Lee Bermejo: «Con Batman cerco sempre di dare qualcosa di mio, di renderlo la mia versione del personaggio»

Durante la scorsa edizione di Lucca Comics & Games abbiamo avuto il grande piacere di scambiare quattro chiacchiere con Lee Bermejo, uno degli Artisti più talentuosi della sua generazione. I suoi lavori hanno lasciato a bocca aperta sia i fan degli eroi DC che gli amanti del thriller sci-fi con lo spettacolare A Viciuos Circle. Proviamo a conoscerlo meglio

copertina intervista lee bermejo

Durante una delle giornate della scorsa edizione di Lucca Comics & Games abbiamo avuto la fortuna ed il piacere di fare un’intervista con Lee Bermejo, autore statunitense (ma oramai adottatto dal nostro Paese), conosciuto soprattutto per i suoi lavori per DC Comics, che tornava a presenziare nella rassegna toscana per presentare l’ultimo capitolo della serie originale A Vicious Circle, da lui realizzata insieme a Mattson Tomlin.

Ne è uscita fuori una bella chiacchierata, in cui abbiamo potuto scoprire alcuni lati nascosti delle sue opere, nonchè quello che è il suo rapporto con il fumetto odierno (e non solo), oltre a qualche interessante aneddoto della propria sfera privata.

Non mi resta altro che ringraziare gli amici di Panini Comics per l’ospitalità presso il loro padiglione e augurarvi una buona lettura!


A vicious circle (Vol. 1) : Tomlin, Mattson, Bermejo, Lee: Amazon.it: Libri

Partendo da una domanda per rompere il ghiaccio, sappiamo che è stato praticamente adottato dal nostro Paese. Ci sono degli autori e delle opere che ha potuto scoprire nella sua permanenza in Italia?

Ho avuto modo  di scoprire moltissimi autori italiani, ma conoscevo già alcuni tra i più grandi autori di fumetti ed ovviamente pittori come Caravaggio. Qui in Italia ho avuto modo di scoprire il pittore Nicola Verlato, che ritengo incredibile.

Come abbiamo già sottolineato ha uno stretto legame con l’Italia e sicuramente possiamo anche dire con Lucca, in cui torna per presentare l’ultimo capitolo di “A Vicious Circle”. Ora che l’opera è conclusa, ci può dire se effettivamente ha voluto trasmettere tutto ciò che desiderava o se magari avrebbe voluto aggiungere o anche togliere qualcosa da quanto creato?

(sorridendo) Domanda difficile…l’ho finito a giugno dopo quasi quattro anni di lavoro, io non posso ancora guardarlo od aprirlo, vedo solo come è stato stampato e cerco di non concentrarmi sull’arte. Io cambierei tutto praticamente. Tra una cosa e l’altra vedi continuamente difetti. Non posso al momento allontarmi abbastanza per poterlo guardare con distacco.

Una delle caratteristiche peculiari dell’opera è quella di essere ambientata in diverse epoche temporali, contraddistinte ognuna da uno stile differente. Tra quelli che avete proposte ce n’è qualcuno a cui è particolarmente affezionato? Ce ne sono stati invece alcuni per cui ha avuto maggiori problematiche nella trasposizione?

Nel terzo volume c’è questo stile “puntinato”, realizzato con la china, che da giovane ho sempre odiato, però, anche se in difficoltà, dovevo cercare una soluzione. Essendo fan di Richard Corben ritengo che lui fosse l’unico a realizzare quello stile, che invece mi piaceva. L’ho provato ed alla fine l’ho trovato veramente piacevole. Quasi una terapia, c’è una forma di meditazione strana mentre lo fai. Quello più difficile invece è stato lo stile iper-realista in bianco e nero, quando ho finito mi sono detto di non volerlo più fare, ne ero stremato.

La trama dell’opera si basa soprattutto sul rapporto tra i due protagonisti Ferris e Shawn, legati da un loop eterno di morte e violenza. Come descriverebbe questo legame? Su quali basi è partito per rendere al meglio questa dinamica?

Non volevamo sicuramente avere un eroe cattivo e definire i personaggi in alcun modo. Abbiamo preferito realizzare il primo numero con il personaggio di Tucker più presente, in cui si vedono infatti anche aspetti della sua vita personale. Così il lettore ha avuto fin da subito il modo di collegarsi a lui. Nel terzo volume invece abbiamo realizzato la stessa cosa per Ferris, e cercare di dare, anche con pazienza, un pò di tridimensionalità dei personaggi, nel senso che magari Ferris comincia come “cattivo”, ma nel terzo volume si capisce un pò di più da dove viene, perchè sta facendo quella che fa.

