La prima edizione di King of the Ring trasmessa in pay-per-view riserva una serie di sorprese incredibili… tra cui l’incoronazione di Re del Ring di Bret Hart (titolo che non è riuscito a festeggiare a lungo, come leggerete…)
Dal 1993 al 2002 il mese di giugno è sempre stato sinonimo di King of the Ring, il quinto pay-per-view che andò ad affiancare i tradizionali big four che la World Wrestling Federation metteva in scena ogni anno.
A dire il vero, il torneo ad eliminazione diretta per decretare il “Re del ring” esisteva già sin dal 1985 (per esempio, leggende come Harley Race o Macho Man o Ted DiBisase lo avevano vinto) ma veniva disputato a telecamere spente, cioè durante gli house show non trasmessi in tivù. Nel 1993, invece, si decise di trasformarlo in un evento televisivo a pagamento a beneficio anche del pubblico da casa.
Il 13 giugno di quell’anno, quindi, a Dayton in Ohio, di fronte a circa ottomila spettatori, il torneo inizia con i quarti di finale. Ed è subito un bel match fra due dei maggiori talenti della scuderia di McMahon di quegli anni: Bret Hart si ritrova di fronte Razon Ramon e lo batte, facendo prevalere la sua “eccellenza d’esecuzione” sulla grinta dello “scarface in costume da wrestler” e accedendo così al secondo turno.
Subito dopo tocca a Mr. Perfect iniziare il proprio cammino verso la corona. L’avversario è Mr. Hughes, il gigante che combatteva con camicia, bretelle e cravatta per non farsi mancare nulla. Ma quando uno è “perfetto” anche di nome, non c’è bretella che tenga. Anche Curt Hennig approda in semifinale.
King of the Ring 1993 è anche la serata del re-match per il titolo assoluto fra il campione Hulk Hogan e lo sfidante Yokozuna, che a WrestleMania IX aveva vinto la cintura da Bret Hart e l’aveva ripersa subito dopo a favore della leggenda baffuta, in una sfida improvvisata, in soli ventuno secondi! Nel backstage Yokozuna e il suo manager Mr. Fuji hanno parole di fuoco in vista dell’incontro che si sarebbe disputato da lì a poco.
Il torneo va avanti con Bam Bam Bigelow che ha la meglio sul patriota americano “Hacksaw” Jim Duggan e, più tardi, scopre che questa vittoria, sorprendentemente, gli vale direttamente la finale. Sì perché dall’ultimo quarto di finale, che si conclude con un pareggio per raggiunto limite di tempo fra Tatanka e Lex Luger (calato ancora nella trascurabilissima parte del “narcisista”), non esce nessun semifinalista. Uno straordinario quanto inaspettato vantaggio per la “bestia dell’est”. Quando si dice piovere sul bagnato.
La semifinale fra Bret Hart e Mr. Perfect è uno spettacolo di tecnica e talento. Uno di quegli incontri divenuti veri e propri classici di questo sport-spettacolo. Chi avanza in finale è Bret ma è indubbio che i vincitori morali siano entrambi i contendenti. Nel frattempo, davanti al microfono di “Mean” Gene, Hulk Hogan si dice molto fiducioso e pronto per il suo avversario. Le ultime parole famose.
Di fatto, nonostante l’azione sul ring faccia sperare ai fan che il campione ce l’avrebbe fatta anche quella sera, nessuno avrebbe mai potuto prevedere l’interferenza del finto fotografo che, da bordo ring, spara una palla di fuoco sul volto di Hogan (sì, avete letto bene: nel wrestling può succedere) permettendo a Yokozuna di vincere il match e riprendersi il titolo di campione del mondo. Ultima triste apparizione dell’Hulkster che non avrebbe più messo piede in WWE fino al 2002.
C’è spazio anche per altri due match non legati al torneo: un quattro contro quattro fra Money Inc. e Headshrinkers, da una parte, e Steiners e Smoking Gunns, dall’altra, vinto da questi ultimi, e un orribile Shawn Michaels contro Crush. E la colpa non è certo dello “Showstopper” che, dopo aver presentato la sua nuova guardia del corpo Diesel, porta a casa la dimenticabilissima contesa.
Il gran finale è tutto per “The Hitman”. Lo scontro con il temibile Bigelow, più fresco, possente ma anche molto agile per uno della sua stazza, è avvincente. La chiusura, poi, è una mossa che oggi fa anche l’ultimo wrestler che si esibisce nelle palestre delle scuole, ma che allora non si vedeva spesso (e a me, bambino, sembrò meravigliosa). Chiuso all’angolo, Bret schiva l’attacco dell’avversario, gli sale agilmente sulle spalle e lo ribalta con un victory roll schienandolo per il trionfo.
Purtroppo, il giovane Hart non fa in tempo a godersi la cerimonia di incoronazione che segue al match perché viene attaccato da Jerry “The King” Lawler, che non riusciva a sopportare che qualcun altro si potesse fregiare del titolo di “Re del ring”. La faida che sarebbe scaturita fra i due nei mesi seguenti si sarebbe rivelata una delle migliori dell’anno per la gioia degli appassionati.