Ken il Guerriero – Extreme Edition sì o no?

Planet Manga ha dato il via alla maratona che riporta tra le uscite in corso un grande classico del mondo shonen nato dalla fantasia apocalittica di Buronson e Testuo Hara: sì, è proprio di Ken il Guerriero che stiamo parlando. Una nuova edizione in diciotto volumi che si professa extreme. Scopriamo insieme se lo è davvero

speciale ken extreme edition

Nomi a parte della nuova edizione, il ritorno ciclico di Kenshiro sugli scaffali è sempre un bel vedere e un bel sentire, il resto conta quanto basta. L’extreme edition merita l’attenzione del pubblico? Dopo attenta riflessione, la risposta è sì e ora provo a spiegarvi perché.

Tuttavia, prima di addentrarci nei particolari della extreme, rendiamo il giusto onore a quel fascio di muscoli glorioso che da oltre quarant’anni si è fatto Messia raccontando un grande viaggio di redenzione a noi piccoli uomini.

Le mode passano, ma Ken il Guerriero resta: la storia dell’ultimo erede della Divina Scuola di Hokuto

Welcome back to this crazy time, appassionati del buon fumetto: «I mari si prosciugarono, la Terra si spezzò e sembrò che ogni forma di vita si fosse estinta. Eppure… la razza umana era sopravvissuta.» Comincia così la storia dell’ultimo erede della Divina Scuola di Hokuto, un uomo solo in viaggio con il suo dolore, in testa il grande amore della vita e l’idea di una spietata vendetta.

In queste caldi notti estive guardate il cielo e cercate l’Orsa Maggiore, poi tornate a leggere e vederla fatta uomo. Hokuto No Ken è un’immersione totale negli anni Ottanta che furono, nel boom del cinema d’azione di quel periodo, in quella fetta potente che s’incentrava sulle arti marziali, nell’estetica glam e poi punk, nelle ansie e paure scatenate dalla guerra fredda. E poi c’era lei, la fobia dell’atomica.

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Hokuto No Ken, per gli amici di lunga data Ken il Guerriero, non è semplicemente un picchiaduro, una storia come tante sul genere. No. Quella di Buronson e Tetsuo Hara è stata davvero l’epopea di un Messia che ha intrapreso un percorso di redenzione, spietato contro i malvagi, angelo protettore dei deboli.

Un eroe che percorre in solitudine le lande deserte per combattere al fianco degli ultimi. Con lui due bambini, Bat e Rin, entrambi a loro modo vittime innocenti della distruzione di questo povero mondo.

Tuttavia si sa, è sempre l’amore la macchina che muove il mondo. Per Kenshiro il viaggio inizia alla ricerca della sua amata, Yuria, tenuta prigioniera da Shin nell’evocativa Croce del Sud, una città che quest’ultimo ha interamente costruito per lei e che, probabilmente, è la donna più triste del mondo. Una partenza che sa di romanza dunque, ma qui non ci sono né educati cavalieri da sfidare a singolar tenzone, né draghi da sconfiggere: in questo racconto c’è il lato oscuro dell’essere umano, il riassetto di chi è sopravvissuto attraverso la militarizzazione e il sopruso a discapito dei deboli.

Ricorrono queste caratteristiche nella produzione di quella decade. Il Muro di Berlino divideva il mondo e si avverte la paura degli uomini ai due fronti per lo scoppio di una terza guerra mondiale che, questa volta, avrebbe utilizzato quasi esclusivamente armi di distruzione di massa.

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Quella di Kenshiro è una storia violenta davvero, perché negarlo. Carnefici e vittime, tecniche di combattimento in grado di ridurre a brandelli l’avversario, stupri, violenze gratuite perpetrate in danno di donne, vecchi, bambini.

In puro stile gore, l’ultimo discendente dell’Hokuto Shinken (Scuola di Hokuto), con le sette stelle dell’Orsa Maggiore impresse sul petto da Shin prima stella di Nanto, padroneggia tecniche marziali che agiscono sollecitando alcuni punti di pressione (tsubo) del corpo umano.

La violenza visiva, in assenza di filtri quando si racconta una storia, non ha nulla di negativo. Il messaggio degli autori, che ai tempi si videro costretti a giustificare la loro storia, era chiaro (se si ha l’accortezza di non fermarsi alla prima impressione). Non bisogna perdere la speranza, anche quando tutto sembra irrimediabilmente perduto, ci sono uomini e donne che possono rialzarsi e ricominciare. E lo faranno sacrificandosi, se necessario per restituire la pace laddove questa non è che un ricordo lontano.

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Ambiziosi tiranni che cercano di giustificare le proprie brame personali; combattenti che affrontano battaglie anche sapendo di non poter vincere per onorare un debito di amicizia, donne leggendarie che sono la spinta del mondo ad andare avanti e a non arrendersi. E soprattutto, uomini bestiali e crudeli da una parte e salvatori ed eroi dall’altra, tenuti insieme magistralmente da un assunto fondamentale: è più importante come si muore rispetto a come si vive la propria esistenza. In punto di morte, anche il più infimo degli uomini vive la sua redenzione.

