In occasione dei 50 anni di Atari, Lucca Comics & Games 2022 ospita Nolan Bushnell, uno degli storici fondatori. Ecco quello che ci ha raccontato
Era il 1972 quando due giovani ingegneri statunitensi crearono un’azienda destinata a cambiare per sempre le sorti del settore videoludico. Quei due ingegneri erano Ted Dabney e Nolan Bushnell, e l’azienda si chiamava Atari. Da quel momento in poi, il logo bianco e rosso con la versione stilizzata del Monte Fuji diventò sinonimo di videogiochi, sia cabinati (o arcade), sia – e qui sta l’innovazione più forte – per home gaming.
Sono passati cinquant’anni da allora, e per celebrare l’evento, il Lucca Comics & Games 2022 ha invitato proprio Nolan Bushnell che, tra le altre cose, ha inventato il celebre gioco Pong. Bushnell sarà presente in tutte le giornate della fiera: il 31 ottobre parlerà della sua carriera all’evento “Nolan Bushnell – The Videogame Legend”, mentre il 1° novembre sarà al centro della round table “Nuovi Orizzonti”, concentrato sulle tendenze future. È bene però partire dal passato, perché senza Atari quasi sicuramente non avremmo i videogiochi come li conosciamo oggi.
«Quando iniziammo – ricorda Bushnell – non avevamo né fondi né uno stabilimento, ma solo idee innovative. Ci dicemmo che dovevamo puntare su quello e fare i giochi migliori, e così è stato.»
Fare giochi migliori con i talenti migliori: per la neonata compagnia furono scelti gli ingegneri più capaci, a cui fu dato inoltre qualcosa di impensato fino a quel momento: la libertà. In Atari, infatti, non ci si concentrava sul processo, ma sul risultato:
«Dicemmo ai nostri che non importava se e quando fossero venuti al lavoro, non importava come si vestivano, importava solo il risultato. Abbiamo cambiato il modo di rappresentare gli ingegneri, che fino ad allora andavano sempre in giro in giacca e cravatta: Steve Jobs – che, come sapete, ha lavorato per me ha portato questo in Apple. È così che la Silicon Valley è diventata sinonimo di qualità in tutto il mondo.»
Parole attualissime eppure all’avanguardia, se si guarda alla realtà di un Paese che, ancora nel 2022, insiste per annullare la flessibilità lavorativa. Non per Bushnell che, per sua stessa ammissione, ha sempre puntato a essere il più stupido nella stanza, perché significa che hai i migliori intorno a te.
Un imprenditore visionario, che attribuisce il proprio successo a una serie di casi fortuiti: l’essere andato all’Università dello Utah (una delle tre in tutti gli Stati Uniti a possedere della strumentazione informatica d’avanguardia), l’aver lavorato nei parchi di divertimento (osservando meccaniche che poi applicherà ai cabinati), l’essere stato assunto all’Ampex (dove creerà il primo cabinato). Dei meravigliosi casi fortuiti che, uniti alla sicurezza in sé stesso, lo hanno portato fino a qui.
TREND FUTURI: TRA E-SPORTS E STRUMENTI ONLINE
Interrogato sul futuro dei videogiochi, Bushnell non ha dubbi: il futuro è dei videogiochi a scopo educativo, più che per puro intrattenimento. Quella dei giochi a premi (o play-to-earn) è un’ondata transitoria, mentre per i giochi online il meglio deve ancora venire. Zoom, la realtà aumentata e altri strumenti simili, che agevoleranno un ritorno alla dimensione sociale del gioco, entreranno sempre di più nel processo di creazione di nuovi prodotti.
Anche gli e-sports hanno molto da dare, dato che sono ancora in una fase iniziale, ma in futuro sarà l’impiego della blockchain a fare la differenza. Al momento, infatti, si tratta di sport limitati a una fascia di età piuttosto esigua (18/23 anni) per una questione di riflessi, che si riducono con ogni anno che passa. Si potrebbe ampliare questo gruppo introducendo un handicap importante sul più giovane (che altrimenti sarebbe facilitato), ma questo incrementerebbe il rischio di risultati falsati. La blockchain permetterebbe di risolvere la questione, giacché garantirebbe un gioco pulito e risultati immodificabili. Agganciandoci a questo punto, chiediamo a Bushnell quanto l’etica sia importante per chi fa videogiochi: ci risponde che è la chiave di ogni cosa, perché non prendere una posizione equivale a non averne alcuna.
«Così come facciamo attenzione a ciò che mangiamo, dobbiamo fare attenzione a ciò di cui ci circondiamo. Esistono film brutti e libri brutti; allo stesso modo, esistono anche giochi che fanno schifo. Ci sono dei giochi che vieterei ai miei figli? Certamente! Considerate che mi avevano chiesto di consegnare un premio a Grand Theft Auto e ho rifiutato: quel gioco è immorale e non ho voluto.»
Ci lascia con questo insegnamento, unito ad altri che sembrano quasi banali nella loro semplicità:
«Fate tante cose, cambiate tanti lavori, prendetevi dei rischi, lavorate duramente, fate di più. Non lasciatevi guidare dalla paura ma dall’ottimismo e il mondo vi si schiuderà davanti.»
E considerando dove questi suggerimenti lo hanno portato, un tentativo di certo non guasterà.