Metal Gear Solid per PS1 è uno dei titoli videoludici più rappresentativi della sua generazione ed è ricordato dagli appassionati nostrani anche per il doppiaggio italiano. In occasione del revival del franchise, che comprende anche un remake del terzo capitolo, La redazione di MegaNerd ne approfitterà per svelarvi i retroscena sulla lavorazione dell’edizione italiana di uno dei più grandi videogiochi della storia.
La prima PlayStation (prodotta da Sony nel lontano 1994) ha regalato ai videogiocatori numerosi titoli entrati ormai nella leggenda. Uno di questi divenne una vera e propria killer application, ovvero quelle applicazioni in grado di riscontrare un successo talmente grande da essere determinante per l’acquisto della piattaforma per la quale è programmata. Ci stiamo riferendo a Metal Gear Solid, uno dei videogames più rappresentativi della prima generazione di consolle del colosso giapponese.
Partorita dalla mente geniale di Hideo Kojima (e prodotta da Konami), la serie ha sdoganato il genere stealth (caratterizzato da un gameplay che prevede l’infiltrazione silenziosa piuttosto che l’utilizzo aggressivo delle armi), presentando al pubblico Solid Snake, freddo e abile agente segreto, costretto suo malgrado a fronteggiare minacce terroristiche e imponenti robot bipedi in grado di lanciare attacchi nucleari da qualunque parte del pianeta (il Metal Gear del titolo).
La saga è stata lanciata nel 1987 su MSX con il primo capitolo bidimensionale, chiamato semplicemente Metal Gear, distinguendosi subito per una narrativa adulta (nonostante le limitazioni tecniche dell’epoca) che affrontava tematiche importanti traendo spunto da classici del cinema come 1997: Fuga da New York di John Carpenter (il cui protagonista, Jena nella versione italiana, è Snake in originale).
Il successo portò a due seguiti rilasciati entrambi nel ’90 (uno canonico, l’altro no), per poi proseguire con il celebre primo capitolo sviluppato per PSOne (e relativi seguiti giunti anche sulle consolle più recenti). Il nome in codice del protagonista (Solid), aggiunto nel titolo, simboleggiava anche l’avanzamento tecnico con la grafica passata alle 3 dimensioni rispetto a quella bidimensionale dei suoi predecessori.
La trama, decisamente più elaborata viste le nuove potenzialità della consolle Sony, vedeva Snake infiltrarsi in una base militare sull’isola immaginaria di Shadow Moses, in Alaska, presa d’assalto dal gruppo terroristico FOXHOUND, capitanato dal suo gemello Liquid Snake. Lo scopo di questa cellula era attivare il Metal Gear Rex e utilizzarlo per chiedere un riscatto alla Casa Bianca, sotto minaccia di un attacco nucleare.
Al di là di avversari fuori dal comune (ninja cibernetici, infallibili pistoleri e telepati psicopatici), il protagonista avrebbe dovuto fronteggiare anche il seme del tradimento che covava nella sua stessa unità, con una narrativa che andava a toccare temi profondi come il rapporto padre-figlio, l’etica scientifica e la ricerca della propria identità.
Metal Gear Solid – Il doppiaggio
All’epoca Konami decise di investire parecchio nell’opera di Kojima, tanto che stabilì di doppiare il titolo nelle quattro maggiori lingue europee: francese, tedesco, spagnolo e ovviamente italiano.
L’ingegnoso game designer nipponico rammenterà poi che il doppiaggio nelle varie lingue ritardò il lancio in Europa di alcuni mesi, ovvero a febbraio ’99, quando in Giappone e in America il gioco era già uscito tra ottobre e novembre del ’98 (in giapponese la voce di Snake apparteneva a Akio Ōtsuka, mentre negli Stati Uniti fu contattato l’attore e sceneggiatore David Hayter).
