Kimba – Il Leone Bianco di Osamu Tezuka. A ciascuno il suo Re

Nuova, importantissima uscita per la collana Osamushi Collection di J-Pop Manga: torna in Italia, con una nuova veste, il bellissimo Kimba – Il Leone Bianco, ovviamente scritto e disegnato dal Maestro Osamu Tezuka

Estate 2019, periodo di re e imperatori. Se il live action de Il Re Leone ci tiene tutti con il fiato sospeso, altrettanto accade nel mondo del fumetto con l’attesissima, nuova, edizione di Kimba – Il Leone Bianco per la J-Pop, una delle opere più conosciute in Italia del Maestro Tezuka, grazie alla trasposizione animata giunta da noi nel 1977.

Perché imperatori? Perché Janguru Taitei, titolo originale dell’opera, si traduce come “Imperatore della giungla”. Il nostro Kimba, antenato, padre spirituale del disneyano Simba, nasce nel lontano 1950 e fu serializzato su Manga Shōnen  fino al 1954. Nel 1965 ne fu tratto un anime di grande valore storico per gli appassionati: fu il primo cartone animato a colori.

Quella di Kimba è una storia potente e universale, fatta di dualismi, di sintesi e antitesi. Nascita e morte, buoni e cattivi, distruzione e ricostruzione. Grazie a un’umanizzazione senza precedenti, gli animali ci restituiscono valori di cui si nutre l’essere umano e saremo chiamati a seguire il prezioso percorso di crescita del suo protagonista indiscusso: un cucciolo di leone albino messo costantemente alla prova dalla crudeltà dell’uomo e dalla natura in pericolo. Tuttavia, se saremo in grado di far tesoro di ciò che ancora c’è di buono nel mondo, la speranza di ritrovare un equilibrio non sarà un’utopia.

I temi cari al Maestro Tezuka (amicizia, senso del dovere, la salvaguardia del Pianeta) sono tutti presenti in quest’opera. Apparentemente rivolta a un pubblico giovane, quella di Kimba in realtà è una storia che non ha un target di riferimento definito. Il bello di certe storie è che restituiscono al lettore messaggi diversificati, in grado di essere distinti e compresi in base alla fase della vita in cui si decide di leggerle o rileggerle. Le avventure del cucciolo di leone tengono i bambini con il fiato sospeso, presi come sono a seguirne le vicende per succedere al padre Pandja. L’anime, del resto, si discosta di molto dall’originale, e si concentra soprattutto su questo aspetto di una storia che, a monte, è molto più complessa. La maturità ci restituisce un racconto ben più composito, a tratti innegabilmente crudele, sulla scelleratezza dell’essere umano e la necessità di porre un freno alla violenza perpetrata verso tutte le creature che popolano questo benedetto Pianeta. Se ora penso a Kimba, la prima cosa che mi viene in mente sono gli occhi sgranati degli animali scuoiati dai cacciatori per ricavarne pregiate pellicce o insulsi trofei. L’altro aspetto per me imprescindibile da un’analisi adulta, è il grande senso di sacrificio con cui tutti i personaggi coinvolti in quest’avventura, affrontano ogni sfida.  

In una giungla in Africa, re Panja (o Pandja) è un leone maestoso rispettato dai suoi sudditi per il grande senso di giustizia e lo spirito di abnegazione per il suo ruolo. Purtroppo perirà per colpa di uno spietato cacciatore, Hamegg, cercando di proteggere  sua moglie Laia. La leonessa verrà catturata e costretta in una nave per essere rivenduta a uno zoo di Londra. Laia è incinta e sulla nave darà alla luce il piccolo Kimba che, complice una furiosa tempesta, riuscirà a fuggire. Inizia così la storia del nostro cucciolo di leone, un viaggio che lo porterà alla volta di diversi Paesi prima di ricongiungersi con la sua terra d’origine. In Arabia Kimba farà la conoscenza di Kenichi, un bimbo che lo educherà alla vita moderna di città. Ben presto però Kimba dovrà farsi carico delle sue responsabilità. Il suo destino ineluttabile è prendere il posto del padre e governare sul regno animale. Sullo sfondo di quest’avventura, saremo guidati alla scoperta della Moonlight, pietra che sprigiona una potentissima energia e di cui proprio tutti sono alla spasmodica ricerca.

La nuova edizione targata J-Pop Manga (Edizioni BD) è un’occasione da non lasciarsi sfuggire. L’Osamushi Collection, uno dei progetti editoriali più importanti degli ultimi tempi, sta dando la possibilità a tutti noi di approfondire la conoscenza di un Autore fondamentale e determinante per il panorama fumettistico mondiale. Nel caso di Kimba quest’aspetto è ancora più evidente, vista la storia a tutti nota dei contatti dell’Autore con la Disney. Senza dilungarci troppo, anche perché questi aspetti riguardano solo l’anime di Kimba, Tezuka ebbe diversi contatti con la fabbrica dei sogni e gli anni sono proprio quelli della realizzazione della prima serie animata di Kimba. Da qualsiasi angolazione la si guardi, questa storia conosce un solo finale; almeno per chi scrive. Disney, oggi più che mai, dovrebbe dire grazie a Osamu Tezuka. Aspettiamo fiduciosi che questo accada prima  o poi.

È inevitabile affezionarsi a Kimba, un cucciolo che teneramente guarda le stelle e vede il volto della mamma, che piange solo in mezzo al mare; fuori dal suo ambiente, vestito e seduto a tavola; talmente abituato alle regole di comportamento umane che, sopraggiunto nella giungla che gli ha dato i natali, odia tutto e tutti e vuole solo tornare in città. Lo attende un lungo percorso di crescita, una lenta presa di coscienza del suo posto nel mondo. Uno degli aspetti più interessanti è la dualità che si è insediata nell’animo del protagonista. Da una parte il suo istinto da animale feroce qual è; dall’altra l’indole da felino domestico acquisita a contatto con gli uomini che si riflette nel suo desiderio di “civilizzare” la giungla, di affidare le soluzioni a un forte senso di collettività. Una lotta interiore che ci condurrà verso un finale ancora in grado di commuovere nonostante sia passato davvero tanto tempo.

Un consiglio spassionato: è fondamentale rammentare che Kimba è stato scritto e disegnato quasi settant’anni fa. Non storcete il naso di fronte ad alcuni stereotipi utilizzati, abbiate sempre l’accortezza di contestualizzare il racconto e il suo Narratore che si è sempre schierato contro ogni forma di discriminazione.

Kimba il leone bianco è assolutamente consigliato. Ancora una volta, nonostante la bellezza indiscussa della storia che ha come protagonista un altro leone, di re ce n’è solo uno. E si chiama Kimba.

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Sig.ra Moroboshi

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Contro il logorio della vita moderna, si difende leggendo una quantità esagerata di fumetti. Non adora altro Dio all'infuori di Tezuka. Cerca disperatamente da anni di rianimare il suo tamagotchi senza successo. Crede ancora che prima o poi, leggerà la fine di Berserk.

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