La Lettera Perduta è l’ultimo fumetto scritto e disegnato da Manuela Santoni, pubblicato nella collana BaBao di Bao Publishing dedicata ai giovani lettori. Si tratta di un progetto ambizioso che parla ai più piccoli di un tema delicatissimo: la guerra. Tra fantasmi, gattini e grandiose scoperte, la protagonista riuscirà a mettere insieme i pezzi e avere un’idea di quanto sia stata complessa la Seconda Guerra Mondiale e noi ce lo siamo fatti raccontare direttamente dall’autrice
La Lettera Perduta è il tuo ultimo lavoro che fa parte della collana BaBao di Bao Publishing, dedicata ai giovanissimi lettori. Non è la tua prima opera in assoluto, ma è la prima a essere dedicata a una fascia di lettori così esigenti, come mai hai scelto di scrivere un fumetto per i più piccoli?
Quando stavo scrivendo la storia avevo capito che poteva avere un potenziale per un pubblico più giovane, è stata una sfida con me stessa. Prima di questo libro avevo scritto storie solo per lettori adulti, ho avuto la possibilità di
dimostrare di arrivare anche ai più giovani. È stata la storia stessa a suggerirmi il suo pubblico, ho pensato fosse la scelta più giusta. È stato difficile, ma mi reputo soddisfatta del risultato finale.
Emma, la protagonista del fumetto è una bambina solitaria, ma curiosa che si ritrova invorticata in una storia molto più grande di lei. Quanto c’è di te in Emma?
Emma mi somiglia tantissimo, ha tante caratteristiche di me alla sua età. Quando stavo scrivendo il suo personaggio all’inizio doveva essere una bambina degli anni 2000, ma subito mi sono resa conto che non sapevo assolutamente immedesimarmi, non conoscevo così bene i bambini di oggi. Allora ho pensato di scavare nella mia memoria, visto che il tema principale del libro è proprio quello, e ho pensato alla mia infanzia, alle cose che avevano segnato quei tempi, dal tamagochi, a Sailor Moon, fino alle Spice Girls. Un po’ anche perché questo lavoro, secondo me, ti fa sempre confrontare con quella parte fanciullesca di te.
Emma si blocca quando vede l’acqua, Pietro si blocca nei suoi ricordi frammentati, Tina preferisce eliminare ogni ricordo, ma alla fine tutti i personaggi si troveranno ad affrontare le proprie paure e a vincerle. Anche tu hai vinto le tue paure?
Mi piacerebbe rispondere di si, ma credo sia un processo che dura una vita. Stavo riflettendo sul perché mi piace raccontare storie, probabilmente per insicurezza, voglia di essere amata, fuggire dalla realtà. Ci sono continuamente spunti dalla quotidianità, credo che il dialogo con se stessi aiuti il processo creativo. Spero di affrontare le mie paure col mio lavoro, diciamo così.
Attraverso le vicende della protagonista e del suo aiutante felino, veniamo catapultati nel racconto di Pietro e Tina e in quello della Seconda Guerra Mondiale. Raccontare un tema così complesso ai bambini è un compito arduo. Come hai fatto a trovare un equilibrio tra il racconto della guerra e una storia di amicizia e scoperta?
Penso che al di là della trama, ci siano messaggi universali che è importante trasmettere. La mia storia voleva essere una denuncia dell’assurdità e agli orrori della guerra. Una tematica, in questi tempi, purtroppo ancora attuale. Ho cercato di mantenere un equilibrio e una delicatezza di fondo: la sofferenza vista dagli occhi di una bambina che anch’essa lotta con le sue paure.
Per raccontare la storia di Emma, hai cambiato il tuo tratto e usato una palette di colori molto vivaci: come si è evoluto il tuo modo di disegnare negli anni?
Prima di questo libro non avevo mai realizzato un fumetto a colori, è stato difficile ma anche una bellissima opportunità. Dopo tanti anni di fumetti in bianco e nero, ora finalmente vedo il mondo a colori! Lo stile è cambiato tanto e credo cambierà ancora. Lo accetto e mi lancio nelle sfide, come Emma che finalmente si tuffa!
Stai già lavorando a nuovi progetti per il futuro?
Sto lavorando a un libro sugli eventi che hanno cambiato la storia per Feltrinelli che uscirà a settembre e ho in programma un libro sulla guerra in Ucraina per Mondadori.
Ringraziando l’autrice per il suo tempo, vi ricordiamo che Manuela Santoni sarà all’ARF di Roma, dove ha in programma domenica 15 maggio un laboratorio per i più piccoli, a cui ci si può iscrivere qui.
L’autrice
Manuela Santoni è un’illustratrice e fumettista. Classe ’88, dopo aver frequentato il Liceo Artistico si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma, dove nel 2012 si laurea in Storia dell’Arte. Contemporaneamente frequenta la Scuola Romana dei Fumetti e nel 2013 viene selezionata per il Master annuale di Illustrazione Ars in Fabula a Macerata.
Dal 2017 è insegnante presso la scuola Pencil Art. Ha illustrato Girl R-Evolution (De Agostini,
2016), Storie proprio buffe (Il Castoro Editore, 2016), Sacerdotesse, Imperatrici e regine della musica (BeccoGiallo Editore, 2018) e Sister Resist (BeccoGiallo Editore, 2021) ed è autrice delle graphic novel Jane Austen (BeccoGiallo Editore, 2017) e Le sorelle Bronte (BeccoGiallo Editore, 2018), mentre nel 2020 pubblica come disegnatrice Mary Shelley (BeccoGiallo Editore). I suoi libri sono stati tradotti e pubblicati negli Stati Uniti, Germania e Spagna. Manuela vive e lavora a Fonte Nuova, in provincia di Roma.