Ad oggi il primo indimenticabile capitolo tridimensionale è l’unico completamente adattato nel nostro idioma, e i retroscena che vi andremo a raccontare hanno per certi versi dell’incredibile, tanto da risultare leggendari quanto il gioco stesso.
C’è infatti una cosa che molti ancora non sanno: il lavoro di doppiaggio non avvenne in Italia, bensì a Londra.
Le traduzioni furono effettivamente realizzate nel nostro paese, benché avessero qualche strafalcione: resta iconica la frase della dottoressa Naomi Hunter che, a proposito della tuta da infiltrazione del protagonista, asseriva che questa lo proteggesse dall’ipoderma, ossia lo strato superficiale della nostra pelle, quando invece era ovvio volesse intendere ipotermia.
Emanuele Scichilone, collaboratore storico di Synthesis International (uno dei principali studi di localizzazione in lingua italiana per videogiochi sito a Milano) di cui è stato responsabile per traduzione e doppiaggio di titoli importanti come BioShock, Fahrenheit e Mass Effect, seguì la traduzione del titolo targato Konami, ma non poté gestirne il doppiaggio. Infatti, mentre provinava le voci da assegnare ai protagonisti, Konami impose che il lavoro fosse effettuato presso i famosi Abbey Road Studios su suolo britannico. A tal proposito Schichilone ricorda:
«All’epoca fummo contattati dal cliente per tradurre il gioco. E noi ci occupammo della traduzione. Poi, per una situazione paradossale, Konami insistette perché il gioco venisse doppiato in Inghilterra, a Londra, presso degli studi di Abbey Road se non ricordo male. Non hanno voluto che si doppiasse qui in Italia. I doppiatori che lavoravano con noi in Italia non hanno dato la disponibilità per andare a Londra a doppiare, e quindi non ho idea di dove siano andati a pescare le persone che hanno utilizzato per doppiare Metal Gear Solid a Londra.»
Probabilmente per motivi logistici, Konami decise di raggruppare tutte le lingue europee presso gli studi di Londra, al che tedesco, francese, spagnolo e italiano furono quasi registrati in simultanea in poco più di 10 intensissimi giorni. E fu così che la leggenda prese gradualmente vita.
Furono radunati una serie di attori che, per un motivo o per un altro, lavoravano in Gran Bretagna. Italiani, certo, ma ormai naturalizzati inglesi. Alcuni di loro non si erano mai realmente approcciati al doppiaggio, benché avessero comunque all’attivo diverse esperienze nel campo della recitazione, mentre per altri l’unica reale pretesa era il saper parlare la lingua richiesta (a volte questo era sufficiente per poter lavorare).
Il doppiaggio nelle varie lingue fu supervisionato da Olivier Deslandes, attore francese che diede voce al cyborg ninja Gray Fox nella versione transalpina. Ovviamente c’erano i diretti interessati che aiutavano Deslandes nella direzione della rispettiva lingua e, nel caso di quella italiana, l’onere toccò ad Alessandro Ricci, il quale fu anche voce di Solid Snake.
Nato e cresciuto a Roma, Ricci ha iniziato la sua carriera come speaker a metà degli anni Ottanta ma si è avvicinato al mondo del doppiaggio per la prima volta proprio a Londra. Tramite gli studi della Rai venne contattato quale interprete per un’intervista a Sean Connery. In merito alla sua esperienza riguardo Meta Gear Solid, ricorda quanto segue, con la consapevolezza che anche l’impostazione greve della sua voce fu scelta proprio da Konami:
«Non ho mai fatto corsi di recitazione, di doppiaggio, di dizione. Mi sono improvvisato, mi sono divertito… inquadrare quel tipo di voce non è stato facilissimo. Anche perché mancava un direttore del doppiaggio italiano nonostante fossero presenti i rappresentanti della Halifax (i distributori italiani del gioco, n.d.r.). E poi hanno scelto quel tipo di voce molto sgranata, forse troppo sgranata…».
