine di tempo. Come gli altri libri della collana La collezione definitiva delle Graphic Novel Marvel, ha un ampio apparato redazionale, molto utile sia a chi ha poca conoscenza del personaggio, che ai fan di vecchia data. 
Una ristampa che merita senz’altro un posto nelle librerie di qualunque Marvel fan.

 

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Mr. Kent

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Appassionato di fumetti, curioso per natura, attratto irrimediabilmente da cose che il resto del mondo considera inutili o senza senso. Sono il direttore di MegaNerd e me ne vanto.

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