Leo Ortolani – Da signore dei Ratti a signore dei Tarocchi

Durante Lucca Comics & Games 2023 abbiamo avuto il privilegio di intervistare al padiglione di Panini Comics il grande Leo Ortolani, con cui abbiamo parlato della nuova edizione di Matana e della sua ultima fatica.. Tarocchi!

copertina intervista ortonali lucca 2023

Grazie a Panini Comics abbiamo avuto l’opportunità di intervistare durante Lucca Comics & Games 2023 uno dei più grandi fumettisti italiani degli ultimi 30 anni. Ci ha fatto ridere fino a crepapelle con il suo Rat-Man (“Fletto i muscoli e sono nel vuoto” vi dice niente?). Ci ha fatto rivivere le più grandi saghe cinematografiche con le sue parodie come Star Rats, Il signore dei Ratti, Avarat, Nightman e molte altre. Ci ha fatto ammazzare letteralmente dalle risate con il suo Venerdì 12 e ci ha portato a spasso nel vecchio west con Matana. Signore e signori… Leo Ortolani!!

Ma di cosa abbiamo parlato con l’artista pisano? Innanzitutto della nuova lussuosa edizione Deluxe di Matana, storia spaghetti-western edita da Panini Comics, ovviamente di Rat-Man (e dell’uomo sotto la maschera), senza dimenticare il suo nuovo progetto per Feltrinelli che riguarda… i Tarocchi? Ma bando alle ciance e vi lasciamo all’intervista integrale di MegaNerd! Buona lettura!


matana panini ortolani

Ciao Leo e grazie per per aver accettato di scambiare quattro chiacchiere con noi! Matana è uscito con una nuova versione Deluxe per Panini Comics. Come mai questa decisione di portare il tuo personaggio nel mondo degli spaghetti western?

Beh, perché di base è sempre bello sperimentare no? Tu hai un personaggio che ha già fatto diverse escursioni in altri ambiti; a parte i supereroi, ha fatto lo spartano, è andato nello spazio, ha fatto lo zombie, il maghetto, è andato nella saga del Signore degli Anelli, insomma, uno spaghetti western si vede che era destino. Vedo che in effetti stanno producendo la serie di telefilm di Django e, insomma, c’è un po’ un ritorno, di queste cose qua come anche The Hateful Eight e Django di Quentin Tarantino. Io ricordo di aver visto diversi film spaghetti western, non soltanto quelli di Sergio Leone, per cui è stato carino anche riportare un po’ quelle atmosfere.

A proposito di Rat-Man, come hai ricordato da quando si è conclusa la serie regolare lo abbiamo visto un po’ dappertutto: nello spazio, in un paio di progetti speciali, chiaramente nel West. Cinzia è stata protagonista di un volume tutto suo. Non ti manca un po’ la quotidianità di Rat-Man, visto che ti ha accompagnato per così tanto tempo?

Direi proprio di no, cioè nel senso che prima usciva Rat-Man e non uscivo io, adesso esco io non esce più lui, no? (risata) Nel senso che comunque io non sono mai stato indirizzato a fare qualcosa che durasse “all’infinito” come Diabolik, Tex queste serie qua che non finiscono mai, anche perché ci sono talmente tante storie da raccontare… benissimo, abbiamo fatto questa cosa per vent’anni, l’abbiamo chiusa e adesso facciamo dell’altro, a volte, magari anche con Rat-Man, ma non sempre. Un giorno forse ci sarà un distacco totale, anche perché Rat-Man in realtà io lo inserisco con queste orecchie da topo improbabili in queste storie e immagino che magari chi non lo conosce si chiederà “come mai questo personaggio?” e magari pensa a Topolino. In realtà il personaggio vero è sotto la maschera, c’è questa sorta di “scimmiottina” che prima di diventare Rat-Man era già tante altre persone; nel senso che Rat-Man è stata una storiellina di poche pagine che ho fatto nel 1989 dopo che era uscito il film di Tim Burton. [Batman n.d.r.]. In realtà il personaggio che si mette la maschera io lo usavo già, non pubblicando con nessuno, ovviamente, però io facevo fumetti da quando ero piccolino. Per cui questo ‘personaggino’ qua aveva già fatto un sacco di cose; dalle parodie di film sul Vietnam a cose fantasy… non so era un po’ una sorta di Robert De Niro.