Ricci ricorda anche come gli studi di Abbey Road fossero facilmente raggiungibili da casa sua a piedi, ma che ci andasse con l’auto per poter entrare e parcheggiare all’interno, dato che per molto tempo poté ammirarli solo da fuori. Insieme a Deslandes decise la distribuzione dei ruoli per gli attori in lingua italiana.
Liquid Snake, nemesi e fratello gemello del protagonista, fu assegnato ad Andrea Piovan (il quale doppiò anche il direttore della Darpa Donald Anderson), attore e doppiatore veneziano che fu allievo nelle scuole teatrali di Jaques Lecoq e Philippe Gaulier a Parigi.
Venne poi contattata Jessica Giuffré, figlia del grande Aldo, alla quale venne affidata la vocalità della dottoressa Naomi Hunter.
Una giovanissima Ilaria D’Elia, attrice all’epoca poco più che ventenne, venne scelta per Meryl Silverburgh, interesse amoroso del protagonista.
Benedetta Ferraro, giornalista musicale e speaker radiofonica, fu invece Nastasha Romanenko, mentre una misteriosa e probabilmente esordiente Laura Farina si cimentò con i proverbi di Mei Ling.
Benedetta Ferraro, ricorda, fu una delle poche che aveva già visitato gli studi di Abbey Road, avendo condotto in loco interviste con David Bowie, Jon Bon Jovi e Sir Paul McCartney.
Il colonnello Roy Campbell poté contare sulla vocalità di Angelo Cola, doppiatore di vari programmi e cartoni per bambini. Cola rammenta come fosse in disaccordo con l’impostazione scelta per la voce del colonnello, ma che dovette forzatamente adattarsi alle richieste del cliente.
Massimo Marinoni utilizzò invece la sua versatilità vocale per caratterizzare sia il ninja Gray Fox, che il simpatico ingegnere capo del Metal Gear Hal Emmerich/Otacon (posso confermare che la prima volta non mi ero reso conto avessero la stessa voce).
Il direttore della divisione italiana per la BBC, Giancarlo Ciccone, che studiò all’Accademia d’Arte drammatica Silvio D’Amico di Roma, fu distribuito anche lui su ben due personaggi dell’unità FOX: il mefistofelico Revolver Ocelot e l’imponente sciamano Vulcan Raven.
L’attore teatrale veneto Siro Carraro (e non Ciro, come erroneamente accreditato, sbaglio dovuto probabilmente ad una confusione fonetica degli studi di Londra), prestò le sue corde vocali al perfido telepate Psycho Mantis.
Luciana Izzi caratterizzò la voce della bellissima e spietata tiratrice scelta Sniper Wolf, utilizzando un’inflessione straniera molto marcata.
Luigi Chiapinni fu invece scelto sui personaggi di supporto, come kenneth Baker e Jim Houseman. Curiosamente, nei titoli di coda, viene riportato che egli abbia anche prestato voce a Johnny Sasaki, personaggio ricorrente della saga, che avrà un ruolo predominante nel quarto capitolo. In realtà il personaggio, nelle sue poche battute, è doppiato sempre da Alessandro Ricci. Potete ascoltare la voce di Johnny nel seguente video.
Che un solo attore doppiasse più personaggi non fu prerogativa soltanto della versione italiana, ma anche di tutte le altre, statunitense inclusa, dove Greg Eagles prestava voce sia a Donald Anderson che a Gray Fox. L’unica versione che ha assegnato una voce per ogni personaggio è quella originale nipponica.
Intanto che il lavoro di doppiaggio proseguiva, ricorda Piovan, nello stesso periodo agli Abbey Road si stava musicando Batman & Robin di Joel Schumacher. Mentre percorreva il corridoio interno per andare verso la sala di registrazione, dalla vetrata principale era solito osservare i musicisti all’opera. Inoltre la casa giapponese non badò a spese, con piccoli buffet per gli attori e ovviamente gli ospiti dell’azienda. Infatti il doppiaggio fu supervisionato da alcuni dipendenti di Konami, che raggiunsero gli attori in sala. A detta sempre di Piovan, restavano a guardare in religioso silenzio annuendo di tanto in tanto.