C’è ad esempio questa scena con la sua compagna che a me è piaciuta molto, ti porta a fare un riflessione rispetto anche a quanto accade nel primo numero. Quindi abbiamo semplicemente cercato di fare una cosa in cui magari, anche come lettore, cambi prospettiva sui personaggi. Magari in un momento Tucker può sembrare non dico il cattivo, ma perdi un pò di empatia nei suoi confronti.

Batman #1 - Limited Editions By Lee Bermejo – Disney Art On Main Street

Spesso si è confrontato con personaggi con un identità ben precisa come Batman e Joker, mi saprebbe dire quali sono invece le sue sensazioni quando si deve cimentare con dei personaggi originali?

Devo dire che utilizzo più o meno sempre lo stesso metodo, con personaggi come, ad esempio Batman, cerco sempre di dare qualcosa di mio, di renderlo, nel mio piccolo, la mia versione di quel personaggio. Quindi per me rimane la stessa cosa, non cambia nulla in termine di approccio.

Abbiamo citato Batman e Joker, essendo stati parte integrante del suo percorso artistico. Ritiene che ci possano essere ancora territori inesplorati per dare nuovi input ai personaggi o crede che sia meglio rendere omaggio a quanto già prodotto in passato?

Passo dei momenti in cui mi dico: cavolo devo fare un altro disegno di Batman. Però vi sono anche altri momenti in cui riscopro, per un motivo o per un altro, un interesse. Non credo che si possa dire: mai più. Devi un pò gestire le onde di  questo lavoro, anche a livello di business. Sei fai un fumetto nuovo, i lettori dei fumetti occidentali soprattutto fanno molto fatica ad entrarci dentro. Perché questi personaggi che esistono da ottanta anni generano una grande quantità di nostalgia che è difficilissima da abbattere.

Io di solito dico così: quando tu mangi solo pollo e riso per anni, e poi qualcuno ti presenta del sushi, hai questa reazione del tipo “bleah, pesce crudo“. Però magari dopo lo assaggi e ti piace, fai solo un pò di fatica. Credo che sia anche bello a volte osare e spingere una cosa che tu senti in quel momento. Potrebbe essere che fra un anno o cinque ho un’idea su, non so, Spider-Man e lo faccio. Non voglio chiudermi possibilità.

Batman Noel : Bermejo, Lee: Amazon.it: Libri

Per chiudere una domanda un po’ fuori dagli schemi. Tra le sue opere c’è anche una rivisitazione in chiave natalizia dell’Uomo Pipistrello, “Batman Noel”. Qual è il suo rapporto con il Natale? E come considera questa festività ai tempi nostri?

(con sorpresa) Oh mio Dio non mi aspettavo questa domanda….quanto scendo nel personale? Il mio rapporto con il Natale: io cresco in una famiglia con un padre che odia il Natale. Natale a casa mia non era un bel giorno necessariamente, proprio perchè per lui era una rottura di scatole ed una perdita di soldi. Invece per mia madre Natale è il top, lo adora in tutti i sensi, ogni volta stravolge la casa per questa festa. E quindi ho anche dentro di me questo contrasto.

Per fare “Noel” non è che volessi fare una cosa natalizia, è semplicemente ambientata a Natale. A me piace “Canto di Natale” come storia e quindi parlare dei sensi di colpa, che secondo me quello è il succo della storia. Insomma ho un rapporto un po’ di amore ed odio con il Natale.


Lee Bermejo

Lee Bermejo è un fan favourite fra gli appassionati di fumetto americano sin dal suo esordio su Resident Evil 1 della Image (1998). È noto soprattutto come illustratore di Batman/Deathblow: After the Fire, Luthor, Before Watchmen: Rorschach e del best seller Batman: Dannato, tutte opere realizzate per DC e in collaborazione con lo scrittore Brian Azzarello. Altri fumetti degni di nota, oltre a Gen13, che gli ha dato i primi riscontri professionali, sono Global Frequency (con Warren Ellis), Superman/Gen13 (con Adam Hughes) e Hellblazer (con Mike Carey).

Ha anche scritto e illustrato due graphic novel di successo per la linea Vertigo, Batman: Noël e Suiciders. È un apprezzato copertinista, e ha realizzato decine di cover dipinte per i più importanti editori USA. Vive e lavora in Italia. A Vicious Circle è – in ordine di tempo – il suo ultimo lavoro ad essere stato pubblicato in Italia.


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BorgoNerd

Nerd convinto dal 1989, amante del mondo geek a 360° gradi, redattore per passione, fervente fedele del Super Nintendo e di One Piece.

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