MATANA-Ortolani-cover

Ecco per cui in quel caso lì è come se avessi fatto Robert De Niro con la maschera. A questo punto, anzi, ti dirò di più: l’anno prossimo uscirà una miniserie in cui questo personaggio finalmente non ha più le orecchie da topo, ma è lui insieme a una versione di Cinzia, che interpreteranno Gli Infallibili. Parte come idea dalla serie TV Agente Speciale (The Avengers,) i veri Avengers [serie televisiva britannica degli anni ‘60 N.d.R], assolutamente molto British e anni ‘60, ma con delle pennellate fucsia modello Barbie. Per cui vediamo un po’ questa cosa come sarà, e ho preso, per la prima volta, la decisione di togliere la maschera da topo al protagonista, che non aveva senso e non sapevo bene cosa e come giustificare. A volte lo giustifico, non so come,ad esempio in uno dei libri sullo spazio, quello basato sulla Luna, l’ho chiamato Signor Mask come “maschera”, ovviamente per richiamare Elon Musk. D’altra parte anche Matana, ad esempio, richiama Rat-Man, però non viene neanche spiegato.

Nella maggior parte dei casi, l’immagine che il pubblico ha di te è chiaramente quella di un autore brillante, ma anche molto profondo, acculturato, intelligente. Tu ti rispecchi in questo e soprattutto rischia di essere un peso alle volte?

Sono stato bravo a promuovere la mia immagine… no, non è così; ma sono sono contento che la gente lo pensi.

Allora, io penso di essere una persona assolutamente nella media per quanto riguarda cultura e tutto il resto. Magari mi piace di più mescolarlo e utilizzarlo quando racconto delle storie e, ovviamente, ci finiscono dei pensieri, a volte anche profondi. Anche perché la cosa bella di fare un fumetto umoristico è che tu, mentre fai ridere, intanto inserisci una battuta, un’idea e questa passa, perché tu stai ridendo e non te ne accorgi. E poi ci pensi dopo e dici “però… in effetti…”. Ecco, questo è un sistema un po’ vigliacco di raccontare cose un po’ più profonde (risata).

Parliamo della tua ultima fatica, Tarocchi per Feltrinelli, un qualcosa in cui non ti sei mai cimentato prima. Tra l’altro in una tua recentissima dichiarazione hai detto “La Papessa significa: non ne ho idea, perché sono un geologo, non un tarologo”. Insomma, ti sei lanciato in una cosa che per te era totalmente nuova. Come mai?

Perché alla fine chi fa fumetti, chi disegna soprattutto, un mazzo di tarocchi lo fa sempre! Se tu vai a guardare i tarocchi presenti nello stand dello Scarabeo, c’è una parete intera, di tarocchi dei gattini, i tarocchi afroamericani, i tarocchi egizi. Però, al di là di quello, si sono cimentati ovviamente grandi maestri come Milo Manara, Sergio Toppi, Emanuele Luzzati. Soprattutto parlando di quelli di Luzzati, sono dei bellissimi marsigliesi, con i suoi omini, il suo stile e sono straordinari.

Passaggio obbligato allora per un autore?

Per certi versi, sì. Ma l’idea decisiva è stata perché io ho cominciato a fare delle illustrazioni anni fa, così, mentre stavo facendo altre cose che non richiedevano il disegno. Però disegnare mi rilassa. Queste illustrazioni qua, poi, sono state colorate da Sarah D’Imporzano che è un’artista bravissima che utilizza non tanto il computer quanto pennarelli, pantone, acrilici e, veramente, realizza delle opere forse diverse dall’idea iniziale, ma le arricchisce, le cambia. I suoi colori insieme alle mie chine fanno qualcosa di completamente diverso. Avevamo già fatto un libro con Feltrinelli che si intitola Musa che ha queste 25 figure di donna. Mentre facevo questi disegni, i commenti sui social erano “ah questo potrebbe essere il tarocco della Luna” “Questo il tarocco del… e questo invece…”. Dammene una, due, tre… alla terza ho capito anche io che sono geologo che forse erano immagini per i tarocchi. La cosa bella è stata che dopo 25 immagini fatte con Sarah, abbiamo scelto di farne 78, per cui ancora di più sapendo che sarebbero diventate delle immagini bellissime e infatti è stato così. Quindi quest’anno sono usciti I Tarocchi!