Gli attori di tutte le lingue erano soliti incontrarsi dopo il lavoro e, tra una bevuta e l’altra, discutevano dei loro personaggi al fine di scambiarsi consigli e commenti. In sintesi grandi momenti di sinergia per lo staff, in cui si creò una grande complicità tra tutti i professionisti coinvolti.
In sala di registrazione non vennero utilizzati video, come consuetudine nel doppiaggio dei videogiochi… ma in questo caso pare non fosse neppure stata utilizzata la “solita” onda sonora, in quanto il più delle volte si incideva completamente a vuoto, ovvero in totale assenza della traccia vocale originale. Il che ha reso ogni versione unica a sé stante in una certa misura, dato che non c’era un riferimento da seguire.
Il gioco di Kojima aveva inoltre una particolarità, fino ad allora inedita nel mondo videoludico e divenuta abituale per tutti i titoli a venire del genio giapponese (presente anche nel più recente Death Stranding): i nomi dei doppiatori venivano visualizzati a schermo sotto quello del personaggio da loro doppiato, e così fu anche per la versione italiana, venendo di conseguenza scolpiti indelebilmente nella mente di tutti i giocatori, insieme alle loro voci.
Quando uscì, inutile dirlo, il titolo fu un successo di vendite, e il doppiaggio italiano contribuì alla sua diffusione e alla sua fama nel tempo. Sono sicuro che, se ve lo chiedessi, molti di voi saprebbero recitare i dialoghi a memoria esattamente con le stesse intonazioni. Questo è un merito non da poco per il lavoro di localizzazione effettuato, al netto degli alti e dei bassi che lo contraddistinguono.
Basti anche solo ripensare al fatto che i personaggi in game non avevano animazioni ed espressioni facciali (a dispetto delle sequenze disegnate del Codec), ma ugualmente le voci italiane sono riuscite a ricreare, il più delle volte, l’illusione di un corpo vivo.
Al di là della recitazione, moltissimi anche gli strafalcioni di traduzione, e se uno lo abbiamo già citato (quello dell’ipoderma), vale la pena ricordare il Look Out che Otacon grida a Snake nell’ascensore, tradotto letteralmente in Guarda Fuori, anziché adattato in Attenzione, oppure Attento.
Attraverso questo video, in comparazione con le altre lingue, appare curioso che l’errore riguardante il guarda fuori appaia esclusivamente nell’edizione italiana, in quanto tutte le altre (compresa la versione francese), hanno invece tradotto correttamente la frase incriminata.
Cuidado – spagnolo
Passen sie auf – tedesco
Attention – francese
Figlio del suo tempo e anche di un modo di lavorare nettamente diverso rispetto ad oggi nell’ambito videoludico, certamente anche con maggiore disattenzione (pure da parte di chi aveva l’onere di supervisionare il prodotto finale), il comparto audio venne all’epoca ugualmente lodato da molte riviste specializzate (citiamo anche PSM).
Ad ascoltarlo adesso molte inflessioni fanno sicuramente sorridere (come le E eccessivamente aperte di Marinoni in alcuni frangenti), mentre altre sono piuttosto prive di mordente e robotiche (certamente non potremmo considerare il doppiaggio di Mei Ling come riuscito). Eppure, alcune performance restano indubbiamente di grande impatto e le voci piuttosto incollate ai personaggi.
Sarebbero tante le sequenze che potremmo rivedere per sincerarcene, ma per non tediarvi ho preferito sceglierne due in particolare. L’entrata in scena di Revolver Ocelot è ancora oggi di grande effetto, la voce di Ciccone si adatta perfettamente ai movimenti del personaggio e ne evidenzia tutte le crudeli sfumature.
