Ore 7:30, lunedì mattina. Bloccata senza via di scampo sul Grande Raccordo Anulare, perlopiù penso sempre a due cose. Volevo fare l’archeologa figacciona come Lara Croft ma nella vita precedente mi sono comportata veramente male e quindi pago pegno. Dateme un caterpillar per far fuori le altre macchine altrimenti farò tardi a lavoro. Ci crediate o no, il sempiterno Go Nagai ha pensato la stessa cosa nel 1972. Bloccato come me nel traffico, tra una suonata e l’altra di clacson, ha immaginato, pensa che fico se ‘sta scatoletta della Subaru fosse dotata di braccia schiaccia macchine, così per una volta arrivo in orario. Non so se Nagai possedesse una Subaru nel 1972 ma il resto della storia andò così. Siamo davanti alla genesi di qualcosa che va oltre la semplice stesura di una storia fortunata che ancora piace e raccoglie consensi di pubblico.
Da qui in poi, prenderà avvio un genere immenso, una lotta all’ultimo sangue tra bene e male che si combatterà in scenari apocalittici con i super robot. Il Maestro Nagai immagina il futuro affidando le sorti dell’umanità ai puri di cuore, le menti pilote di Mazinger Z e i suoi discendenti.
Notare bene: l’attenzione, per questa volta, è tutta sulla serie televisiva animata di Mazinger Z dei primi anni settanta. Volutamente non prendo in considerazione i due film del 1973 e del 1974 e i due manga, quello originale di Go Nagai e quello di Gosaku Ota. Inoltre sto lasciando fuori da questa riflessione gli anime Shin Mazinger, Mazinkaiser, Mazinkaiser SKL, e manga come MazinSaga, Z Mazinger e Shin Mazinger ZERO. Questa precisazione è d’obbligo.
Ben 18 metri d’altezza per 20 tonnellate di Super Lega Z. Questa è la carta d’identità di Mazinger Z, costruito dallo scienziato Juzo Kabuto per sventare il piano di conquista del mondo del malvagio Dottor Hell.
Detta così, la trama ci può pure stare. Tuttavia Nagai è uno con le fisse strane. Siamo in Grecia, a Bardos (Rodi da noi) per l’esattezza. Juzo Kabuto e il Dottor Hell, partecipano alla stessa spedizione archeologica. Durante la missione, porteranno alla luce complessi e pericolosi manufatti meccanici appartenuti alla civiltà micenea che il Dottor Hell deciderà di sfruttare per subdoli fini personali, tesi alla conquista del mondo. E non finisce qui: in seguito entreranno in scena direttamente le forze sotterranee di Micene, popolo che non si era estinto, ma semplicemente rintanato nelle viscere della Terra per migliaia di anni, sotto il comando del Generale Nero e le sue Sette Armate, a loro volta servi del gigantesco e potentissimo Imperatore delle Tenebre. Juzo Kabuto riesce a sfuggire al suo collega e si rifugia nel Centro Ricerche per l’energia fotoatomica diretto dal Professor Yumi, anche se per poco, giusto il tempo di costruire, utilizzando una lega super resistente, il Mazinger Z che affiderà poi al nipote Koji Kabuto.
Ho visto film porno con un inizio di trama più sensato di quello di Mazinga. Però appunto, come nei film porno, anche se l’inizio ha poco senso non è che ci fermiamo. Andiamo avanti. E quindi. Intanto facciamo tutti un applauso alla buon’anima di Juzo che va in giro con uno che si chiama Inferno e non capisce subito che è perfido. Come se non bastasse è tedesco e nazista. Serve altro? Spostiamoci nel centro di ricerche per l’energia fotoatomica e lasciamo Juzo a riflettere sui suoi errori di valutazione.
Anche il professor Yumi ha costruito un robot alimentato a energia fotoatomica, Aphrodite A, pilotato da sua figlia Sayaka che proverà ad aiutare Koji, non sempre riuscendo nell’impresa. Troveremo inoltre Shiro Kabuto, il fratello minore di Koji, e Boss, compagno di classe di Koji che costruirà e guiderà il Boss Robot.
La compagine nemica che dovrà affrontare Mazinger Z è una delle cose che adoro di più al mondo. Il Dottor Hell affiderà le varie missioni dapprima al Barone Ashura (con il corpo diviso a metà tra uomo e donna), poi al Conte Blocken (un altro avanzo di galera nazista). Successivamente entreranno in scena il Granduca Gorgon e il Visconte Pigman.
Mazinger Z si piazza di fronte a noi e ci schiaffeggia moralmente dicendoci che Dio non è necessario per la creazione della vita (se servissero altre conferme). In una visione alchemica, l’uomo può dare vita a Frankenstein. Se si serve della tecnologia nella sua potenza massima, può creare un super robot come Mazinga. E della tecnologia Nagai ce ne parla in tutta la sua ambivalenza: la tecnologia è nefasta poiché usata dagli aggressori per devastare le città e tentare di conquistare la Terra; ma è anche provvidenziale se votata a un principio etico di difesa, e se incarnata nel robot protagonista. Il maestro Nagai compie una sorta di esorcismo liberando il suo Paese dalla paura dell’Atomica, trasformando ansie, paure e lutti in qualcosa di positivo ed eroico. Senza pietà Mazinger spara raggi fotonici, pugni a razzo/atomici e scure atomica (che è tipo il power up coatto del pugno).
Il finale dell’anime è da brivido. I combattimenti conclusivi potrete rivederli mille volte e non stancarvi mai. Anche perché Koji voterà alla causa il nostro Mazinger Z fino allo stremo delle forze in uno scontro epico dopo che il lieto fine era proprio lì, dietro l’angolo. Quando il Pilder si sgancia dalla testa del Mazinger Z scaraventando Koji… non posso. Il killer di chi fa spoiler è sempre pronto a uccidere. Fatevi un regalo. Vedete e amate quest’anime senza tempo. Potrete riempirvi gli occhi di effetti speciali alla Avengers, ma nulla sarà mai come la partenza e aggancio dell’Aliante Slittante o l’intervento di Tetsuya che inizierà a raccontarvi un’altra storia.
Abbiamo parlato di:
MAZINGA Z
Titolo originale: Mazinger Z
Anno: 1972 – 1974
Char. Design: Go Nagai, Yoshiyuki Hane, Keisuke Morishita
Studio: Toei Dōga
Episodi: 92
VOTO: Millemila!
Grazie alla Yamato Video, la serie completa è reperibile in un cofanetto da 23 DVD.
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