Tarocchi

Hai un legame particolare con Lucca Comics & Games. Vieni da tantissimo tempo, sin dagli anni’90 [32 anni per l’esattezza, come ci ha confidato il buon Leo! N.d.R.]. Hai visto passare tante edizioni: in cosa vedi cambiata la kermesse e soprattutto la vedi migliorata, peggiorata o semplicemente diversa rispetto agli anni passati? E in cosa?

Sicuramente rispetto agli anni ‘90 è gigantesca. Eravamo al Palazzetto dello Sport di Lucca, quindi arrivavi, parcheggiavi nel parcheggio, tranquillamente entravi nel palazzetto, ti mangiavi un panino, e poi tornavi a casa. Già negli anni 2000 è cominciata a diventare sempre più grande e c’è stato un momento in cui è esplosa nella città. All’epoca non c’era un tetto alla vendita dei biglietti e c’era stata un’edizione, forse quella del 2014, in cui c’erano stati proprio dei problemi a muoversi, ma non solo per chi era venuto alla fiera di Lucca, ma in generale. Perché è come Venezia con il Carnevale. Dall’edizione dopo hanno cominciato a dare dei tetti, a differenziare i prezzi dei biglietti per spingere le persone a venire nei giorni meno clou come il sabato e la domenica. Sta diventando la più importante fiera a livello europeo, sta battendo Angoulême [il Festival internazionale della bande dessinée che si tiene nella città francese N.d.R.] come presenze.

Ci sono ancora delle piccole criticità nella gestione. Per esempio noi addetti ai lavori, non veniamo a comprare fumetti o vedere i cosplayer, ma veniamo a lavorare per 5 giorni. Gli accessi attraverso le mura ci aiuterebbero a muoverci… perché non permetterne l’accesso a chi ha i pass? Invece bisogna fare tutti l’accesso dalle porte principali… dopo 4 giorni ho le vesciche sotto i piedi e ho fatto dei chilometri. Da Panini ad andare al Padiglione Napoleone, devo fare il giro della piazza e rischiare di trovarmi sbarrato! È una piccolezza, ma in una fiera così grande ci vuole un’attenzione agli addetti ai lavori.

Lucca-Comics-Games

[Era presente anche una delle due figlie di Leo, Lucy Maria Ortolani, che ha acconsentito a rispondere a una domanda per MegaNerd]
Come ci si sente a essere la figlia di Leo Ortolani e ad apparire nelle sue vignette? Perché noi ti conosciamo insieme a tua sorella attraverso i fumetti di Leo.

Per me è normale e naturale. Non mi da fastidio e sono contenta per lui. Mi piace sostenerlo e anche apparire nelle vignette, mi piace!

Grazie mille a Leo (e Lucy) Ortolani e Panini Comics per questa splendida intervista. Alla prossima!


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Doc. G

Il mio nome e' Doc. G , torinese di 36 anni lettore compulsivo di fumetti di quasi ogni genere (manga, italiano, comics) ma che ha una passione irrefrenabile per Spider-Man! Chi è il miglior Spider-Man per me? Chiunque ne indossi il costume.
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Claire Bender

Vive con un dodo immaginario e un Jack Russell reale, che di recente si è scoperto essere Sith. Grifondoro suo malgrado, non è mai guarita dagli anni '80. Accumula libri che non riesce a leggere, compra ancora i dvd e non guarda horror perché c'ha paura. MacGyver e Nonna Papera sono i suoi maestri di vita.

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