L’altra scena che ho scelto vede Gray Fox fronteggiare il minaccioso Metal Gear Rex, dove si può apprezzare sia la duttile vocalità di Massimo Marinoni che la grande prestazione di Andrea Piovan nei panni di un Liquid ormai sempre più divorato dalla propria cupidigia.
Per lungo tempo è aleggiata una curiosa leggenda metropolitana nel mondo del gaming nostrano, secondo la quale Kojima, dopo aver ascoltato il doppiaggio italiano del videogame, ne avesse richiesto la rimozione dai successivi capitoli per la scarsa qualità. Ovviamente è una bufala. Kojima, molto probabilmente, non ha mai sentito neppure una parola di questo lavoro, al massimo pochi sprazzi, e in ogni caso è bene ricordare che neppure fu in sala per supervisionare il tutto.
Inoltre nemmeno avrebbe potuto capire all’epoca una lingua così diversa dalla sua, figurarsi intenderne una supposta qualità. Oggi addirittura parla un inglese stentato, come lui stesso ha ammesso, dovendo molte volte avvalersi di un interprete. Ad essere sparito, poi, non è stato solo il nostro doppiaggio, ma anche tutti gli altri, all’infuori del giapponese e di quello statunitense. Semplicemente per Konami il costo fu eccessivo e, una volta che il brand fu consolidato, decise di farne a meno.
Anzi, per i dirigenti presenti in sala all’epoca, il lavoro migliore fu quello francese, almeno secondo i loro gusti. Uno dei coordinatori di Konami, Harry Inaba, fece addirittura irruzione nello studio e si precipitò ad abbracciare l’attrice Framboise Gommendy commosso dalla sua performance nella sequenza della morte di Sniper Wolf. Peccato che il doppiaggio francese di Metal Gear Solid sia annoverato in patria tra i peggiori lavori di localizzazione mai effettuato in un videogioco. E lo stesso, forse, non si può dire di quello italiano.
In ogni caso anche Sony si affidò altre volte agli studi di Londra, per cui questi professionisti divennero molto richiesti per tutti gli anni ’90, prima che si decidesse definitivamente che il doppiaggio dovesse essere realizzato negli studi del rispettivo paese. Molti di loro lavorano ancora, e hanno proseguito felicemente la propria carriera artistica.
Ricci fu voce di diversi personaggi in Medievil (Dirk il leale e karl Sturnguard, doppiati comicamente con inflessioni romanesche e simil-germaniche), di Rocky Balboa nell’omonimo gioco e di Riccone e Spyro (sì, proprio lui, benché alcune fonti affermino il contrario) a partire dal secondo capitolo fino al terzo del simpatico draghetto viola. Oggi il nostro Solid Snake italiano è anche un apprezzato direttore di doppiaggio, avendo diretto la localizzazione di titoli importanti quali Legend of Zelda: Breath of the Wild (2017), la cui eredità nei successivi capitoli è stata poi raccolta da Jacopo Calatroni, e più di recente l’horror The Callisto Protocol.
Piovan fu voce di Gabriel Logan nel primo leggendario capitolo di Syphon Filter, in seguito sostituito da Alberto Olivero per i titoli successivi quando la localizzazione passò nuovamente negli studi italiani. E, dobbiamo ricordarlo, fu anche il Capo di Art Attack!
Oggi vive a Milano, ed è molto attivo in TV come speaker di documentari e voce fuori campo in diversi programmi (sua è anche la voce di Rete4).
Ciccone partecipò ad alcuni ruoli in Tombi 2 e ad altri videogiochi dell’epoca (come Legend of Dragoon). Oggi prosegue la sua carriera di giornalista, alternando il tutto con il suo lavoro di speakeraggio. E citiamo la sua partecipazione negli spot Milka, dove è praticamente impossibile non riconoscerlo.