La extreme edition

Fatto un brevissimo recap senza spoiler e molto, molto sentimentale su Hokuto no Ken, parliamo un po’ della nuova edizione, occasione ottima per i nuovi lettori di recuperare un classico che ha fatto storia, e per tutti gli altri di togliere la polvere dai ricordi e starsene accoccolati nella comfort zone fatta di eroi che li hanno cresciuti.

Ken il Guerriero - Prime impressioni sull'extreme edition

Info di base

L’extreme edition di Hokuto no Ken si compone di 18 volumi di grande formato (18,2×13 cm) e ogni albo è formato da circa 300 pagine. Nel 2013 in Giappone, in occasione del trentennale del manga, Shueisha ha rilasciato l’edizione di cui stiamo parlando ora portata dunque da Panini sotto l’etichetta Planet Manga undici anni dopo. Ogni volume ha un costo di € 7,50. Il primo volume uscito il 25 luglio è disponibile sia in versione regular che in edizione variant, con sovracover alternativa effettata e una cartolina in omaggio, racchiusa in un cofanetto.

Il titolo dell’opera

Come le precedenti pubblicazioni del manga di Buronson e Hara anche l’extreme edition non rinuncia al nome italianizzato dell’opera in calce alla copertina un po’ in salsa commerciale nostalgica quando ormai dovrebbe essere chiaro che c’è fame di autenticità tra i lettori di manga. Tuttavia questa volta piacevolmente compare anche il titolo originale dell’opera, Hokuto no Ken, letteralmente Pugno del grande Carro o Pugno delle Stelle del nord. Per i pochi che non lo sanno, il vero nome di Ken è Kenshiro, il cognome reso noto da Buronson e Hara nel oneshot pilota dell’opera (poi rimosso) è Kasumi.

Le cover e le tavole  interne:

Nota molto positiva della extreme edition è la presenza delle nuove cover che caratterizzano le 18 sovraccoperte dei volumi realizzate dal Maestro Tetsuo Hara che, non contento, ha deciso anche di ritoccare alcune tavole che compongono la prima storica uscita in quanto, a suo dire, non erano soddisfacenti (per noi che lo veneriamo come una divinità questo pensiero non è comprensibile, ma lui è un essere perfettissimo dopotutto).

Bellissime le tavole a colori originariamente presenti su Weekly Shonen Jump finalmente presenti, oltre un nutrito numero di splendide tavole in bicromia. Se deciderete di inserire nella vostra mancolista periodica questa uscita, fate pace ora con alcune tavole che potranno sembrarvi tagliate rispetto alle precedenti edizioni. Non sono scelte indipendenti dell’editore italiano, ma fatte per la extreme originale in modo tale che i disegni potessero adattarsi al nuovo formato (e anche in questo caso ha fatto da supervisore lo stesso Tetsuo Hara).

Ken il Guerriero - Prime impressioni sull'extreme edition

Il capitolo inedito (attenzione, presenza di spoiler della trama):

Last Piece. Così si intitola il capitolo inedito dell’opera che troveremo nell’undicesimo volume di Hokuto no Ken. Le 88 pagine di cui si compone dovrebbero raccontare cosa è accaduto tra la morte di Raoh, la morte di Yulia e l’inizio della seconda serie. Kenshiro ha rinunciato a lottare e vedremo Shoza, figlio di Juza della nuvola, cavalcare Re nero andando incontro al proprio tragico destino per salvare bambini innocenti.

 L’adattamento dei testi fedele all’originale:

L’extreme edition restituisce una fedeltà mai vista prima all’opera originale per quanto riguarda i testi di Buronson. La revisione in questo senso non era più rimandabile, ne avevamo davvero bisogno. La prima edizione anzi, le prime due entrambe di Granata Press, tradusse i testi dall’edizione americana rilasciata da Viz per la prima metà dell’opera e per la restante parte da quella originale. Le edizioni a seguire hanno lavorato da zero sulla traduzione e l’adattamento, ma con risultati non proprio eccellenti (soprattutto l’edizione d/visual peccava di brutto su questo aspetto, così come l’ultima Planet Manga).

Ken il Guerriero - Extreme edition si o no?

L’extreme edition sembra proprio l’occasione perfetta per godersi la lettura di un grande classico che sta invecchiando benissimo e che è giusto far conoscere ai lettori più giovani. Vedete ragazz*, quando noi della vecchia guardia storciamo un po’ il naso nei confronti di alcuni titoli nuovi che ci dicono nulla o quasi, è perché siamo cresciuti con manga come Hokuto no Ken che ha raggiunto vette a cui non tutti possono ambire.

Provare per credere.


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Sig.ra Moroboshi

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Contro il logorio della vita moderna, si difende leggendo una quantità esagerata di fumetti. Non adora altro Dio all'infuori di Tezuka. Cerca disperatamente da anni di rianimare il suo tamagotchi senza successo. Crede ancora che prima o poi, leggerà la fine di Berserk.

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