Dopo anni di ritardo e pause, finalmente è prevista per quest’anno l’inaugurazione dell’Academy Museum of Motion Pictures. La struttura disporrà di due teatri, una terrazza con vista e un mare di mostre e citazioni a tema per una struttura da 350 milioni di euro
Qualche giorno prima dell’attesissima notte degli Oscar, Hollywood ha finalmente svelato l’anteprima del tanto nominato Academy Museum of Motion Picture, il nuovo museo del cinema che porta la firma di Renzo Piano.
La struttura è costata ben 388 milioni di dollari (poco più di 350 milioni di euro) e dopo l’apertura, già promessa in due date del 2019, viene confermata entro il 2020. I report che hanno avuto l’onore di poter visitare la struttura, riferiscono un livello di lavori molto avanzato. Le reti di cavi elettrici, gli ascensori, la configurazione delle sale, tutto è ancora in lavorazione ma vicino al completamento.
Situato vicino al Los Angeles County Museum of Art, il progetto del museo è in programma dal lontano 2012. Tra le sue attrazioni ci sarà il David Geffen Theater, un teatro-cinema da 1000 posti.
Sarà connesso al May Company Building con un ponte di vetro intitolato a Barbra Streisand. Ovviamente offrirà i più suggestivi panorami delle colline di LA.
Sarà attrezzato per proiettare pellicole laser digitali, a 35, 70 mm e di nitrato d’argento, per questo ospiterà la proiezione di grandi prime cinematografiche dedicate al piccolo pubblico. Nella sala Tedd Mann, che conta 288 poltrone verdi, saranno collocate le retrospettive dedicate a Fellini o Miyazaki.
Sopra il teatro ci sarà la maestosa Dolby Family Terrace, ricoperta da una cupola costituita da 1.500 pannelli di vetro, guarderà direttamente sulla Hollywood Sign.
La hall d’ingresso è composta da 1000 metri quadrati e ospiterà la Spielberg Family Gallery. Qui si terranno mostre a rotazione, con tanto di ristorante, caffè e negozio di souvenir a tema. Il quarto piano sarà dedicato alle mostre temporanee, prima fra tutte quella dedicata a Miyazaki.
Il piano avrà una vetrina sul cinema nero del periodo 1900-1970 e una collezione permanente di cimeli a tema. Tra questi il famoso cappello indossato da Greta Garbo in “Mata Hari” e il mantello che Bela Lugosi portava nel “Dracula” del 1931. Non mancheranno disegni come lo schizzo da cui nacque la tavola di pietra dei “Dieci Comandamenti” del 1956. Così come i trucchi di scena creati da Dick Smith appositamente per il “Padrino” e “l’Esorcista“.