Al via le riprese della terza stagione di Only Murders in the Building, con un’interessantissima new entry: l’immensa Meryl Streep.
Quando Only Murders in the Building è uscita, nel 2021, probabilmente nessuno si aspettava il successo che avrebbe avuto; un successo così grande da fare incetta di candidature – Emmy, Golden Globes, Critics’ Choice Television Award, Screen Actors Guild Award – e di interpreti stellari.
Protagonista è un palazzo dell’elegante Upper West Side newyorkese, l’Arconia, con tutti i suoi intrighi, crimini e, come suggerisce il titolo, omicidi. E a indagare su tutti è un trio piuttosto assurdo, a cui ci si affeziona forse proprio per la loro stramberia: il solitario Charles-Haden Savage, ex attore televisivo, lo stravagante Oliver Putnam, fallito regista di Broadway e la caustica Mabel Mora, giovane restauratrice che sta lavorando nell’appartamento di sua zia.
Accanto al trio protagonista (Selena Gomez, Steve Martin e Martin Short) si sono susseguiti grandi nomi; l’ultimo è quello della pluripremiata Meryl Streep che, stando alle prime indiscrezioni, farà la sua comparsa nella terza stagione. Verrà per restare? Presto per dirlo: le riprese sono appena all’inizio, per cui dovremo attendere per saperne di più.
A darci la notizia, un video (che potete vedere sotto) condiviso su Tik Tok da Selena Gomez e rilanciato dal profilo Twitter ufficiale della serie.
Steve Martin, Martin Short, Selena Gomez, Paul Rudd, and- MERYL STREEP. Only Murders in the Building Season 3 🎬 #OMITB pic.twitter.com/kO1wGvLsMv
— Only Murders in the Building 🕵🏻♀️ 🕵🏻♂️ (@OnlyMurdersHulu) January 17, 2023
Prima dell’attrice premio Oscar – o dovremmo dire premi, dato che ne ha vinti 3 ed è stata candidata per 21! -, già altri nomi noti avevano fatto la loro comparsa nella serie: parliamo di attori del calibro di Tina Fey e Nathan Lane ma anche di star quali Sting, Jimmy Fallon, Jane Lynch, Amy Schumer e Shirley MacLaine; nella seconda stagione, poi, Cara Delevingne ha avuto un ruolo ricorrente, così come anche il nostro amato Paul Rudd, che pare tornerà per la terza.
Ma come ha fatto la serie ad accaparrarsi nomi del genere? Una risposta prova a darla GQ UK in un pezzo uscito ieri, e ci trova molto d’accordo: innanzitutto, la pandemia ci ha messo del suo, obbligandoci a cercare nuove forme di autointrattentimento domestico; i podcast a tema crime sono esplosi, e in tanti si sono riscoperti detective “da poltrona”, consacrando il ritorno in auge di un genere – il giallo – che sembrava aver finito le proprie cartucce migliori.
A questo dobbiamo aggiungere che la dramedy di Hulu – distribuita in Italia da Disney+ – ha una scrittura brillante, fresca, intelligente (Steve Martin ne è co-autore), sempre tesa sul filo tra ironia e morbosità, senza mai spezzarlo. Non è facile parlare di mortiammazzati con leggerezza e ironia: Only Murders in the Building lo fa, e riesce a non farci sentire a disagio nel mentre. E poi ci sono i misteri ben progettati, mai scontati, sempre capaci di tenerci incollati alla sedia, presi da una curiosità priva di angoscia.
Per ogni mistero risolto, ecco un altro che emerge; e man mano che ci si avvia alla risoluzione, Oliver, Mabel e Charles sondano e rinforzano il loro rapporto. Forse è proprio questo che ci fa amare così tanto la serie: è una storia che parla di solitudini che si incontrano, scontrano e annullano grazie a qualcosa che li lega. Poco importa che sia una serie di crimini: tutti tifiamo per il trio che ormai, a noi, sa di famiglia.
Se non avete visto le prime due stagioni, correte a mettervi in pari: Only Murders in the Building ci regala un po’ di leggerezza e ci fa sentire tutti meno soli. Ce n’era proprio un gran bisogno.