Ciccone è inoltre latore di un divertente aneddoto: riferì di aver incrociato proprio Hideo Kojima a Londra molti anni dopo, nei pressi di Hyde Park, ma di non essersi avvicinato per paura di infastidirlo.
Ilaria D’Elia divenne invece nota al pubblico italiano qualche anno più tardi nel ruolo di Laura Onorato nel serial della Rai La Squadra, per ben 52 episodi. In seguito è tornata nel Regno Unito, continuando a lavorare per la televisione britannica, partecipando di tanto in tanto a qualche pellicola importante, come Gangs of New York di Martin Scorsese. Ha scritto anche dei libri e ultimamente si è cimentata con la regia di qualche cortometraggio.
Anche Angelo Cola, Benedetta Ferraro e Massimo Marinoni continuano tranquillamente la loro carriera, senza mai essersi allontanati da Londra (l’ultimo ha anche prestato voce all’attore Toby Jones nel film Berberian Sound Studio). Benedetta Ferraro è altresì conosciuta per il suo ruolo di Coco nella serie Crash Bandicoot. Angelo Cola ha dato inoltre voce a John Tanner nel videogioco di culto Driver 2.
Non si hanno invece più notizie di Laura Farina e Luciana Izzi, praticamente scomparse dopo Metal Gear, mentre Siro Carraro, il quale ha continuato a doppiare videogiochi per qualche tempo (citando sempre la serie di Crash, sua era la voce della maschera Aku Aku), ha lasciato l’attività al fine di alimentare la sua passione per la pittura.
Per maggiori informazioni vi rimando al canale YouTube di Andrea Seth Marino aka RaVeTuBe, blogger e doppiatore che è riuscito nell’impresa titanica di intervistare (quasi) tutti i diretti interessati, e da cui questo articolo ha in parte attinto alcuni dei retroscena che avete potuto leggere. Sul canale di Andrea molteplici sono le collaborazioni con Piovan (con cui ha realizzato alcuni divertentissimi video), inoltre è riuscito a far doppiare a Ciccone una sequenza con Ocelot da Metal Gear Solid 2!
Siccome il nostro tempo è quasi finito, prima di lasciarvi ci sono un paio di cosette di cui vorrei mettervi a parte, una riguarda una piccola curiosità. Metal Gear Solid è stato doppiato anche in russo… ma il doppiaggio non è ufficiale! Si tratta di una registrazione pirata in voice over mai approvata da Konami, e realizzata da un solo attore per tutti i personaggi. Vi si può accedere soltanto attraverso lo scaricamento di una patch creata ad hoc. In realtà è poco più di un divertissement (anche malamente montato), che però dimostra il grande amore e il successo che il titolo di Kojima ha mietuto in tutti i paesi del mondo.
L’altra invece è un vezzo che mi sarebbe piaciuto soddisfare: sapere quali voci avrebbe scelto Schichilone all’epoca, se il doppiaggio italiano non fosse stato eseguito a Londra. Sicuramente sarebbero state raccolte dalla piazza milanese degli anni ’90, con molta probabilità Solid Snake avrebbe potuto contare sul timbro cavernoso di Marco Balzarotti (un po’ come quello usato su Batman), mentre Claudio Moneta, con la sua voce elegante avrebbe forse incarnato Liquid.
Ma gli altri? Una giovanissima Emanuela Pacotto su Meryl? Claudio Ridolfo su Otacon? Maurizio Scattorin su Campbell? Oppure Gianni Gaude? E Gray Fox? Forse Claudio Beccari? Purtroppo non lo sapremo mai, ma è anche vero che le pretese di Konami ci hanno regalato un doppiaggio entrato ormai nell’immaginario collettivo, il quale vanta numerosi estimatori che con la loro passione hanno colto di sorpresa persino chi vi ha partecipato, adorati ancora oggi per il loro iconico ruolo. Un lavoro a suo modo memorabile e nostalgicamente ricordato, che rimanda ormai ad un’epoca lontana nello spazio e nel tempo.