Torna in edicola, con un’edizione tutta nuova, uno dei cicli storici degli X-Men: una scommessa che – se vinta – potrebbe aprire nuove strade alle ristampe Marvel
Quando, durante Lucca Comics & Games 2018, Panini Comics ha annunciato la pubblicazione in edicola degli X-Men di Chris Claremont e del Daredevil di Frank Miller nel formato “bonellide”, tra i lettori si è subito aperto il dibattito. È giusto presentare un fumetto in modi diversi rispetto a quelli originali, arrivando a restringere di qualche centimetro le tavole?
Piccolo inciso: non è certamente la prima volta che una serie americana viene proposta nel formato pocket (quello di Tex e Dylan Dog, per capirci). Ormai sono anni che gli editori tentano questa via, che spesso ha dato loro ragione. The Walking Dead della SaldaPress ne è un esempio evidente.
Ma torniamo in casa Panini/Marvel: la discussione è stata ovviamente accesa sul web, fino al giorno in cui è finalmente uscito Marvel Intergrale: X-Men n.1, debutto ufficiale di questa nuova linea di ristampe.
Il progetto è quello di riproporre, in modo “integrale”, appunto, e con un prezzo tutto sommato contenuto, uno dei più grandi cicli narrativi dei mutanti, che li ha fatti letteralmente rinascere dopo un periodo in cui rischiavano seriamente la cancellazione. Artefici di questa rinascita sono stati il mitico Len Wein (che ha poi abbandonato il progetto) e – ovviamente – Chris Claremont: idearono una squadra tutta nuova, tutta diversa, piena di disadattati, reietti, mostri, fuggiaschi. Avete capito bene: dai ragazzini acqua e sapone della prima generazione, si passa a tipi brutti, sporchi e cattivi, provenienti da ogni parte del mondo.
Wolverine, Nightcrawler, Tempesta, Sole Ardente, Colosso, Banshee e John Proudstar: non proprio dei tipi rassicuranti, queste nuove reclute di Xavier. La loro missione era quella di salvare la squadra originale di X-Men, in tutti i sensi: sia ai fini della storia (bisognava salvare Jean Grey e compagni dalle grinfie di Krakoa, l’isola vivente) che dal punto di vista, più materiale, delle vendite. Serviva un nuovo inizio, qualcosa che riaccendesse la scintilla senza cancellare anni di storie… e tutto questo fu sintetizzato in Giant Size X-Men n. 1 (di Wein & Cockrum), leggendario albo in cui assistiamo alla seconda genesi degli X-Men e al ritorno delle tematiche legate alla diversità, che furono la colonna portante degli esordi.
Ma quindi una storia così importante è stata rovinata da questo tanto discusso formato bonellide? Assolutamente no, state tranquilli. Certo, una bella edizione maxi sarebbe stata preferibile (e in effetti per chi vuole esiste: Gli Incredibili X-Men Omnibus 1), però se consideriamo il rapporto qualità/prezzo e la leggibilità, direi che non ci possiamo davvero lamentare. Personalmente avrei preferito un comparto redazionale più ampio, ma confido nei prossimi numeri.
Avvisiamo i più giovani – o comunque chi non dovesse essere avvezzo alla letture di storie un po’ datate – che lo stile della narrazione è decisamente diverso da quello moderno, più didascalico sicuramente, ma non per questo meno efficace. Il tempo di fa sentire – è inevitabile, sono storie figlie degli anni 70 – ma una volta che vi sarete calati nella lettura, vi abituerete subito allo stile dell’epoca.
Il mito degli X-Men si rinnova e si rinforza come non mai in queste pagine, in cui troviamo azione, scontri, eroismo e vendette, ma non solo.
Qui si parla anche di temi importanti, come l’amicizia, il rispetto e l’uguaglianza, attuali oggi come ieri.
Non ce li meritiamo, gli X-Men. Ma fortunatamente grazie a gente come Len Wein, Chris Claremont, George Perez e John Byrne, potremo contare su di loro ogni volta che ne avremo bisogno.
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